venerdì 27 giugno 2025

"DOMINGO IL FAVOLOSO" DI GIOVANNI ARPINO

Domingo il favoloso è un romanzo pubblicato dallo scrittore Giovanni Arpino, prima a puntate tra il 1973 e il 1974 sulla Domenica del Corriere, poi in volume nel 1975.
Questo romanzo è una pennellata di realismo magico all'italiana, un'irruzione della magia e del fantastico nel cinismo e nella disillusione dell'Italia anni Settanta.
Il protagonista, Domingo, è un truffatore che vive di espedienti; duro, cinico, privo di tenerezze perfino nei confronti dell'eterna fidanzata. Sebbene la sua furbizia e il suo cinismo ne facciano un vincente nel mondo in cui vive, Domingo sente però la mancanza di qualcosa, e d'improvviso sente il bisogno di rapire Arianna, una giovane zingara quattordicenne malata di cuore. A spingere Domingo non sono né amore né libidine, lui sente il bisogno di avere Arianna con sé e prendersene cura, ma non sa bene perché. La ragazza però si rivela la svolta decisiva per la vita dell'uomo, che di colpo scopre la magia nascosta dentro le fessure dell'anima, quella magia che permette di vedere il fantastico anche dove sembra esserci solo un piatto grigiume.
Questo è Domingo il favoloso: la ricerca di un poco di magia, di una scintilla colorata nel mondo grigio del guadagno e del consumo. La magia può essere a pochi passi da noi, Domingo infatti la trova nella sua Torino (che qualcosa di magico sembra trasudare sin dalle prime pagine del romanzo), e cambia radicalmente il nostro modo di vedere e vivere il mondo, stravolge le nostre priorità e la nostra scala di valori, lascia un segno indelebile su quello che siamo.
Forse questo romanzo vuole essere un barlume di speranza, un sussulto dell'autore nel disperato tentativo di non arrendersi alla società del "produci consuma crepa", del vivere senza prospettive. L'autore sembra dirci: "Guardatevi bene intorno, e non esitate a seguire l'istinto, perché qualcosa che va al di là della piatta normalità può essere nascosto a pochi passi da voi e non dovete fare altro che afferrarlo". Un auspicio che oggi dovrebbe risuonare ancora più forte.

Francesco Abate

venerdì 20 giugno 2025

DUE RECENSIONI DEL MIO ULTIMO ROMANZO

 

Voglio segnalarmi due bellissime recensioni del mio romanzo scritte negli ultimi giorni.
La prima è stata scritta da Savina Trapani su Into the Read, la seconda da Milena Bonvissuto su L'Epoca Culturale e segue un'intervista il cui link vi renderò disponibile nei prossimi giorni.

Buona lettura!

Francesco Abate

martedì 10 giugno 2025

FIRMACOPIE "EUDEMONIA" AL GIUBILEO LETTERARIO DI ANAGNI

 

Sono felice di annunciarvi che presenzierò al Giubileo Letterario organizzato dall'associazione Barchette di Carta ad Anagni per un firmacopie di Eudemonìa
Sarà bellissimo poter incontrare i lettori e parlare del mio ultimo romanzo, non vedo l'ora che arrivi il 13 giugno!
Trovo anche curioso, e simpatico, il caso che ha voluto che il primo evento ufficiale dedicato ad un romanzo in cui nego l'esistenza di Dio si terrà nella città dello schiaffo ad un papa. In fondo con Eudemonìa io cerco di mollare uno schiaffo ai dogmi ed ai preconcetti, così da spianare la strada alla riflessione ed alla consapevolezza.
Vi aspetto venerdì 13 giugno alle ore 21 in piazza Papa Innocenzo III, ad Anagni. Con me ci saranno gli amici della casa editrice Atile Edizioni, che ringrazio per l'attenzione che stanno dedicando al mio romanzo. Ringrazio anche l'associazione Barchette di Carta per lo spazio che ha deciso di concedermi.

Francesco Abate

domenica 8 giugno 2025

NEVE DI BOSNIA

 

Neve di Bosnia è una poesia contenuta nella raccolta Inferno.
In questa poesia canto l'inferno dei migranti in transito lungo la rotta balcanica, che si vedono respinti dalle frontiere europee e vengono trattenuti in condizioni disumane nei centri di detenzione dei paesi balcanici, Serbia e Bosnia su tutti. Capita spesso che i migranti si ritrovino bloccati in questi paesi durante i loro rigidi inverni privi perfino di vestiti adeguati al clima, infatti la poesia è ispirata alla vicenda di un paio di anni fa che vide centinaia disperati provenienti dalla Siria bloccati nella neve bosniaca con addirittura i piedi nudi:
Candida e soffice è la neve;
congela il piede nudo
che indifeso la calpesta
con la delicatezza
d'una piuma
che si conficca in un occhio.
La neve, questo soffice e candido fenomeno che a noi scalda il cuore col ricordo del periodo natalizio, diventa uno spietato assassino per chi ha la colpa di essere nato nel lato sbagliato del mondo.


Vi ricordo che potete acquistare Inferno in tutte le librerie e in tutti i collegamenti che trovate in questa pagina. Trovate tutti i miei libri presso la libreria Copperfield Bookshop di Battipaglia.
Se volete, potete anche seguirmi sui social alle seguenti pagine: FacebookMeWe. Potete seguire anche il mio account Instagram f.abate_scrittoresa.
Se vi fa piacere, fatemi sapere cosa pensate dei miei libri commentando sul blog, sulle pagine social o lasciando una recensione sulle piattaforme di acquisto.

Francesco Abate

martedì 3 giugno 2025

"KALLOCAINA" DI KARIN BOYE

 

Kallocaina è un romanzo pubblicato nel 1940 dalla poetessa e scrittrice svedese Karin Boye.
Si tratta di un romanzo scritto otto anni prima del più celebre 1984 di George Orwell, che descrive un futuro distopico in cui uno Stato totalitario controlla in modo assoluto le vite dei cittadini.
Lo Stato totalitario immaginato da Boye controlla in modo stringente ogni aspetto della vita dei cittadini, puntando al totale annullamento dell'individualità a favore della collettività, così da rendere ognuno solo un ingranaggio a servizio del macchinario. C'è una sorveglianza totale, occhi e orecchie dello Stato sono ovunque, perfino nelle camere da letto.
Il protagonista della vicenda, il chimico Leo Kall, inventa un siero che, iniettato endovena, obbliga chi interrogato a dire la verità. Mentre in 1984 il protagonista familiarizza con alcuni ribelli e prova a fuggire dal controllo della dittatura, in Kallocaina l'autrice racconta di un fanatico che aiuta convintamente gli oppressori a controllare i pensieri della gente oltre che le azioni. Leo Kall è però un fanatico inquieto, nel senso che si rifugia nel fanatismo per nascondere a sé stesso l'inquietudine generata da quegli istinti che reclamano a gran voce maggiore libertà di sfogo; la conoscenza della verità finisce per rivelarsi un danno per lui, perché la struttura protettiva in cui si è rifugiato vacilla a contatto con le idee di un gruppo di sovversivi, costringendolo ad un faccia a faccia con il proprio malessere.
A differenza di 1984, col quale il parallelo è d'obbligo, vista la comunanza di temi, Kallocaina si sofferma meno sulla descrizione del funzionamento dello Stato totalitario, e non immagina gli interventi sistematici sul linguaggio. Karin Boye lavora di più sulla psicologia dei personaggi, che non riescono a reprimere il bisogno di libertà pur fingendo di non sentirlo, lasciando quindi spazio alla riflessione circa il reale funzionamento di un sistema che annichilisce l'Uno a favore della collettività.

