domenica 21 giugno 2015

LETTERATURA: RECENSIONE DE "IL GRANDE GATSBY" DI F.S. FITZGERALD

Considerata la principale opera di Francis Scott Fitzgerald, “Il Grande Gatsby” mostra una vita passata a rincorrere un passato svanito (quella di Gatsby) che si scontra con la realtà e nell’impatto si sgretola completamente. Gatsby cerca di riacciuffare il passato perduto (l’amore per la bella Daisy, di classe sociale superiore) tentando un dominio assoluto sulla vita, ostentando un lusso quasi vergognoso ed esponendolo in pubblico. Alla fine crederà di essere sul punto di tornare in possesso di quel pezzo di vita perduta, ma si scontrerà con la realtà e con il nuovo ordine creatosi con il fluire degli eventi, la situazione gli sfuggirà perciò di mano e lo porterà alla deriva. Il futuro che aveva rincorso, che altro non era che la cancellazione di una gran fetta del suo passato, gli si allontanerà, lui cercherà di riacciuffarlo ma sarà tutto vano. Gli era sembrato di avere in mano l’oggetto del suo desiderio, ma si ritroverà con in mano le macerie della sua vita e intrappolato in un fluire di eventi da cui verrà travolto. Gatsby rappresenta anche il povero che non esita a “sporcarsi” pur di realizzare il sogno americano di una vita lussuosa e felice, quasi onnipotente, finisce però per pagare il prezzo della sua scalata troppo ambiziosa e crolla.

La storia è narrata in prima persona da Nick, vicino di casa di Gatsby che si ritrova ad essere suo amico e complice. Gatsby mira infatti alla bella Daisy, amica di Nick. Attraverso la narrazione di Nick il lettore viene a conoscenza del personaggio di Gatsby, vede lentamente diradarsi intorno a lui quell’aura quasi mitologica che lo avvolge fino a vederlo nudo nei suoi pregi e nei suoi difetti. Attraverso Nick inoltre l’autore esprime le sue considerazioni finali sulla vicenda di Gatsby. Oltre ad avere il ruolo di narratore, Nick è comunque un personaggio che sulla storia incide molto, è infatti lui a portare Gatsby vicino alla realizzazione del suo progetto e da solo assisterà al suo lento declino prima della fine.

Daisy è l’oggetto del desiderio di Gatsby. Tipica donna di buona famiglia americana, si innamora da giovane di un soldato di cui conosce solo le bugie e, se non venisse fermata dalla famiglia, fuggirebbe con lui. Lo amerà per sempre, però cederà facilmente alle convenzioni sociali e sposerà un uomo di pari condizione, creandosi una nuova vita. Anche alla fine, messa di fronte alla necessità di scegliere tra un passato che ritorna e il presente agiato e convenzionale, tituberà solo finché non scoprirà le bugie del vecchio amato, a quel punto sceglierà il calore di una famiglia convenzionalmente infelice.

Tom è il marito di Daisy. La tradisce e lo sanno tutti. Ama la sua condizione di ricco americano e non manca di farla pesare, è convinto di essere superiore per via del suo status sociale. È conservatore, ama i valori fondanti della patria, però non esita a tradire la moglie e quando si trova ad essere tradito riesce perfino a farglielo pesare. Lui rappresenta l’ordine sociale che si contrappone alla voglia di emergere e di cambiare le cose di Gatsby.

Il romanzo può considerarsi anche un fedele specchio degli USA anni Venti. Fitzgerald ci mostra infatti una società divisa in classi, dove i poveri sembrano portare sulle spalle la colpa della loro povertà, alcuni con muta rassegnazione (Wilson il meccanico) ed altri tentando invano di cambiare le cose (Gatsby e la moglie di Wilson), mentre i ricchi si abbandonano ad una vita vuotamente godereccia fatta di feste lussuose, ubriachezza, tradimenti e tanti rimpianti, il tutto però vissuto con la dignità di chi si sente investito di una missione per la quale è obbligato a salvare le apparenze e mantenere lo stato delle cose.

Francesco Abate