sabato 8 febbraio 2025

"I DEMONI" DI FEDOR DOSTOEVSKIJ

 

I demoni è un romanzo scritto da Fedor Dostoevskij e pubblicato per la prima volta nel 1872. Con quest'opera l'autore russo riprende le riflessioni sulla crisi morale della società russa sviluppate in Delitto e castigo, riflessioni che poi troveranno pieno compimento ne I fratelli Karamazov.
In origine Dostoevskij progettò di scrivere la Vita di un grande peccatore, che però nella sua forma unitaria non vide mai la luce, venendo invece pubblicata sotto forma di due opere distinte: I demoni e L'adolescente.
In questo romanzo lo scrittore analizza i problemi posti dall'avanzare del nichilismo nella società russa. Una nuova generazione priva di valori morali, senza Dio e senza idea del bene, prende forza e tenta di rovesciare l'intera società, favorita da una vecchia generazione incapace di vedere la portata reale del pericolo, accecata com'è dalle frivolezze e da un liberalismo già largamente diffuso.
Il titolo I demoni viene da un passo del Vangelo di Luca nel quale si racconta dei demoni che, cacciati da Gesù, escono dal corpo di un malato e vanno ad impossessarsi di un branco di maiali, che poi si gettano nel precipizio. Nella visione di Dostoevskij, i nichilisti sono i maiali posseduti dai demoni, e come questi si abbandonano all'istinto di autodistruzione. Il romanzo però, attraverso le parole di uno dei suoi protagonisti, si chiude con una visione carica di speranza: la malata guarirà e siederà ai piedi di Gesù, guardata con meraviglia dagli altri. La società russa quindi sarà liberata dai suoi demoni, tornerà nel solco delle proprie tradizioni cristiane e riprenderà a splendere.
Il tema principale è quello del nichilismo, che si impossessa della nuova società e la distrugge, complice la vecchia generazione. Questa colpa dei padri si vede chiaramente nel rapporto tra Stepan Trofimovic Verchovenskij e suo figlio Petr: il primo è un intellettuale convinto di essere liberale, che solo alla fine rinnega il suo passato; suo figlio invece è un subdolo manipolatore, non crede in niente e trama per esercitare il proprio potere sulle persone che lo circondano.
In questo romanzo, attraverso i suoi complessi personaggi, sono presentate tre diverse varianti di nichilismo:
1) Kirillov è un nichilista tormentato dall'idea dell'uomo-Dio, sceglie di uccidersi perché convinto che l'uomo possa essere davvero libero solo vincendo la paura della morte, quindi togliendosi la vita per coraggio e non per disperazione;
2) Satov rappresenta il messianesimo russo, è convinto infatti che il popolo russo sia l'unico "portatore di Dio" e non debba rassegnarsi ad avere un ruolo secondario nella storia dell'umanità;
3) Sigalev pensa che nella società perfetta tutti debbano essere uguali nella schiavitù, quindi l'umanità debba essere sottomessa ad un ristretto gruppo di capi.
Queste tre varianti del nichilismo finiscono, loro malgrado, per sottomettersi al gioco perverso di Petr Verchovenskij, infatti la morte di Kirillov viene usata per depistare le indagini su un omicidio, Satov viene ucciso perché tenta di difendere la propria indipendenza spirituale e di uscire gruppo di terroristi, la teoria di Sigalev viene presentata come originale anche se in realtà nessuno le dà importanza. Qui l'autore ci mostra come il terrorismo e la brama di potere usino le varie tendenze nichiliste per predicare la morte dei vecchi valori e giungere al potere.
In origine il protagonista del romanzo doveva essere proprio Petr Verchovenskij, anche perché la narrazione prende spunto da un fatto di cronaca dell'epoca (l'uccisione di uno studente ad opera di un gruppo di terroristi) che viene richiamato con l'uccisione di Satov. Procedendo nella stesura, però, l'autore scelse di dare maggior rilievo a Nikolaj Stavrogin, che divenne il vero protagonista. Stavrogin è un giovane viziato, annoiato e immorale, uno che distingue il male dal bene ma non sceglie nessuno dei due, cerca di avere solo comportamenti "estremi" per vivere un brivido. Stavrogin è un tiepido, e nell'Apocalisse c'è scritto, ricorda lui stesso, che i tiepidi saranno vomitati dalla bocca di Dio.

Man mano che si procede nella lettura de I demoni, non si può fare a meno di analizzare con gli occhi di Dostoevskij la situazione mondiale attuale.
I complotti di Petr Verchovenskij ci mostrano come chi ha brama di potere riesca a manipolare ignoranza e disperazione: come lui si fa apprezzare dalla buona società che vuole distruggere, così oggi chi vuole piegare la società alle proprie voglie si presenta avvolto dall'aura di benefattore; allo stesso modo, come lui usa le convinzioni autolesioniste di Kirillov per i propri fini e sopprime Satov che vuole essere libero, così gli aspiranti potenti di oggi si avvantaggiano della disperazione della gente e tentano di reprimere qualsiasi manifestazione di libertà individuale. Oggi il mondo è pieno di Petr Verchovenskij e, grazie all'apatia di buona parte della società civile, hanno sempre più potere.
Un personaggio che risulta molto attuale è anche quello di Stepan Trofimovic, che è il perfetto simbolo dello pseudointellettuale contemporaneo, che si crede libero, o finge di esserlo, ma non fa altro che crogiolarsi nei propri sogni di gloria, abdicando al proprio ruolo di guida della società e favorendo la nascita e la crescita dei vari Petr Verchovenskij.

Francesco Abate

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