mercoledì 27 marzo 2024

UNO SGUARDO INDIETRO...

 



Negli ultimi sette mesi per Inferno sono arrivati il 2° posto al Premio Letterario Città di Siena, la Menzione d'onore della Giuria al Premio Nabokov e la finale del Contropremio Carver. Riconoscimenti che mi hanno dato la possibilità di visitare tre città meravigliose (Siena, Lecce e Lucca) e conoscere persone bellissime che con me condividono l'amore per la scrittura e la lettura, dandomi la possibilità di un confronto piacevole e costruttivo che non dimenticherò mai.
Adesso che il turbine di emozioni si è calmato, posso dare uno sguardo indietro e fare qualche valutazione.
Io amo scrivere, lo faccio da sempre e continuerò a farlo finché avrò vita, perché fa parte di me e semplicemente non esiste Francesco Abate senza la scrittura. I riconoscimenti ricevuti in questi ultimi mesi non fanno che aumentare il vigore della mia già forte voglia di scrivere, quindi sono grato alle giurie che hanno apprezzato la mia opera e l'hanno ritenuta idonea di premi o menzioni.
Le cerimonie non sono state però solo delle occasioni per accrescere la mia autostima; ho avuto la fortuna di conoscere tante belle persone con cui condividere idee e sensazioni, un incontro che non solo mi ha regalato serate piacevoli ma che di sicuro si muterà una crescita interiore, grazie anche alla lettura di tanti nuovi libri che ho avuto modo di conoscere.
Idee e condivisione, non è forse questa l'essenza della cultura?

Adesso che ho dedicato qualche minuto ad un doveroso sguardo sulla strada percorsa (perché va bene guardare avanti e procedere, ma ogni tanto bisogna fermarsi a guardare il panorama), posso riprendere con entusiasmo e gioia quello che non ho mai smesso di fare: divertirmi scrivendo.

Grazie a tutti.

Francesco Abate

sabato 16 marzo 2024

RIFLESSIONI SUL GENOCIDIO

 

Hanno fatto molto discutere nei giorni scorsi le parole di Liliana Segre. La senatrice a vita ha contestato l'utilizzo a suo modo di vedere improprio del termine "genocidio", evidenziando come questo oggi venga usato per designare qualsiasi situazione e lasciando quindi intendere che per lei non è adatto a descrivere quanto sta accadendo in questi mesi a Gaza.
Sulle parole della senatrice a vita occorre una riflessione, vista anche la delicata situazione a cui fanno riferimento. Il termine "genocidio" fu coniato dall'avvocato polacco Raphael Lemkin in riferimento a quanto subito dagli armeni ad opera dell'Impero ottomano. Anni dopo l'ONU si è preoccupata di definire in modo chiaro cosa rientra nella definizione di genocidio: <<gli atti commessi con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso.>>
Analizzando ciò che sta accadendo da ottobre nella striscia di Gaza, è facile dedurre come siamo in presenza di un genocidio a tutti gli effetti. I media parlano di guerra, ma non ci sono due eserciti a fronteggiarsi, c'è semplicemente una forza di invasione (Israele) che bombarda, massacra e perseguita in ogni modo inermi cittadini palestinesi. A Gaza ci sono ospedali bombardati, cittadini ridotti alla fame dall'assedio di un esercito ostile e trucidati mentre sono in fila per accaparrarsi gli aiuti necessari alla sopravvivenza.
Gli atti di Israele sono con ogni evidenza commessi con l'intenzione di distruggere il popolo palestinese quindi, benché la cosa dispiaccia alla senatrice Segre, a Gaza si sta compiendo un genocidio.

