martedì 26 gennaio 2021

"ZANZARA" FINALISTA PER LA PUBBLICAZIONE INTERNAZIONALE DELL'ANNO

 

Sono felice di annunciarvi che la poesia Zanzara è stata inserita da Spillwords tra le finaliste del concorso per la Pubblicazione internazionale dell'anno.

Qualora vi andasse di votarla, potrete farlo a questo link dopo esservi registrati. 

Grazie e buona lettura.

Francesco Abate

mercoledì 20 gennaio 2021

"VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE" DI LOUIS-FERDINAND CELINE

 

Pubblicato per la prima volta nel 1932, Viaggio al termine della notte è il primo e forse più importante romanzo dello scrittore francese Louis-Ferdinand Céline.
Tanto grande fu l'impatto dell'opera da spingere anni dopo Bukowski a designarne l'autore come lo scrittore migliore degli ultimi duemila anni, perché "si è tolto le viscere e ci ha riso sopra".

Il romanzo narra le vicende di Ferdinand Bardamu, la cui vita lo porta ad attraversare i tempi e il mondo.
Affascinato dagli ideali patriottici, Bardamu si arruola e parte per la Grande Guerra. Finisce ben presto schiacciato dalle angherie di ufficiali stupidi e vanagloriosi, e arriva alla conclusione che la sua unica vera missione debba essere portare a casa la pelle.
Tornato dalla guerra, finisce nelle colonie francesi in Africa e si ritrova alla mercé delle malattie e delle intemperie che infestano la zona.
Finita la sua breve e tremenda esperienza coloniale, riesce a fuggire negli Stati Uniti. Una volta nel Nuovo Mondo che tanto lo incuriosiva, entra come operaio in una fabbrica di automobili. 
Anche lì però dura poco e torna in Francia, dove termina gli studi e intraprende la carriera di medico. Quest'ultima fase della sua vita è a sua volta poco fortunata e altro non può fare che osservare la miseria economica e morale del mondo che lo circonda.

Il protagonista è Ferdinand Bardamu, che viaggia di mondo in mondo alla ricerca di una sua dimensione che non trova mai, finendo così per essere spettatore del mondo e co-protagonista di tante storie altrui, ma mai davvero protagonista di una propria.
Rilevante è poi il ruolo del suo amico Robinson, che a più riprese compare dal nulla e sprona Ferdinand a raggiungere una nuova tappa del suo viaggio. A differenza di Bardamu, Robinson riesce a essere più estremo nel bene e nel male: scende a livelli più bassi, arrivando a compiere furti e anche un omicidio; alla fine riesce però a scegliere una morte coraggiosa invece di sottomettersi a una vita impantanata in sentimenti fasulli.

Il tema principale del romanzo è il viaggio; non dobbiamo però intenderlo come un movimento attraverso i luoghi, bensì un attraversamento di vari pezzi d'umanità.
Attraverso gli occhi del protagonista, vediamo prima di tutto quanto sia inutile e disumano quel gioco fatto sulla pelle di gente ignara: la guerra. Ben presto diventa chiaro come sia stupido ogni ideale patriottico e come l'unico vero valore debba essere la sopravvivenza, come l'eroismo sia nella realtà sostituito da inettitudine e disinteresse nei confronti del benessere altrui.
Nell'esperienza statunitense di Bardamu, invece, vediamo la società americana all'alba del fordismo. L'uomo è ridotto al rango di macchina, è fatto solo per lavorare e per lanciarsi in una disperata ricerca del divertimento a tutti i costi. Non ci sono sentimenti, o almeno laddove appaiono vengono schiacciati, e tutta la vita si riduce a un'oscillazione tra lavoro e finta felicità, tra i rumori della fabbrica e quelli delle feste notturne. Un po' un precursore del "Produci. Consuma. Crepa" con cui Palahniuk identifica la società moderna nel romanzo Fight club.
Nell'ultima parte vediamo il protagonista impantanato in un piccolo centro fuori Parigi, in mezzo a una mediocre piccola borghesia che vive di espedienti e appare priva di qualsiasi regola morale. 
Tutto questo viaggio si svolge in un'aria impestata di malattie e sofferenze, dove mai il raggio di sole di un sentimento sincero riesce a scacciare del tutto le nuvole degli inganni e degli espedienti.

Degno di nota in Viaggio al termine della notte è il linguaggio scelto da Céline.
Si tratta di un linguaggio molto vicino al parlato delle classi medio-basse, tanto brutto da tenere il lettore costantemente immerso nella melma morale in cui la voce narrante, quella del protagonista, vede impantanati il mondo e sé stesso.