Kallocaina, come tutta la letteratura distopica del Novecento, è un romanzo che andrebbe assolutamente letto per capire meglio i nostri tempi. Queste opere nacquero infatti dalla mente di chi aveva osservato da vicino grandi dittature quali la Germania nazista o l'URSS comunista, le esperienze più drammatiche ed efficaci del totalitarismo (almeno fino al Novecento). 
Leggere questi romanzi deve prima di tutto mostrarci le similitudini tra la nostra società attuale e le distopie immaginate dai grandi scrittori, perché il processo di annichilimento del singolo a favore della collettività è da decenni in corso in tutto l'Occidente. Tante menti pensanti, tanti spiriti critici concentrati sulla propria felicità sono impossibili da sottoporre ad un controllo totale, è molto più facile indirizzare le persone rendendole tanti pezzi di un puzzle, che hanno senso solo inseriti nel disegno generale. 
Anche i meccanismi di controllo immaginati da Orwell e Boye non sono poi così lontani dalla realtà. Orwell descriveva l'impoverimento del linguaggio finalizzato all'indebolimento del pensiero critico (la neolingua), e questo deve necessariamente farci pensare ai tanti decreti di Trump col quale si vieta l'uso di parole "scomode" nei documenti ufficiali degli USA. Boye invece ci mostra il mito della realizzazione attraverso il lavoro, mentalità tossica che negli anni il capitalismo ha usato per imbrigliarci negli schemi che più facevano comodo ai gruppi che di volta in volta si sono succeduti al potere.
Dobbiamo leggere questi libri e porci delle domande sul mondo in cui viviamo, altrimenti non ci salveremo.

Francesco Abate

venerdì 30 maggio 2025

PARLIAMO DI EUDEMONIA: L'INCIPIT

 

Una casa sperduta in una desolata campagna può sembrare un ottimo rifugio dal mondo, il posto ideale dove nascondersi e vivere in pace. La vita però, quando vuole prenderti, ti trova ovunque, e non esistono nascondigli che possano proteggerti da lei; irrompe in qualunque punto dell'universo, ti prende per i capelli e ti trascina nel vortice che per te ha preparato. A Francesco toccò imparare questa dura lezione. Nonostante per sfuggirle si fosse immerso nel profumato e intenso whisky, che mai nega un aiuto nei momenti difficili, la vita lo trovò e lo gettò in un'avventura tanto potente e intricata da essere, nel mondo di Eolo, un uragano. Gli uragani però possono essere sia una maledizione sia un dono; radono al suolo ogni cosa, ma danno l'occasione di ricostruire.

Questo è l'incipit del mio ultimo romanzo, Eudemonìa, pubblicato per la casa editrice Atile Edizioni.
In queste poche righe presento quella che sarà l'avventura del protagonista, Francesco, che vive isolato dal mondo e tiene a distanza una vita per lui indecifrabile, finché questa però non sfonda la porta di casa sua per trascinarlo in un viaggio che lo porterà per l'intero universo, al cospetto di creature mostruose e ingannatrici, di altre amorevoli e fatate, in un turbine di eventi che cambierà per sempre la sua essenza e la sua esistenza.
Lo scopo di questo romanzo non è solo farvi assistere ad un viaggio, ma farvelo compiere, invogliarvi a compiere un cammino capace di condurvi alla vostra Eudemonìa.

Non posso dirvi di più. Se siete curiosi, non dovete fare altro che leggere il romanzo! 
Vi ricordo che potete acquistarlo in tutte le librerie fisiche e in quelle virtuali (vi lascio qualche link), e chi vive a Battipaglia lo può trovare presso Copperfield Bookshop in via Italia, 43.
Come sempre vi invito a seguire il blog e le mie pagine social (Facebook, MeWe, Instagram) per tutti gli aggiornamenti.
Se poi avete letto il romanzo e volete dire la vostra, non siate timidi! La cultura nasce e vive nello scambio, quindi lasciate commenti e recensioni senza avere timore, che siano positivi o negativi non importa, basta che siano sinceri e costruttivi.

Grazie e buona lettura.

Francesco Abate

venerdì 23 maggio 2025

"HEZBOLLAH: STORIA DEL PARTITO DI DIO" DI MARCO DI DONATO

 

Hezbollah: Storia del Partito di Dio è un saggio scritto dal prof. Marco Di Donato e pubblicato dalla casa editrice Mimesis.
Da molti anni ormai il mondo occidentale è intrappolato in una visione piatta e distorta del Medio Oriente, complice l'opera di disinformazione dei mass media euroamericani, che spingono per l'idea di supremazia dell'Occidente. In virtù di questa visione, voluta e alimentata dai disegni egemonici politici occidentali, siamo abituati a pensare a gruppi come Hamas ed Hezbollah come delle accozzaglie di psicopatici pronte a farsi esplodere in nome di Allah, manipolati da una mente furba che dal loro sacrificio trae vantaggi politici ed economici. 
La lettura di saggi come questo ci mostra come questa visione sia assolutamente parziale e sbagliata. Per prima cosa non si può tentare la comprensione di questi movimenti senza leggere il substrato politico e sociale in cui si sono sviluppati. Prendendo ad esempio Hezbollah, il Partito di Dio si formò in un Libano consumato dalla guerra civile, preso d'assalto dai profughi palestinesi in fuga dalle armi di Israele, divorato dal confessionalismo e dal potere di poche ed influenti famiglie. In questo contesto disastroso, con poco distante il successo della rivoluzione sciita iraniana, gli sciiti libanesi, che nel paese erano una minoranza oppressa e passiva, non poterono che salutare con gioia la nascita di una forza politico-militare che nella sua Lettera aperta agli oppressi del Libano e del mondo (1985) si proponeva proprio di superare le divisioni confessionali, di resistere alla prepotenza del nemico israeliano e di dare aiuto a tutti i disagiati. Hezbollah non nacque quindi inneggiando al martirio ed alla guerra contro gli infedeli, anzi si rivolse anche ai libanesi non sciiti per la creazione di un Libano più giusto e moderno. Le premesse non sono quelle di un movimento terrorista, bensì quelle di un partito politico. Certo il Partito di Dio ha sempre potuto contare su una milizia armata, anche dopo essere entrato regolarmente nelle istituzioni, ma non dobbiamo isolare la sua storia dal contesto in cui si è sviluppata, era pur sempre un movimento che si proponeva di resistere ad Israele (stato tutt'altro che pacifista!).
La storia di Hezbollah ci proietta nella complessità di una delle realtà più agitate del Medio Oriente. Il Libano infatti, nonostante le intenzioni del Partito di Dio, non è riuscito mai a liberarsi del confessionalismo, ed ha sempre sofferto le ingerenze siriane e iraniane, oltre alle aggressioni israeliane. In un contesto così complesso, il richiamo alla resistenza di Hezbollah, unito alla sua organizzata rete assistenziale, gli ha permesso delle affermazioni elettorali che lo hanno portato, nel 2000 (dopo il ritiro delle truppe israeliane dal Libano), ad anteporre il jihad politico a quello militare.
La storia di Hezbollah è anche però la dimostrazione di quanto possa costare cara una cattiva lettura politica. Hezbollah non ha mai voluto rinunciare alla sua forza militare ed il cattivo uso della stessa ne ha determinato un declino importante negli ultimi anni. I due momenti decisivi sono stati l'8 maggio 2008, quando per la prima volta Hezbollah usò le proprie armi contro cittadini libanesi non sciiti, tradendo così i suoi richiami al superamento delle divisioni confessionali, e il 2013, quando intervenne nella guerra civile siriana a sostegno di Assad, perdendo definitivamente credibilità agli occhi di molti elettori. 

