giovedì 24 marzo 2016

LETTERATURA: IL GIUDIZIO DI VOLTAIRE SU DANTE ALIGHIERI

Voltaire (Parigi 1694-1778) fu uno degli esponenti di spicco dell'Illuminismo. Fu molto critico nei confronti di Dante Alighieri, forse ad oggi si può definirlo come lo studioso che peggio ha giudicato il poeta italiano.

Voltaire tradusse alcuni versi della Divina Commedia, così come tradusse Petrarca, Tasso e Ariosto (solo per citare gli italiani). Si produsse in tali traduzioni nonostante non fosse un buon conoscitore della lingua italiana, infatti ad oggi le sue traduzioni sono ritenute tutt'altro che accurate. Nelle numerose lettere e pubblicazioni inerenti i letterati italiani, il filosofo mostrò chiaramente di preferire il Tasso e soprattutto l'Ariosto (il suo favorito in assoluto), mentre arrivò a definire la Divina Commedia "bizzarra". Voltaire riconobbe al capolavoro dantesco solo il valore linguistico: Dante era colui che aveva nobilitato la lingua toscana, ma della Commedia non disse mai bene. Oltre alle parole con cui la definì, Voltaire trasmise il suo disprezzo nei confronti della Commedia anche attraverso i toni usati nei suoi commenti. Egli infatti affrontò il commento della principale opera dantesca con un'accentuata ironia, quasi con sarcasmo, come se stesse commentando un'operetta da quattro soldi.

Non tutti accettarono i giudizi di Voltaire sull'opera dantesca, specialmente sul territorio italiano si sviluppò un fervore nazionalistico che prese le difese del poeta fiorentino. Vi furono studiosi che criticarono l'accuratezza delle traduzioni del filosofo e giudicarono le sue opinioni sulla Commedia prive di fondamento, Martinelli definì quella di Voltaire una maldicenza e non una critica, ritenendo inoltre che le sue traduzioni erano "stupide". Il filosofo francese si mostrò sprezzante nei confronti delle critiche tanto quanto lo fu nei confronti dell'opera dantesca, Nonostante vi fu un'opposizione alle critiche di Voltaire, il pensiero del filosofo riguardo l'opera dantesca si ancorò nella cultura europea e vi rimase per molti anni. 

Francesco Abate

martedì 22 marzo 2016

POESIA: NOTTE INSONNE

Una musica pigra
galleggia eterea
nel neon bianco
e le farfalle
confuse e stanche
perdono la guerra
contro il tempo.
La schiena è curva
e l'occhio cade,
l'aria è pesante
e il tempo pesa.
Non c'è sorriso a curare l'anima,
non c'è sogno a ingannare la mente.
La notte lunga
cammina lenta
e ruba le stelle
agli occhi stanchi
che implorano luce.

Francesco Abate