Dipanata la questione circa l'appropriatezza del termine "genocidio", occorre fare delle riflessioni sulle dichiarazioni della senatrice Liliana Segre e sul ruolo che ricopre.
L'evidente difficoltà che la senatrice ha mostrato sin dall'inizio a riconoscere come genocidio ciò che sta subendo il popolo palestinese (che, a dirla tutta, non è cominciato ad ottobre 2023 ma viene perpetrato dalla nascita dello Stato d'Israele, se non prima) potrebbe nascere dalla paura che i crimini di Israele sminuiscano la memoria dell'Olocausto, rinforzando un antisemitismo purtroppo mai sopito. Questa paura si potrebbe paragonare a quella che per anni ha spinto la sinistra italiana a non parlare apertamente del dramma delle foibe: si nasconde la gravità delle azioni commesse dai propri alleati temendo che possano macchiare la propria immagine. La storia ci ha però insegnato che è stata proprio la negazione di tali fenomeni a macchiare l'immagine della sinistra italiana, ed oggi assistiamo alla strumentalizzazione del dramma delle foibe operata dalle destre e favorita dall'opera di occultamento portata avanti per anni dalla sinistra. Questa lezione impone perciò una riflessione: è molto probabile che questa negazione a oltranza di un crimine palese e odioso dia forza all'ondata di odio contro gli ebrei, mentre prenderne atto pubblicamente porrebbe la parte moderata degli ebrei su un piano diverso da quello dei sionisti estremisti, liberando i primi dall'ombra del sospetto di odio anti-arabo.
Una riflessione occorre farla anche sul ruolo della senatrice Segre. L'incarico di senatrice a vita le fu conferito in virtù della sua qualità di sopravvissuta all'Olocausto, le fu affidato il compito di tenere viva la memoria degli italiani su uno dei periodi più bui della storia mondiale. Lo scopo della memoria è proprio quello di comprendere i fenomeni al fine di prevenirne il ritorno; se chi è depositario della memoria non si rivela in grado di riconoscere questi fenomeni quando si ripresentano, il suo ruolo è inutile. Occorre perciò chiedersi, e chiedere alla senatrice Segre, se questa sua difficoltà ad ammettere l'evidenza, cioè che a Gaza gli israeliani stanno perpetrando il genocidio del popolo palestinese, non la renda inadatta al ruolo che ricopre.

Francesco Abate

domenica 10 marzo 2024

SPIFFERI DI MALE

 

Spifferi di male è una poesia contenuta nella raccolta Inferno.
In questa poesia rievoco l'omicidio di Sabrina Beccalli, uccisa dal suo migliore amico che poi ne ha bruciato il corpo nel tentativo di nascondere il misfatto.
Questo terribile fatto di cronaca, che come sempre accade ha alzato a suo tempo il solito polverone mediatico salvo poi finire dimenticato, mi ha indotto a riflettere sul tradimento. Sabrina fu infatti uccisa dal suo migliore amico, una persona di cui si fidava ciecamente, alla quale si rivolgeva quando aveva bisogno di aiuto. 
Dante Alighieri, riprendendo Aristotele e san Tommaso D'Aquino, reputava il tradimento il peggiore dei peccati, perché compiuto con l'ausilio della ragione e con l'abuso della fiducia della vittima, per questo nella Divina Commedia ha collocato i traditori nel pozzo dei giganti, il punto più profondo dell'Inferno, in prossimità di Lucifero. Io non mi discosto molto da questa visione, giudico infatti il tradimento la cosa peggiore di cui sia capace l'essere umano, la più marcata negazione dell'umanità di cui ci si possa macchiare.
Proprio sul tradimento rifletto quando, alla fine della poesia, mi rivolgo all'assassino e gli chiedo:
"E tu, amico falso,
Lucifero vestito da Arcangelo,
come potevi guardarla in quegli occhi
che in te vedevano speranza
mentre le strappavi l'anima dal corpo?

E tu, uomo falso,
ammasso di carne senz'anima,
come potevi sorriderle e dirle "son qui"
mentre affilavi gli artigli
con cui le avresti straziato le carni?"

Ad eccezione delle ultime due strofe (quelle che ho citato) nel resto della poesia mi rivolgo alla stessa Sabrina, cercando di vedere dal suo punto di vista il tradimento subito. Ad esempio in questa strofa, la seconda, scrivo:
"In questo mondo di dolore e lacrime
hai cercato la cura
dentro un sorriso
ma quello del tuo amico era il ghigno
di un demonio
che ti ha bruciato la vita."

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Colgo l'occasione per segnalarvi che Inferno ha ricevuto la Menzione Speciale per la poesia edita al Premio Nabokov 2023, la cui finale si è svolta ieri al Teatro Comunale di Novoli (LE).
Sono felice di questo riconoscimento, che mi sprona a coltivare con maggior ardore la passione della scrittura.

Grazie e buona lettura.

Francesco Abate