Le poche parole che ho speso sopra ovviamente non possono essere sufficienti a costruire un giudizio su un movimento politico-militare attivo da circa quarant'anni in una delle zone più turbolente del mondo, infatti le scelte che hanno determinato l'ascesa e la caduta del partito sono nate dalla lettura di situazioni molto complesse che sono perfettamente spiegate nel saggio del prof. Di Donato.
Di certo si può dire in poche parole che è molto riduttivo etichettare Hezbollah come gruppo terrorista, non è infatti un esercito votato al martirio ed alla guerra contro Israele, ma è prima di tutto un partito politico capace di grande pragmatismo e proiettato ad una modernizzazione del Libano che, non solo per proprie colpe, non ha potuto realizzare.

Francesco Abate

mercoledì 21 maggio 2025

PAROLA ALL'AUTORE: LA MIA INTERVISTA SU "LA RIVISTA DEL LIBRAIO"

 

Vi segnalo la mia intervista sul magazine "La rivista del libraio".

Sono sempre felice di parlare di Eudemonìa, è un romanzo a cui tengo molto e spero di riuscire a comunicare i suoi contenuti a quante più persone possibile.

Grazie e buona lettura.

Francesco Abate

lunedì 19 maggio 2025

EUROPA

 

Europa è una poesia contenuta nella raccolta Inferno.
In questa poesia canto la differenza tra il sogno dell'Europa unita e la realtà; se infatti l'unione dei popoli europei era stata pensata per garantire la nascita di un'epoca di uguaglianza e benessere, dobbiamo prendere atto che l'UE attuale è solo un'accozzaglia di burocrati concentrati nell'accentramento di un potere economico sempre maggiore, attenti quindi ad accontentare le lobbies e totalmente distaccati dalla classe media e dalle classi più disagiate del continente.
La poesia è una strofa unica da ventuno versi. I primi tre versi cantano ciò che l'UE dovrebbe essere in potenza ("Siamo stelle, splendiamo, / e libere giriamo nel cielo / a illuminare le notti"), mentre gli ultimi tre raccontano la realtà ("Le nubi nere soffiano e rombano / e non ci fanno guardare in basso / su questo mondo crudele è ingiusto"). Nella poesia traccio quindi un parallelo tra l'UE così com'era stata concepita, un'unione di popoli finalizzata alla pace ed al benessere comune, e quella che è in realtà oggi, un'entità totalmente distaccata dalle guerre quotidiane delle fasce più deboli.
Ci tengo a specificare che la mia non è una bocciatura del progetto europeo, che ha comunque il merito di aver garantito una pace tra popoli che storicamente prima dell'UE erano sempre in guerra (vedesi Francia e Germania), ma la presa d'atto della necessità di un cambiamento radicale di tutta la sua struttura.


Vi ricordo che potete acquistare Inferno in tutte le librerie e in tutti i collegamenti che trovate in questa pagina. Trovate tutti i miei libri presso la libreria Copperfield Bookshop di Battipaglia.
Se volete, potete anche seguirmi sui social alle seguenti pagine: FacebookMeWe. Potete seguire anche il mio account Instagram f.abate_scrittoresa.
Se vi fa piacere, fatemi sapere cosa pensate dei miei libri commentando sul blog, sulle pagine social o lasciando una recensione sulle piattaforme di acquisto.

Francesco Abate

lunedì 12 maggio 2025

NUOVA RECENSIONE DEL ROMANZO "EUDEMONIA"

 

Vi annuncio che sul magazine Prospettive Librarie è stata pubblicata una recensione del mio ultimo romanzo, Eudemonìa.
Confesso che è sempre un piacere leggere le impressioni che la propria opera ha lasciato nel cuore di un lettore, spero quindi di leggere presto anche le vostre!

Francesco Abate

domenica 11 maggio 2025

"UMANE TRAIETTORIE" DI LUISA PATTA

 

Umane traiettorie è una raccolta composta da diciassette racconti pubblicata dalla scrittrice Luisa Patta.
Nelle pagine di questo libro viene analizzato l'animo umano in tutte le sue sfumature, lungo tutte le traiettorie che percorre nel corso delle esistenze che animano il pianeta. Al centro della narrazione ci sono le persone, che vengono inserite in un contesto e analizzate ai raggi x, così da ottenere un'immagine nitida dello spirito umano nelle infinite situazioni che può vivere.
Ogni racconto presenta una situazione diversa, mettendo in luce una tematica contemporanea delicata e analizzandola attraverso gli effetti che ha sul protagonista di turno e sulle reazioni che genera. Troviamo l'alzheimer, la violenza sulle donne, la scuola ai tempi del lockdown, il carcere e tante altre tematiche, tutte narrate con l'intento di suscitare empatia e stimolare la comprensione.
Con una narrazione semplice e capace di raggiungere qualunque lettore, Umane traiettorie è un libro che parla di tutti ed a tutti.

Francesco Abate

giovedì 8 maggio 2025

PAROLA ALL'AUTORE: LA MIA INTERVISTA SU PROSPETTIVE LIBRARIE

 

Sono felice di comunicarvi che è stata pubblicata una mia breve intervista rilasciata al magazine Prospettive Librarie. Al centro dell'intervista c'è ovviamente Eudemonìa, il mio ultimo romanzo.

Grazie e buona lettura.

Francesco Abate

lunedì 28 aprile 2025

LA MIA INTERVISTA PER RADIO TAUSIA

Questa mattina ho parlato di Eudemonìa alla trasmissione "Il buongiorno si sente alla radio" dell'emittente Radio Tausia. L'intervista è disponibile sul sito dell'emittente.

Buon ascolto.

Francesco Abate

sabato 26 aprile 2025

VI PRESENTO "EUDEMONIA"

 

Oggi vi parlo un po' del mio ultimo romanzo, Eudemonìa.

