sabato 24 dicembre 2022

BUON NATALE... CON UNA POESIA

 

Auguro a tutti di passare un buon Natale e un felice anno nuovo.
Fino all'inizio del prossimo anno non pubblicherò nuovi post, perciò vi lascio con in regalo una poesia, pubblicata sull'agenda 2023 della casa editrice Ensemble.
Vi ricordo che sul blog trovate tutti i link per l'acquisto dei miei libri o semplicemente pagine in cui scoprire qualcosa in più su di me.
Ci rivediamo nel 2023!

SEDUTO NELL'IMMONDIZIA

Vedo la felicità che vola via,
rubata da uccelli stranieri che
me l'hanno strappata dalle mani.
Vedo la felicità che si sporca,
raccoglie perle nella discarica
per farsene una collana.
Vedo la felicità che si svende,
si lascia calpestare, sputare addosso,
e bruciano le mani con cui ersi il castello
nel cui oro l'avrei avvolta di onori;
me ne sto seduto nell'immondizia
a guardarla morire,
penso alla vita che avremmo avuto
e la vedo sfiorire.

Francesco Abate

mercoledì 14 dicembre 2022

ACARI DI GIAMPAOLO G. RUGO

 

Acari è il primo romanzo di Giampaolo G. Rugo, pubblicato nel 2021 dalla casa editrice Neo. Sebbene questo sia il suo primo libro, Rugo non è nuovo alla scrittura, avendo al suo attivo già diverse sceneggiature cinematografiche e teatrali.
Acari è un romanzo di racconti, una raccolta di tante storie apparentemente scollegate tra loro ma in realtà unite da un filo conduttore. Leggendolo, il lettore attraversa la vita di persone tanto comuni da poter essere chiunque e le segue in un arco temporale che va dagli anni Ottanta ai giorni nostri. La penna dello scrittore ci tratteggia la scoperta della morte da parte di un gruppo di ragazzi, adolescenti mai sazi di vita che della fine hanno un'idea appena accennata; vediamo poi le salite e le discese della vita di una bellissima ragazza, la più bella della scuola, che si rovina e poi prova a risorgere; assistiamo alle tribolazioni dell'invalido Gimbo, che grazie all'amico Mario riesce comunque a vivere delle belle esperienze e a prendere una decisione difficile. Tutto questo film si svolge a Roma, non quella delle bellezze che affascinano il mondo intero o quella dei quartieri degradati, ma la città della piccola e media borghesia che tranquilla ospita esistenze in apparenza insignificanti. Eppure, ci dice Rugo, quelle esistenze sono dense, cariche di energie che causano e producono allontanamenti e avvicinamenti, che costruiscono legami e li distruggono; dentro quei palazzi uguali e anonimi c'è la vita.
Essendo una storia di vite i temi che pone all'attenzione del lettore sono tanti, in apparenza molti possono sembrare frivoli ma non lo sono. Affrontiamo in queste pagine la finzione televisiva attraverso lo show che ogni anno ospita la donna più vecchia del mondo, una di quelle trasmissioni che confeziona una realtà rassicurante imbottendola di stereotipi così da accalappiare il pubblico. Attraverso la storia di un padre ex calciatore fallito scopriamo il dramma che si può nascondere dietro le aspettative troppo alte caricate sulle spalle di giovani che avrebbero bisogno solo di crescere e divertirsi. Vediamo poi il dolore e l'amore dei giovani e degli adulti, sentimenti così simili eppure tremendamente diversi. Tutta l'opera nel suo complesso sfida il lettore a riflettere sulla fugacità degli incontri e dei rapporti umani; questi racconti sono storie di incontri e di allontanamenti, di rapporti umani che sembrano dover durare per sempre e che invece si sgretolano sotto il peso del tempo e degli eventi. Attraverso la storia di Gimbo è sottolineata anche l'importanza delle piccole cose, dei momenti felici, perché solo chi è privato quasi di tutto può assaporare appieno la dolcezza di un sorriso ricevuto o di un contatto intimo.
In Acari ci sono tante cose, forse tanto di tutto, ma sia la scrittura che l'espediente dei racconti rende la storia interessante e scorrevole. L'autore non si dilunga in riflessioni proprie, si limita a mostrarci la vita e a farcela scoprire con gli occhi dei personaggi. Si tratta di un romanzo godibile, ma non di pagine senza contenuto e questo ai giorni nostri è molto raro.

Francesco Abate

domenica 4 dicembre 2022

PAKISTAN

 

Corre in bici Iqbal, 
bambino gioioso e vivace;
chiedeva penne e matite,
ebbe un proiettile nella schiena.
Pakistan è la quarta poesia della sezione dell'Inferno dei popoli, contenuta nel libro Inferno.
La poesia parla del dramma vissuto da milioni di bambini pakistani, venduti alla mafia dei tappeti e costretti a lavorare in regime di schiavitù, e lo fa attraverso la storia di Iqbal Masih, bambino che si ribellò al suo ruolo di schiavo e divenne simbolo della lotta contro il lavoro minorile e per il diritto all'infanzia. Come spesso accade nelle storie vere, non c'è il lieto fine: Iqbal fu ucciso a dodici anni in circostanze mai chiarite, ma forte è il sospetto che dietro alla sua morte ci fosse proprio la mafia pakistana dei tappeti.
Milioni di bambini in Pakistan vengono rapiti o venduti per poi essere condotti "dove il sole non nasce mai / dove la carezza è una frusta che schiocca / dove il bacio è un calcio in faccia."
Questa poesia canta perciò la miseria e l'ingiustizia che tiranneggiano il Pakistan, ma anche la voglia di combattere per un paese più giusto di cui è simbolo il povero piccolo Iqbal.



Vi ricordo che potete acquistare Inferno in tutte le librerie e in tutti i collegamenti che trovate in questa pagina.
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Grazie e buona lettura.

Francesco Abate