Viaggio al termine della notte è un romanzo che ha segnato la nostra cultura ed è una fedele descrizione di una società ferita che, evitando di curarsi, lascia le proprie piaghe infettarsi ed emanare una puzza che soffoca l'anima.
Dovendo scegliere un'immagine collegabile al romanzo, come faccio all'inizio di ogni post, ho scelto una distesa di fango. Leggendo le avventure narrate in prima persona da Ferdinand Bartomu, si ha infatti come l'impressione di procedere in una melma sporca e puzzolente, di imbrattarsi con ogni sorta di schifezza e di restare per sempre segnati dalla puzza.
Céline ci mostra il peggio del mondo che lo circonda e ha sicuramente il merito di farlo con straordinaria efficacia. Nonostante ciò, ritengo questo un buon romanzo, non un capolavoro.
A mio modo di vedere, quel linguaggio tanto originale ed efficace che usa lo scrittore francese è proprio il tallone d'Achille dell'opera: il viaggio che ci propone si rivela tremendamente pesante e procede a fatica, rendendo molto appetibile l'idea di un abbandono precoce.
Nonostante l'eccessiva pesantezza e la scarsa bellezza del romanzo, ne consiglio comunque la lettura a chi ama addentrarsi nei meandri più oscuri della coscienza umana. A volte una strada dissestata e fangosa merita lo stesso di essere percorsa, perché ci sono mete che è sempre bene raggiungere.

 Francesco Abate

giovedì 7 gennaio 2021

"I PROTETTORI DI LIBRI" E IL CAPODANNO

 

Da pochi giorni è iniziato il nuovo anno, con un passaggio di consegne molto sentito vista la durezza del 2020.
Il romanzo I Protettori di Libri si apre proprio in una sera di san Silvestro, quella del 2027, e una festa di inizio anno che prende una piega molto particolare.
Giovanna, la protagonista, vive con una certa malinconia il giorno di festa. Tutti sappiamo che i giorni festivi amplificano i malesseri morali e lei non fa eccezione. Percepisce con forza di aver sprecato un altro anno, sente la propria vita come un treno che percorre un binario unico, attraversando sempre le stesse stazioni; per lei l'esistenza è un interminabile e noioso film. Tanto è soffocata dalla piattezza della propria esistenza da finire per concedersi una trasgressione, mentre intorno a lei tutti festeggiano in preda ai fumi dell'alcol.

***

A quale trasgressione si abbandona Giovanna? Si pentirà di averla fatta o sarà per lei l'inizio di una nuova vita?
A queste domande potrete avere risposta acquistando I Protettori di Libri su uno dei link che trovate andando in questa pagina. Il formato è disponibile sia in formato cartaceo che elettronico. 
Dopo averlo letto, non dimenticate di lasciare un commento sul blog, su Facebook o su Twitter.

Grazie e buona lettura.

Francesco Abate

domenica 3 gennaio 2021

PUBBLICATA "LA MANO CRUDELE DI BIA"

 

Sono felice di annunciarvi che è già arrivata la mia prima pubblicazione dell'anno nuovo, infatti su Spillwords.com è stata pubblicata la mia poesia La mano crudele di Bia.

Questa poesia tratta un argomento che mi sta molto a cuore: la violenza. 
Ho già avuto modo di scrivere in altri post che viviamo in una società in cui la violenza è non solo accettata, ma spesso anche presentata come unica via per la risoluzione dei problemi. Siamo così ciechi, così abituati a vivere immersi in questa melma di sangue e dolore, che ci perdiamo dietro a problemi che ne sono la conseguenza senza mai prendere davvero coscienza della causa prima.
La poesia si apre mostrando come i ruoli di vittime e carnefici non siano fissi, come qualche paladino di battaglie alla moda oggi vuole farci credere, ma siano solo il frutto di situazioni di forza o debolezza che si determinano più o meno casualmente. Il pesce grosso fa male al pesce piccolo, nient'altro. 
Per spiegare questi concetti mi sono aiutato con la mitologia greca: Bia per i greci era la personificazione della violenza, mentre dal vaso di Pandora il mito narra che uscirono tutti i mali che portarono il caos nel mondo. A mio modo di vedere tutti i mali, o almeno i peggiori, sono figli della violenza, quindi dal vaso di Pandora uscì solo Bia, la cui mano stringe il pugnale insanguinato mentre noi cerchiamo fantomatici assassini.

Vi ricordo che nella pagina Le mie poesie troverete tutte le poesie che ho pubblicato.

Grazie e buona lettura.
Francesco Abate