Eudemonìa è un romanzo allegorico, un libro dove tutto rappresenta qualcos'altro oltre a quel che appare. Lo scopo per cui ho scritto questo romanzo è infatti molto ambizioso: rappresentare un percorso del pensiero, mostrare il crollo delle certezze e la nascita di nuove consapevolezze in un uomo qualunque.
Il romanzo è in un certo senso autobiografico, per questo ho scelto di chiamare il protagonista Francesco, ma allo stesso modo rappresenta il cammino interiore che può - e dovrebbe - compiere chiunque, quindi non viene mai citato il suo cognome. Francesco è un uomo di trentacinque anni che si trova impantanato in un'inedia mortale, consapevole dello squallore della propria esistenza ma incapace di agire per migliorare la propria condizione; come tanti, non sa cosa l'abbia ridotto così, cosa lo abbia privato delle forze, ne è vittima inerme e si trascina in una vita statica e grigia.
Nella vita di Francesco arriva un evento imprevisto, così, suo malgrado, è costretto a intraprendere un viaggio con un certo Dante, che nel corso delle varie peripezie diventerà un prezioso amico. Gli viene affidato il compito di cercare Dio dal rozzo e volgare re del suo paese; lui nemmeno crede in Dio, ma è costretto a partire in questa ricerca che, col passare degli eventi, lo porterà a ben altra meta.
Della trama sono costretto a dirvi ben poco, vi basti sapere che il viaggio che faccio percorrere fisicamente al protagonista è un'allegoria del viaggio di una mente alla ricerca prima di Dio e poi della verità. Per questo motivo il viaggio di Francesco finirà per condurlo ai confini dell'universo, e poi oltre, lo spingerà a combattere contro un'altra versione di sé e infine a distruggere l'intero universo, perché solo diventando una tabula rasa da ricostruire potrà giungere al cospetto di Eudemonìa. Questo, più che un romanzo di formazione, si potrebbe definire un romanzo di ricostruzione, perché il protagonista viene azzerato e ricostruito daccapo.
Nel corso del viaggio Francesco incontra personaggi molto variegati, ognuno dei quali rappresenta qualcos'altro, e si scontra spesso con la differenza che passa tra l'apparenza e l'essenza.

Il romanzo si divide in tre parti: Apate, Aletheia ed Eudemonìa. Ogni parte prende il nome del personaggio col quale Francesco si confronta alla fine.
Nella prima parte Francesco, cercando Dio, finisce per combattere contro la dea degli inganni, Apate.
Nella seconda parte giunge al cospetto di Aletheia, la Verità, dopo aver distrutto l'universo.
Nella terza e ultima parte, si trova faccia a faccia con Eudemonìa, che rappresenta la felicità, ma se volete sapere cosa intendo io per felicità - che non è per niente semplice da definire -, dovete leggere il libro.

Sebbene il romanzo sia un'allegoria e affronti concetti profondi, ho cercato di renderlo il più immediato possibile, quindi leggendolo non sarà difficile capire cosa rappresenta ogni situazione ed ogni personaggio.
Nei prossimi mesi comunque vi aiuterò dedicando dei post alla presentazione dei personaggi principali, inoltre potrete sempre scrivermi sul blog o sui social per chiedermi spiegazioni, anche perché credo sarebbe bellissimo potermi confrontare con voi lettori sui significati e sui concetti del romanzo. Se ho scritto questo libro è per stimolare delle riflessioni, sarebbe fantastico vedere dove vi ha spinto la lettura di questo romanzo e a quali conclusioni vi ha portato. 
Vi invito a seguire il blog e le mie pagine social (Facebook, MeWe, Instagram) per tutti gli aggiornamenti riguardo questo romanzo.

Vi ricordo che potete acquistare il romanzo in tutte le librerie fisiche e virtuali (link in questa pagina). Per chi è di Battipaglia, lo trovate subito disponibile presso Copperflield Bookshop in via Italia, 43.

Come sempre, vi ringrazio e vi auguro buona lettura.

Francesco Abate

venerdì 25 aprile 2025

25 APRILE

 

Il 25 aprile di 80 anni fa il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) proclamava l'insurrezione generale, dando inizio ad una serie di azioni che entro pochi giorni avrebbero liberato l'Italia dall'occupazione nazista e posto fine a venti anni di dittatura nazista.
Per chi ancora oggi mette in discussione l'importanza di questa ricorrenza, occorre sottolineare da cosa ci liberarono i partigiani: da un occupante disumano che conduceva inermi prigionieri alle camere a gas, da un dittatore che pur di mantenere il potere aveva ceduto il paese a quell'occupante, da squadracce violente e repressive che seminavano il terrore. Ottant'anni fa i partigiani furono la cura alla peggiore malattia che può colpire un paese, il totalitarismo.
Occorre quindi sottolineare una cosa importante: chi soffre questa ricorrenza, cercando di evitarla o di metterle il silenziatore, prende posizione a favore delle camere a gas e delle camicie nere, contro i cittadini liberi e il diritto al libero pensiero. Quando perciò vediamo un primo ministro italiano fuggire all'estero ogni anno per evitare di partecipare a questa ricorrenza, o vediamo un Governo usare la morte del papa per indurre alla sobrietà (come se le parate del 25 aprile fossero una carnevalata!), dobbiamo prendere atto che sono fascisti, che sono per il totalitarismo e contro la libertà.
Siccome, non dobbiamo mai dimenticarlo, è grazie al 25 aprile 1945 se oggi io sono libero di scrivere questo post, se voi siete liberi di leggerlo, e se in generale siamo liberi di pensare e dire quello che ci pare, ogni anno dobbiamo ricordare e festeggiare questa data col massimo della gioia, e fanculo alla sobrietà. Se per noi davvero è più festa la nascita di un bimbo palestinese avvenuta duemila anni fa, o la favoletta della sua resurrezione, sputiamo in faccia alla libertà che, come diceva Calamandrei, è come l'aria.

Detto questo, vi invito a festeggiare il 25 aprile senza alcuna sobrietà, ma allo stesso tempo senza leggerezza. Mangiate, bevete e fate festa, ma a questo unite una lettura di ciò che avvenne ottant'anni fa, di quello che c'era stato prima e di quello che ci fu dopo, perché si festeggia davvero il 25 aprile solo capendolo.

Vi lascio con due frasi celebri di Sandro Pertini:
<<Il fascismo per me non può essere considerato una fede politica... il fascismo è l'antitesi di tutte le fedi politiche, perché opprime le fedi altrui>>
<<Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza. Quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi>>

Francesco Abate

martedì 22 aprile 2025

DOVE SEI, KASYMBERDY?

 

Dove sei, Kasymberdy? è l'ultima poesia contenuta nella sezione dedicata ai singoli nella raccolta Inferno.
La poesia parla del medico turkmeno Kasymberdy Garayev, scomparso misteriosamente dopo un incontro con la polizia. Sebbene della sorte di Kasymberdy non si sappia niente, è ragionevole pensare che dietro la sua sparizione ci sia la repressione contro gli omosessuali, visto che da poco aveva dichiarato la propria omosessualità.
"Dove sei finito,
Kasymberdy?
Ha forse spento la tua voce tremante
l'urlo della iena
che strazia un paese dimenticato?"


Vi ricordo che potete acquistare Inferno in tutte le librerie e in tutti i collegamenti che trovate in questa pagina. Trovate tutti i miei libri presso la libreria Copperfield Bookshop di Battipaglia.
Se volete, potete anche seguirmi sui social alle seguenti pagine: FacebookMeWe. Potete seguire anche il mio account Instagram f.abate_scrittoresa.
Se vi fa piacere, fatemi sapere cosa pensate dei miei libri commentando sul blog, sulle pagine social o lasciando una recensione sulle piattaforme di acquisto.

