martedì 21 febbraio 2017

IL FUTURO ANTI-UTOPICO DI ORWELL ED HUXLEY


I due più importanti autori di romanzi anti-utopici sono senz'altro gli inglesi George Orwell e Aldous Huxley. Sia Orwell che Huxley nella prima metà del secolo scorso hanno descritto un futuro non troppo lontano in cui il controllo del potere costituito sui cittadini era assoluto. Nonostante entrambi raccontino di un mondo privo di libertà, dove l'individuo è un mezzo al servizio del potere, vi sono tra loro delle differenze sui metodi di controllo.

Ne Il mondo nuovo, Huxley descrive un mondo dove i potenti controllano totalmente la vita dei cittadini principalmente attraverso le scienze e la medicina. Le persone sono generate soltanto in vitro, il sesso è svuotato completamente di qualsiasi senso ed avviene solo per puro piacere, tutte le donne sono tenute in sterilità forzata. Il potere fa poi largo uso della psicologia per svuotare di personalità gli individui ed ogni volta che sono insoddisfatti vengono drogati col soma. Essi vengono creati con precise caratteristiche genetiche in funzione del ruolo a cui saranno assegnati nella società, vengono poi sottoposti a continue sedute di ipnopedia al fine di plasmare la loro personalità sempre in funzione del loro ruolo sociale. Il mondo nuovo di Huxley è una grande catena di montaggio di cui le persone sono solo parti inanimate. Vi è poi il controllo delle arti al fine di eliminare tutto ciò che richiama a sentimenti che nel mondo non esistono più. 
Nel mondo nuovo di Huxley esiste una sola forma di religiosità, si adora Ford (riferimento ad Henry Ford I, inventore della catena di montaggio) ed il simbolo T (riferimento alla Ford T, prima auto prodotta su vasta scala). C'è quindi un culto della civiltà industriale, tutto ciò che favorisce la produzione è degno di adorazione. La produzione è tutto.

Orwell in 1984 descrive a sua volta una grande dittatura mondiale, a differenza di Huxley però si sofferma maggiormente sugli aspetti politici. Il controllo nella dittatura orwelliana non è esercitato attraverso la medicina e la psicologia, bensì vi è una massiccia e continua opera di censura e lavaggio del cervello attraverso i media. Le persone sono continuamente guardate ad ascoltate attraverso la televisione, le informazioni sono continuamente manipolata al fine di mantenere il consenso ed il lavaggio del cervello rende ogni individuo una potenziale spia, impedendo a chiunque di manifestare comportamenti "sconvenienti" anche nelle circostanze più intime. In Orwell cambia radicalmente la visione del sesso, nella sua dittatura infatti esso è finalizzato alla sola procreazione ed è un dovere nei confronti del Partito, mai un piacere. 
Nella dittatura mondiale di Orwell non si adora la produzione industriale, bensì il detentore del potere. L'unico essere da adorare è il Grande Fratello, questa immensa figura che spia tutti e fa riferimento al governo che tutto controlla. Il controllo stesso della popolazione in Orwell non è finalizzato alla produzione, semplicemente serve al mantenimento del consenso e del potere politico.

Letto quello che hanno pensato Orwell ed Huxley del nostro futuro, credo sia d'obbligo analizzare il nostro presente e vedere dove hanno visto giusto.
Il controllo dei mass media e la censura non sono tipici delle sole dittature, ma anche in molte delle nostre sedicenti democrazie abbiamo giornali che scrivono notizie alterate o false al fine di favorire questo o quel partito. Basti pensare che in Italia ogni partito che ambisce a prendere il potere cerca di mettere pressione sui media o, se economicamente forte, di comprarsi qualche organo di informazione.
Il controllo dell'arte e della letteratura, anche se più subdolo di quello dei media, è fortissimo in quasi tutti i paesi del mondo. Nelle dittature più sfacciate avviene alla vecchia maniera, con arresti e roghi di libri, mentre nei paesi che cercano di salvare una parvenza di democrazia avviene attraverso il mercato. Si può pubblicare qualunque cosa, ma è il mercato a decidere cosa sarà letto e cosa no. Ovviamente il mercato predilige ciò che è apparenza, il vuoto intrattenimento viene favorito rispetto ai contenuti. Così l'arte resta libera, però viene svuotata di senso ed è privata del suo potere educativo.
Il controllo delle masse attraverso la medicina è al momento meno realistico, però alla luce dei progressi della scienza non è così irrealizzabile. Se pensiamo alla clonazione, ai progressi di pratiche come inseminazione artificiale, utero in affitto e manipolazione del genoma, non possiamo ancora illuderci che sia impossibile arrivare alla totale pianificazione di un individuo da generare. Una volta poi che saremo capaci di pianificare fin nei minimi dettagli le caratteristiche che dovrà avere il nascituro, sarà ancor più semplice farlo per scopi utili a chi detiene il potere.
Anche il culto della civiltà industriale e del governante sono una realtà evidente in tutto il mondo, anche nei paesi sedicenti democratici. Basti pensare ai neoliberisti che da anni impongono regole che portano ad un commercio senza regole, dove conta solo la ricchezza e la vita umana è solo un fattore produttivo, importante quanto (o meno di) un macchinario aziendale. Per quanto riguarda poi il culto del capo politico, non serve guardare alle dittature per trovarlo (Hitler, Mussolini, Stalin, ecc.), ma anche la tendenza che da diversi anni si è sviluppata in Occidente di votare e dare totale fiducia all'uomo forte di turno è una sua manifestazione. I vari Berlusconi, Trump, Renzi, Grillo, Putin non hanno elettori, ma fedeli pronti a giustificare ogni loro nefandezza al di là delle valutazioni politiche e questo è culto della personalità.  