Francesco Abate

martedì 15 aprile 2025

CRONOFAGIA E MEDIA

 

Cronofagia e media. La gestione e il consumo del tempo fra cinema, arti visive, tv e web è un libro pubblicato nel 2024 dalla casa editrice Meltemi che raccoglie dieci saggi sull'argomento dei media e della loro funzione di ladri di tempo.
Già con la diffusione dalla stampa popolare alla fine dell'Ottocento i media hanno acquisito la loro funzione cronofagica, essi infatti si nutrono del nostro tempo e della nostra attenzione, che monetizzano. Se con la stampa tradizionale e la televisione la monetizzazione del tempo avveniva solo dirottando l'attenzione del fruitore sugli inserti pubblicitari, oggi i meccanismi sono più raffinati e le piattaforme lucrano anche trasformando le nostre azioni in dati, rendendo di fatto noi "clienti" della piattaforma dei veri e propri lavoratori non pagati: ogni volta che interagiamo con o sulla piattaforma, generiamo un guadagno per l'azienda che la gestisce.
Grazie ai nuovi media, oggi il tempo libero si è trasformato per molti in una inquieta e continua ricerca di nuove informazioni in rete. Noi crediamo di agire liberamente, ma in realtà le informazioni che otteniamo sono quelle decise dall'algoritmo per aumentare il nostro tempo di utilizzo della piattaforma, quindi possiamo dire che oggi l'essere umano è libero di scegliere l'orario in cui vedere quello che gli viene imposto. In uno dei saggi viene esplicitamente affermato che non possiamo definire questa condizione una schiavitù, perché l'individuo si sottomette liberamente, ma io non sono completamente d'accordo, considerata l'importanza che molte app hanno nella nostra quotidianità.
Uno dei saggi approfondisce il tema della gamification, cioè della trasformazione del tempo libero in tempo di lavoro e viceversa. Quando una persona, per godere del proprio tempo libero, si avventura su queste piattaforme che offrono giochi o svaghi, entra in un mondo dove è contemporaneamente consumatore e lavoratore; egli infatti consuma il prodotto per passare il tempo, ma allo stesso tempo fornisce agli sviluppatori informazioni e riscontri utili per migliorarlo, quindi garantisce un doppio guadagno al fornitore senza ricevere niente in cambio. Questo fenomeno è ampiamente sfruttato dalle aziende che forniscono questi prodotti, infatti per lo sviluppo dei social o dei giochi esse si avvalgono di studi psicologici, così da intrappolare l'utente nella propria rete per quanto più tempo possibile. Il libro cita il caso di un gioco molto popolare su Facebook qualche anno fa, sviluppato in modo tale da innescare nel giocatore gli stessi meccanismi psicologici della ludopatia, così da aumentare a dismisura il tempo di fruizione dell'app e indurre all'acquisto in denaro vero del passaggio ai livelli superiori.

Cronofagia e media è un libro che ci apre gli occhi sui meccanismi su cui si fonda la nostra realtà iperconnessa, mostrandoci anche come la nostra moderna schiavitù parta molto da lontano e sia solo un'evoluzione del vecchio e marcio capitalismo.
Nel libro si trovano anche saggi dedicati al cinema e al suo modo di affrontare il tema della manipolazione del tempo da parte dei padroni d'azienda, perché già parecchi anni addietro gli intellettuali si ponevano il problema del ruolo svolto dai mass media nel contesto economico occidentale.
La lettura di questo libro per certi versi è inquietante, perché fa capire fin quanto siamo affondati nella palude in cui ci hanno spinto i detentori del potere economico, e con quanta facilità ci riescano a manipolare, però conoscere l'amara verità è un passo fondamentale per trovare delle contromisure. 

Francesco Abate

domenica 13 aprile 2025

PUBBLICATO IL MIO QUARTO ROMANZO: EUDEMONIA

 


Sono felice di annunciarvi l'uscita del mio quarto romanzo, Eudemonìa, pubblicato dalla casa editrice indipendente Atile Edizioni.
Dei contenuti vi parlerò più approfonditamente nei prossimi giorni, per ora vi anticipo che racconta di un viaggio iniziato per cercare Dio ma che conduce ad una meta del tutto inattesa.
Sebbene potrebbe sembrare un fantasy, definirlo così sarebbe riduttivo e impreciso, è più giusto dire che si tratta di un'allegoria.

Il romanzo si può ordinare in tutte le librerie, fisiche e virtuali. Vi invito, se potete, a prediligere quelle fisiche, evitando così di foraggiare un sistema malato e dando ossigeno a luoghi che possono essere molto di più di semplici negozi: fate lavorare le persone e non gli algoritmi!
Trovate tutte le informazioni in questa pagina.

Vi invito, una volta letto il romanzo, a lasciare i vostri commenti (positivi e negativi), perché il confronto è la linfa vitale della cultura.

Grazie e buona lettura!

Francesco Abate

mercoledì 9 aprile 2025

BIELORUSSIA

 

Bielorussia è una poesia contenuta nella raccolta Inferno.
Nel periodo in cui scrissi la raccolta, la Bielorussia era interessata da un'imponente ondata di proteste, represse nel sangue come sempre avviene nei regimi totalitari. Il paese è da decenni nelle mani di Aljiaksandr Lukasenka, dittatore amico di Putin che, forte dell'alleanza del gigante russo, non esita a calpestare qualsiasi diritto umano pur di mantenere il potere.
Nonostante le violenze della dittatura, come avviene in molti paesi dell'ex Unione Sovietica (Russia compresa), le istanze di libertà del popolo non perdono forza, e la poesia è proprio il canto di chi pretende questa libertà.
"Bianco e rosso!
Bianco e rosso!
Ghiaccio d'inverno
e sole d'estate
ecco la voce dell'urlo
di bocche affamate
non del pane infuocato
ma di fresca libertà."


Vi ricordo che potete acquistare Inferno in tutte le librerie e in tutti i collegamenti che trovate in questa pagina. Trovate tutti i miei libri presso la libreria Copperfield Bookshop di Battipaglia.
Se volete, potete anche seguirmi sui social alle seguenti pagine: FacebookMeWe. Potete seguire anche il mio account Instagram f.abate_scrittoresa.
Se vi fa piacere, fatemi sapere cosa pensate dei miei libri commentando sul blog, sulle pagine social o lasciando una recensione sulle piattaforme di acquisto.

Ne approfitto inoltre per invitarvi a seguire il blog, perché sono in arrivo importanti novità (avete notato la nuova pagina?).

Francesco Abate

mercoledì 2 aprile 2025

"PRIMA CHE IL GALLO CANTI" DI CESARE PAVESE

 

Prima che il gallo canti è un'opera di Cesare Pavese costituita da due romanzi brevi, Il carcere e La casa in collina, scritti tra il 1948 e il 1949.
I due romanzi affrontano il tema dell'ignavia durante la dittatura fascista. I due protagonisti sono, ognuno a modo suo, sospesi in un Limbo posto appena al di fuori della storia, e mentre nel mondo infuria la guerra e in Italia scoppia la Resistenza, loro restano confinati nelle proprie vicende personali senza lasciarsi coinvolgere.
Il carcere racconta dell'ingegnere Stefano, condannato al confinio in un piccolo paesino dove il mare è la quarta parete della prigione, invece La casa in collina narra del professore Corrado. Entrambi vivono la propria vicenda umana venendo solo sfiorati dagli eventi storici che infuriano tutt'intorno, si perdono tra la natura dei luoghi in cui vivono e la gente che frequentano, donne comprese.
Sia Stefano che Corrado soffrono la condizione di esuli della storia e sentono il bisogno di impegnarsi, tutti e due però al momento decisivo rinunciano e restano in disparte; Stefano sceglie di non incontrare un altro esule che l'ha contattato, Corrado sceglie di non farsi coinvolgere nella Resistenza e si limita a fuggire tra le montagne. A differenza del protagonista di Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi, Corrado non cede all'impulso di impegnarsi nemmeno quando diventa testimone dell'ingiustizia della dittatura fascista, cioè quando i suoi compagni vengono arrestati e deportati, e sceglie solo di scappare e salvarsi la pelle.
Con Prima che il gallo canti, soprattutto col racconto La casa in collina, Pavese riflette sull'uguaglianza delle vittime della guerra, proponendo un'ideale superamento della contrapposizione tra antifascisti ed ex fascisti. L'opera è però anche un'importante riflessione sulla complicità con i regimi dittatoriali di chi non si oppone e lascia che le cose vadano per il proprio conto. Questo concetto si esplica chiaramente in questo dialogo tra Corrado e Cate, una sua vecchia fiamma:
"- Non sei mica fascista? - mi disse.
Era seria e rideva. Le presi la mano e sbuffai. - Lo siamo tutti, cara Cate, - dissi piano. - Se non lo fossimo, dovremmo rivoltarci, tirare le bombe, rischiare la pelle. Chi lascia fare e s'accontenta, è già un fascista."
Come in tutte le opere di Pavese il paesaggio svolge un ruolo di primo piano. Ne Il carcere tutto il paesino è una prigione a cielo aperto, di cui il mare è la quarta parete. Ne La casa in collina il paesaggio piemontese è invece un accogliente luogo che ospita e protegge, una culla in cui Corrado trova riparo dal mondo sconvolto e deturpato dalla guerra.

Prima che il gallo canti è da molti ritenuto il capolavoro di Cesare Pavese, ancor più importante de La luna e i falò. Al di là dei giudizi circa l'importanza dell'opera, a mio parere questa si può considerare decisamente la più moderna. 
In questi due racconti Pavese non racconta di eroi, ma di persone comuni, concentrate a preservare la propria quotidianità mettendosi al riparo dall'onere di una scelta coraggiosa e pericolosa. Ancora oggi tanti scelgono di ignorare i problemi del mondo, illudendosi di poter chiudere la storia fuori dalla porta e vivere una vita tranquilla, ma Pavese ci mostra come questa scelta lasci solo una profonda inquietudine e costringa ad una condizione subumana, immersi in un pantano ed in balìa degli eventi.

Francesco Abate

domenica 30 marzo 2025

FINALE PREMIO NABOKOV 2024

Sono ancora un po' frastornato per le ore di viaggio in auto, ma anche per il lungo fine settimana che mi sono concesso nella bellissima Lecce, coccolato dall'ospitalità salentina e dalla bella compagnia offerta dagli altri finalisti del premio Nabokov.
Sono stati due giorni bellissimi, passati tra nuovi amici, buon cibo e la straordinaria bellezza di Lecce. Tutto è poi culminato ieri sera a Novoli, dove sono salito sul palco del Premio Nabokov 2024 come finalista della sezione Racconti.

Se volete leggere Il ladro e gli altri racconti giudicati meritevoli dalla giuria del Nabokov, potete acquistare l'antologia Traiettorie.

Spero di tornare presto a Lecce, di cui sono innamorato. Chissà, magari potrò tornarci ancora grazie al Premio Nabokov, in fondo non c'è due senza tre!

Francesco Abate 

domenica 23 marzo 2025

CANTA AL CIELO LATIFA

 

Canta al cielo Latifa è una poesia contenuta nella raccolta Inferno.
Nei versi di questa poesia canto la storia della principessa Latifa del Dubai, che nel 2021 denunciò di essere tenuta prigioniera nella villa del padre, che l'aveva addirittura sequestrata a seguito del suo tentativo di fuga negli Stati Uniti.
Canta al cielo Latifa
dalla sua gabbia dorata;
quanto è triste la tua voce,
principessa
prigioniera del tuo stesso regno.
La storia fu seguita anche da Amnesty International perché, sebbene Latifa sia una principessa, la sua è una storia simbolo dell'oppressione femminile, quindi accende i riflettori su quello che succede a miliardi di donne in tutto il mondo, anche a pochi passi da casa nostra.
Canta al cielo Latifa;
cielo che non può più vedere
mentre la mano paterna
le copre spietata gli occhi.


Vi ricordo che potete acquistare Inferno in tutte le librerie e in tutti i collegamenti che trovate in questa pagina.
Se volete, potete anche seguirmi sui social alle seguenti pagine: FacebookMeWe. Potete seguire anche il mio account Instagram f.abate_scrittoresa.
Se vi fa piacere, fatemi sapere cosa pensate dei miei libri commentando sul blog, sulle pagine social o lasciando una recensione sulle piattaforme di acquisto.

Francesco Abate

domenica 9 marzo 2025

RESURREZIONE DI LEV TOLSTOJ

 

Resurrezione è un romanzo pubblicato dallo scrittore russo Lev Tolstoj nel 1889.
Ispirato a un fatto realmente accaduto, è un'opera in cui l'autore riflette sulla condizione dei reietti della società, soprattutto i carcerati, usandola come spunto per formulare la propria ricetta per la definitiva redenzione.
Resurrezione è ispirato a un fatto realmente accaduto, cioè al processo di una prostituta che tra i giurati vide l'uomo che l'aveva sedotta e rovinata; così come nel romanzo, l'uomo tentò di rimediare al torto compiuto sposando l'imputata, solo che nella realtà non ci fu lieto fine e la donna morì di tifo. Oltre allo spunto di cronaca, questo è un romanzo fortemente autobiografico, infatti lo stesso Tolstoj aveva sedotto una cameriera che poi, rimasta incinta, era stata allontanata, quindi nel romanzo lo scrittore cerca la redenzione propria, oltre che quella dell'umanità.
Il protagonista del romanzo è il nobile Dmitri Nechljudov, che per un caso ritrova il suo vecchio amore e lo trova corrotto e degradato all'infimo rango di prostituta accusata d'omicidio. La donna viene condannata, ma Nechljudov si convince di essere la causa della sua rovina, così decide di fare tutto il possibile per riscattarla, anche a costo di rovinare sé stesso. Ha inizio il viaggio del protagonista tra le classi più povere della società russa, di cui può osservare la miseria, e tra i carcerati, dei quali vede il profondo stato di degradazione umana.
Tolstoj attraverso Nechljudov propone una profonda riflessione sui contadini e sui carcerati. Riguardo ai primi, lo scrittore sposa la teoria secondo la quale sia ingiusto che i nobili possiedano la terra, traendone grandi profitti e tenendo nella miseria i contadini che la lavorano. Per quanto concerne i carcerati, lo scrittore ce li mostra come i dannati del Cocito, con Nechljudov che cammina dovendo fare attenzione a non calpestarli; gli viene negata la dignità umana e vengono degradati, eppure la loro condanna è stata comminata da una società corrotta che ha costruito le leggi per propria comodità e non per senso di giustizia.
La riflessione di Tolstoj sui carcerati si espande fino a diventare un processo etico alla società, e da questo processo si genera la consapevolezza della via per la resurrezione. La società è ingiusta e corrotta, nonostante ciò si concede il lusso di giudicare colpevoli delle persone e punirle negando loro l'umanità. L'unica soluzione a questa tremenda ingiustizia Tolstoj la rileva, attraverso Nechljudov, in una totale adesione al cristianesimo: gli uomini devono riconoscersi colpevoli davanti a Dio, ammettere perciò di essere incapaci di punire o correggere il prossimo, quindi perdonare.