Francesco Abate

sabato 11 febbraio 2017

VI RACCONTO LA MIA POESIA "BACIO NEGATO"


Bacio negato è l'ultima poesia scritta da me e pubblicata dal sito Spillwords.com.
Il componimento narra di un sogno che feci una notte, descrive il fatto ed evidenzia lo stato d'animo che mi creò.
Ovviamente non posso rivelare chi fosse nel sogno la ragazza che mi nega il bacio, anche perché credo che non ve ne freghi niente.
Quello che nella poesia sottolineo, che mi colpì maggiormente e che mi restò impresso anche dopo il risveglio, fu la dilatazione del tempo durante l'attimo che passò dal mio tentativo di bacio alla constatazione che questo non mi veniva concesso ("Il tempo si dilata/la distanza che ci separa/non sembrava così grande/ma il mio cammino/non finisce più). In effetti nel sogno l'evento inizialmente sembrava svolgersi normalmente, poi l'attimo fatale lo vissi come fosse al rallentatore, amplificando in me sia l'aspettativa che la successiva delusione ("ma il cuore/piange sangue in ginocchio"). Sembrò quasi come se riuscissi a percepire, nonostante avessi gli occhi chiusi, l'arretramento della ragazza.
Quello che mi colpì, e mi ferì maggiormente, nel sogno fu l'espressione disgustata che vidi sul volto della ragazza ("le tue rosse labbra di rosa/hanno una forma strana/senti la forza che sono/ma la fuggi disgustata").

Nonostante nasca da un brutto sogno, mi sono divertito molto a scrivere questa poesia. Mi ha divertito il richiamare alla mente le immagini e le sensazioni di quell'evento mai accaduto, allo stesso modo è stato divertente rendere tutto in poesia.
Spero vi piaccia leggerla come a me è piaciuto scriverla.

Potete leggere la poesia al link http://spillwords.com/bacio-negato/. Se vi farà piacere, potete anche lasciare un vostro commento. 

Grazie.

Francesco Abate

mercoledì 8 febbraio 2017

ESTRATTO N°7 DE "IL PREZZO DELLA VITA"


Vi regalo un altro piccolo estratto del mio romanzo, Il prezzo della vita.

"Fece una rapida doccia, si vestì e tornò in spiaggia, dove ad attenderlo c'era il solito lettino. Si distese, passò solo un minuto e arrivò il Margarita che lui, senza pensarci due volte, cominciò a mandar giù. Non poteva più fare a meno di quella medicina, nonostante non funzionasse. Si guardò intorno: la spiaggia si era animata e ciò gli dispiacque. Una delle cose belle di quel posto era la tranquillità, tutto era calmo, nemmeno il mare faceva rumore. I turisti invece erano scostumati, facevano confusione e spesso sporcavano anche la spiaggia. I bahamiani benedicevano l'arrivo dei turisti, che per loro voleva dire sussistenza, ma erano degli ingenui, avrebbero dovuto preferire la possibilità di godersi quel paradiso, vivendo solo di pesca. Purtroppo l'essere umano mai è in grado di saper sfruttare i lati positivi delle situazioni in cui si trova, nessuno poteva saperlo meglio di Antonio che, nonostante la ricchezza smisurata, era riuscito ad essere infelice e a contagiare il mondo con la propria infelicità. Il Margarita era già finito, passarono un paio di minuti e la coppa fu sostituita. Cominciò a bere. Si interruppe quando sentì un sonno repentino impossessarsi di lui.
Senza ribellarsi, chiuse gli occhi e sperò che quella fosse l'ultima volta in cui chiedeva perdono a Jessica. Si chiese se quella povera ragazza fosse riuscita a trovare una vita migliore, una vita felice, poi si addormentò".

Francesco Abate - Il prezzo della vita - CSA Editrice

Il romanzo può essere ordinato al link http://www.csaeditrice.it/index.php?option=com_virtuemart&view=productdetails&virtuemart_product_id=294&virtuemart_category_id=2&lang=it , presso tutte le librerie e sui siti delle principali librerie online.

Potete seguire l'attività dell'autore su questo blog, sulla pagina Facebook "Francesco Abate, lo scrittore battipagliese" (https://www.facebook.com/FrancescoAbatescrittore/?fref=ts) e su Twitter "@FrancescoAbate3".

Grazie mille e buona lettura.

Francesco Abate

Francesco Abate nasce a Salerno il 26 agosto 1984, ma da sempre vive nella città di Battipaglia. Sin da piccolo manifesta interesse prima per la lettura, poi per la scrittura. Comincia ad abbozzare i primi romanzi già ai tempi del liceo, ma la prima pubblicazione arriva solo nel 2009 con "Matrimonio e Piacere". Autore anche di poesie, alcune delle quali pubblicate su Spillwords.com. Il prezzo della vita è la sua prima pubblicazione per la CSA Editrice.