Resurrezione di Tolstoj, oltre ad essere uno straordinario romanzo, leggibile e pregno di contenuti, offre anche una riflessione sulla condizione carceraria che si può traslare senza problemi ai giorni nostri.
Anche oggi i carcerati sono spesso privati della dignità umana (si guardi al tasso di suicidi in carcere) e ci tocca ancora chiederci chi davvero siano i colpevoli delle loro cattive azioni, perché è assodato che molti delinquenti nella vita non hanno mai avuto veramente la possibilità di vivere seguendo le leggi. Se le norme sono create dalla classe ricca, e in barba ad ogni principio di giustizia penalizzano qualcuno, come si può condannare costui se le viola? E come può chi ha scritto delle regole ingiuste giudicare i colpevoli e gli innocenti? 
Al di là della soluzione cristiana che offre Tolstoj, il problema c'è oggi come c'era allora e necessita di essere affrontato con analisi approfondite e non con l'assordante megafono della propaganda, come purtroppo oggi accade.

Francesco Abate

domenica 2 marzo 2025

RUSSIA

 

Russia è una poesia contenuta nella raccolta Inferno.
L'immagine che ho scelto per introdurre il post è quella degli ostaggi uccisi all'interno del teatro Dubrovka nel 2002, cittadini presi in ostaggio da terroristi ceceni e sacrificati dal proprio paese in nome di una parvenza di sicurezza. Ho scelto questa immagine per ricordare come le mostruosità della Russia di Putin non sono iniziate tre anni fa con l'invasione dell'Ucraina, ma da sempre l'ex KGB calpesta democrazia e diritti umani nel paese, come denunciato da coraggiosi giornalisti come Anna Politkovskaja (alla quale pure è dedicata una poesia in Inferno).
La poesia è composta da tre strofe. Nella prima traccio un malinconico parallelo tra la grande tradizione letteraria del paese e l'attuale squallida dittatura degli oligarchi ("C'era lo sguardo profondo di Lev, / c'era lo speleologo dell'anima Fedor, / c'era lo spirito di Anton e gli altri versi / ... / tutto oggi è coperto e calpestato / dai canini sporgenti e dal gas asfissiante / dello zar sorto dalla spuma di Stige").
Nella seconda strofa canto il desiderio di fuga di un cittadino russo soffocato dalla dittatura, perché non dobbiamo mai dimenticare che i russi sono esseri umani come noi e di questa situazione sono vittime, non complici.
Nella terza infine chiudo la poesia segnalando come il mondo scelga di non guardare. La poesia l'ho scritta prima dell'invasione dell'Ucraina, quando la Russia era ancora membro del G8 e nessuno si vergognava a fare affari col dittatore che faceva uccidere i giornalisti e aveva annesso militarmente Cecenia e Georgia.


Vi ricordo che potete acquistare Inferno in tutte le librerie e in tutti i collegamenti che trovate in questa pagina.
Se volete, potete anche seguirmi sui social alle seguenti pagine: FacebookMeWe. Potete seguire anche il mio account Instagram f.abate_scrittoresa.
Se vi fa piacere, fatemi sapere cosa pensate dei miei libri commentando sul blog, sulle pagine social o lasciando una recensione sulle piattaforme di acquisto.

Francesco Abate

domenica 23 febbraio 2025

CAPIRE I BALCANI OCCIDENTALI

 

Capire i Balcani occidendali. Dagli accordi di Dayton ai giorni nostri è un saggio scritto a cura di Martina Napolitano, dottoressa di ricerca in Slavistica e docente di lingua russa, che si propone di spiegare in modo semplice e accessibile a tutti cosa sono i Balcani e quali criticità ancora oggi covino.
Comprendere i Balcani è fondamentale non solo per arricchire le proprie conoscenze, ma perché la storia d'Europa e del mondo spesso è stata fortemente influenzata dalle vicende di quei paesi. Un attentato compiuto a Sarajevo, nell'attuale Bosnia Erzegovina, fu la miccia che fece esplodere la Prima guerra mondiale, ed anche una delle ultime guerre combattute in Europa, la guerra in Kosovo, si è combattuta in quella regione. 
I Balcani sono da sempre un rebus, un enigma difficile da risolvere in cui troppi si cimentano con leggerezza e con la mente carica di pregiudizi. Culla di grandi diversità politiche ed etniche, i paesi balcanici convivono da sempre con situazioni tese e complesse da gestire. Alcuni fanno già parte da anni dell'Unione Europea, altri hanno intrapreso il percorso necessario per l'adesione, pur mantenendo però al loro interno forti movimenti nazionalisti che non smettono di fermentare e che chiedono (e spesso impongono) di seguire la direzione opposta.
A rendere delicata la regione dei Balcani, e quindi a renderne necessaria la comprensione, è anche la sua centralità in quei problemi che riguardano l'Europa intera. Nella zona c'è chi guarda con favore ad alleanze politico-economiche con la Russia, per non parlare degli importanti accordi commerciali che alcuni paesi balcanici hanno stipulato con la Cina, rinforzando quelli che al momento sono i nemici economici (e non solo) dell'UE.
Molto delicata per questi paesi è anche la questione dei migranti. I paesi balcanici fanno parte della rotta di passaggio dei migranti che dal Medio Oriente procedono verso nord, passando per Turchia e Grecia, allo scopo di raggiungere l'Unione Europea. Lo scoppio della guerra in Siria ha aumentato il flusso di migranti lungo la rotta e le politiche di chiusura dell'UE hanno trasformato questi paesi di passaggio in paesi di arrivo, costringendoli ad accollarsi l'accoglienza di un numero cospicuo di migranti. Questa enorme pressione su casse statali quasi mai floride, unite alla forza dei movimenti nazionalisti e di estrema destra dei paesi balcanici, ha favorito l'adozione di politiche disumane nei confronti dei migranti (come dimenticare i profughi a piedi nudi nella neve in Bosnia Erzegovina?), andando ad ingrossare inoltre le file degli euroscettici, che si sono sentiti appunto traditi e abbandonati dall'UE.

Le questioni riguardanti i paesi balcanici, la loro storia e la loro cultura, le loro divisioni etniche e politiche, non sono argomenti semplici al punto da essere esauriti in un breve articolo.
Il saggio Capire i Balcani occidentali ha però il merito di spiegare con molta semplicità, quindi in modo accessibile anche a chi è a digiuno della storia balcanica, tutte queste contraddizioni. Il saggio è ben lontano dall'esaltazione o dalla commiserazione dei paesi di cui tratta, ne analizza storia, geografia e società in modo molto semplice, non mancando di porre l'accento anche sulla cultura della gente che li abita, così da avvicinare di più il lettore a quei paesi che conosciamo così poco, ma che geograficamente e culturalmente ci sono molto vicini.
Dobbiamo capire i Balcani, anche perché la comprensione di altri popoli può sempre servire a correggere la rotta che sta seguendo attualmente il nostro paese. Nella nostra Italia tiepidamente rassegnata al fascismo che ritorna, che accetta passivamente l'approvazione di norme liberticide degne dell'Iran (il cosiddetto Ddl sicurezza), la lezione che in questi giorni arriva dalla Serbia può essere una scossa, perché i serbi ci hanno dimostrato che un popolo compatto e deciso nella protesta può rovesciare un Governo autoritario.

Francesco Abate 

sabato 15 febbraio 2025

VALANGA DI NEVE (CANTO PER I TOSSICODIPENDENTI)

 

Nessun cane in cerca dei loro resti,
nessun orecchio ad ascoltarne i lamenti;
soffocano silenziosi e nascosti,
sotto i passi di una umanità senza cuore.
Questa è la strofa conclusiva di Valanga di neve (canto per i tossicodipendenti), poesia contenuta nella raccolta Inferno.
In questa poesia canto dei tossicodipendenti, vittime di una società che prima li distrugge, poi li devia, infine li giudica e li allontana.
La tossicodipendenza è una piaga di cui si parla tanto, ma quasi sempre a sproposito, e gli approcci di chi dovrebbe salvare le vittime di questo morbo sono quasi sempre punitivi. La società che spinge le persone nel tunnel della droga finisce poi per punirli, perché è più facile rinchiuderli e giudicarli che aiutarli e fare autocritica.


Vi ricordo che potete acquistare Inferno in tutte le librerie e in tutti i collegamenti che trovate in questa pagina.
Se volete, potete anche seguirmi sui social alle seguenti pagine: FacebookMeWe. Potete seguire anche il mio account Instagram f.abate_scrittoresa.
Se vi fa piacere, fatemi sapere cosa pensate dei miei libri commentando sul blog, sulle pagine social o lasciando una recensione sulle piattaforme di acquisto.

Francesco Abate

sabato 8 febbraio 2025

"I DEMONI" DI FEDOR DOSTOEVSKIJ

 

I demoni è un romanzo scritto da Fedor Dostoevskij e pubblicato per la prima volta nel 1872. Con quest'opera l'autore russo riprende le riflessioni sulla crisi morale della società russa sviluppate in Delitto e castigo, riflessioni che poi troveranno pieno compimento ne I fratelli Karamazov.
In origine Dostoevskij progettò di scrivere la Vita di un grande peccatore, che però nella sua forma unitaria non vide mai la luce, venendo invece pubblicata sotto forma di due opere distinte: I demoni e L'adolescente.
In questo romanzo lo scrittore analizza i problemi posti dall'avanzare del nichilismo nella società russa. Una nuova generazione priva di valori morali, senza Dio e senza idea del bene, prende forza e tenta di rovesciare l'intera società, favorita da una vecchia generazione incapace di vedere la portata reale del pericolo, accecata com'è dalle frivolezze e da un liberalismo già largamente diffuso.
Il titolo I demoni viene da un passo del Vangelo di Luca nel quale si racconta dei demoni che, cacciati da Gesù, escono dal corpo di un malato e vanno ad impossessarsi di un branco di maiali, che poi si gettano nel precipizio. Nella visione di Dostoevskij, i nichilisti sono i maiali posseduti dai demoni, e come questi si abbandonano all'istinto di autodistruzione. Il romanzo però, attraverso le parole di uno dei suoi protagonisti, si chiude con una visione carica di speranza: la malata guarirà e siederà ai piedi di Gesù, guardata con meraviglia dagli altri. La società russa quindi sarà liberata dai suoi demoni, tornerà nel solco delle proprie tradizioni cristiane e riprenderà a splendere.
Il tema principale è quello del nichilismo, che si impossessa della nuova società e la distrugge, complice la vecchia generazione. Questa colpa dei padri si vede chiaramente nel rapporto tra Stepan Trofimovic Verchovenskij e suo figlio Petr: il primo è un intellettuale convinto di essere liberale, che solo alla fine rinnega il suo passato; suo figlio invece è un subdolo manipolatore, non crede in niente e trama per esercitare il proprio potere sulle persone che lo circondano.
In questo romanzo, attraverso i suoi complessi personaggi, sono presentate tre diverse varianti di nichilismo:
1) Kirillov è un nichilista tormentato dall'idea dell'uomo-Dio, sceglie di uccidersi perché convinto che l'uomo possa essere davvero libero solo vincendo la paura della morte, quindi togliendosi la vita per coraggio e non per disperazione;
2) Satov rappresenta il messianesimo russo, è convinto infatti che il popolo russo sia l'unico "portatore di Dio" e non debba rassegnarsi ad avere un ruolo secondario nella storia dell'umanità;
3) Sigalev pensa che nella società perfetta tutti debbano essere uguali nella schiavitù, quindi l'umanità debba essere sottomessa ad un ristretto gruppo di capi.
Queste tre varianti del nichilismo finiscono, loro malgrado, per sottomettersi al gioco perverso di Petr Verchovenskij, infatti la morte di Kirillov viene usata per depistare le indagini su un omicidio, Satov viene ucciso perché tenta di difendere la propria indipendenza spirituale e di uscire gruppo di terroristi, la teoria di Sigalev viene presentata come originale anche se in realtà nessuno le dà importanza. Qui l'autore ci mostra come il terrorismo e la brama di potere usino le varie tendenze nichiliste per predicare la morte dei vecchi valori e giungere al potere.
In origine il protagonista del romanzo doveva essere proprio Petr Verchovenskij, anche perché la narrazione prende spunto da un fatto di cronaca dell'epoca (l'uccisione di uno studente ad opera di un gruppo di terroristi) che viene richiamato con l'uccisione di Satov. Procedendo nella stesura, però, l'autore scelse di dare maggior rilievo a Nikolaj Stavrogin, che divenne il vero protagonista. Stavrogin è un giovane viziato, annoiato e immorale, uno che distingue il male dal bene ma non sceglie nessuno dei due, cerca di avere solo comportamenti "estremi" per vivere un brivido. Stavrogin è un tiepido, e nell'Apocalisse c'è scritto, ricorda lui stesso, che i tiepidi saranno vomitati dalla bocca di Dio.

Man mano che si procede nella lettura de I demoni, non si può fare a meno di analizzare con gli occhi di Dostoevskij la situazione mondiale attuale.
I complotti di Petr Verchovenskij ci mostrano come chi ha brama di potere riesca a manipolare ignoranza e disperazione: come lui si fa apprezzare dalla buona società che vuole distruggere, così oggi chi vuole piegare la società alle proprie voglie si presenta avvolto dall'aura di benefattore; allo stesso modo, come lui usa le convinzioni autolesioniste di Kirillov per i propri fini e sopprime Satov che vuole essere libero, così gli aspiranti potenti di oggi si avvantaggiano della disperazione della gente e tentano di reprimere qualsiasi manifestazione di libertà individuale. Oggi il mondo è pieno di Petr Verchovenskij e, grazie all'apatia di buona parte della società civile, hanno sempre più potere.
Un personaggio che risulta molto attuale è anche quello di Stepan Trofimovic, che è il perfetto simbolo dello pseudointellettuale contemporaneo, che si crede libero, o finge di esserlo, ma non fa altro che crogiolarsi nei propri sogni di gloria, abdicando al proprio ruolo di guida della società e favorendo la nascita e la crescita dei vari Petr Verchovenskij.

Francesco Abate