lunedì 25 aprile 2022

BUON 25 APRILE

Il 25 aprile è la festa più sacra della Repubblica Italiana, ricorda infatti quando il popolo italiano superò le differenze ideologiche per combattere contro chi negava la libertà. 
Oggi non è una festa qualsiasi, non basta ascoltare una canzoncina o fare una sfilata per festeggiarla degnamente. Essendo la festa di chi ama la libertà ed è disposto a difenderla a ogni costo, noi dobbiamo ricordare non solo chi l'ha difesa in passato, ma anche chi sta combattendo ora per ottenerla. Oggi dobbiamo ricordare i partigiani, ma un pensiero deve andare anche agli ucraini, che combattono per liberarsi dal mostro russo, e ai palestinesi, che resistono alle continue prepotenze di Israele, ai curdi e in generale a tutte le persone che sognano quella libertà che oggi noi diamo per scontata e che spesso con colpevole leggerezza auspichiamo ci venga limitata.
Oggi dobbiamo inoltre ricordare, e gridare ai quattro venti, che è la festa dell'antifascismo. Il fascismo è negazione della libertà, non può trovare spazio in una democrazia. Il fascismo è la malattia che curammo col 25 aprile, non dobbiamo però illuderci di averla debellata, infatti abbiamo sì affievolito i sintomi ma il virus è ancora in circolo tra le strade, nelle istituzioni e nelle forze dell'ordine.
Oggi è il 25 aprile. Viva la libertà! Viva l'antifascismo!

Francesco Abate

mercoledì 13 aprile 2022

LA RUSSIA DI PUTIN SCRITTO DA ANNA POLITKOVSKAJA

La Russia di Putin è un libro giornalistico scritto nel 2004 da Anna Politkovskaja, giornalista russa assassinata nel 2006 a Mosca.
Si tratta di un libro molto chiaro sin dall'incipit, nel quale l'autrice dichiara di voler parlare di Putin senza toni ammirati, in un modo, accusa, che non è molto in voga in Occidente. La giornalista motiva la propria scarsa stima col fatto che, divenuto presidente, Putin non è riuscito ad abbandonare la forma mentis e i modi di agire assimilati durante la lunga carriera al KGB. "Siamo solo un mezzo, per lui. Un mezzo per raggiungere il potere personale. Per questo dispone di noi come vuole" dichiara l'autrice.
Nelle pagine di questo libro-denuncia, Anna Politkovskaja mostra con chiarezza la profonda corruzione che il regime di Putin ha tollerato, e spesso promosso, in tutta la Russia. Ci viene mostrato un paese dove il pesce grosso può disporre a proprio piacimento di quello piccolo, tanto nell'esercito quanto nella vita lavorativa, dove i giudici sono alla mercé dello Stato e per questo non esiste giustizia per chi subisce un abuso dai potenti, dove anche il più elementare diritto umano può essere negato senza conseguenze, dove il razzismo nei confronti dei ceceni è pane quotidiano. Tutto questo ci viene mostrato con la chiarezza propria del libro giornalistico, che partendo da episodi particolari arriva a descrivere la realtà generale.
Particolarmente impressionanti sono le pagine dedicate alle violenze contro i soldati e le loro famiglie. Come ho già detto, il pesce grosso può disporre del piccolo come vuole, quindi non mancano casi di abusi sfociati in torture e omicidi, con le famiglie che dopo aver incassato il lutto devono subire l'oltraggio della giustizia negata. L'autrice cita inoltre tanti casi di soldati morti durante la seconda guerra di Cecenia i cui corpi non sono mai stati restituiti alle famiglie, in barba a ogni regola di umanità e buon senso.
Oltre alle ingiustizie, il libro ci offre un'immagine dell'esercito molto diversa da quella che si potrebbe immaginare. La Russia è una potenza nucleare e ha uno degli eserciti più grandi del mondo, eppure ci vengono mostrati soldati lasciati alla fame e abbandonati senza supporto in zone remote del paese. Anche a livello militare, la cura delle persone è pari a zero: al regime interessa solo l'efficienza delle armi.
Ci sono molte pagine dedicate a due fatti che tutti più o meno conosciamo e che non lasciano dubbi su quello che è il regime di Putin: l'assalto al teatro Dubrovka (2002) e quello alla scuola di Beslan (2004). In entrambe le situazioni ci fu un attacco terroristico e il potere, quindi Putin, preferì difendersi con la forza senza nemmeno provare a salvare gli ostaggi civili anzi, ne uccise gran parte per poi nascondere le prove del misfatto. In quei casi vedemmo tutti, perché grande risonanza ebbero anche da noi quei fatti, che la vita umana per Putin non significava niente e che il sistema giudiziario russo asseconda ogni esigenza del potere.
Le pagine conclusive del libro in poche righe hanno il merito di inchiodare tutto l'Occidente alle proprie responsabilità. Scrive l'autrice: "Né ci potrà aiutare l'Occidente, che poco si cura della <<politica antiterrorismo>> di Putin e che invece mostra di gradire la vodka, il caviale, il gas, gli orsi e un certo tipo di persone...". Tutti abbiamo avuto il modo di vedere le violazioni dei diritti umani perpetrate da Putin in Russia e in Cecenia, gli arresti arbitrari di ceceni accusati di terrorismo senza alcuna prova, gli avvelenamenti degli oppositori politici, ma il gas russo è stato più importante di tutto. Solo adesso, che Putin ha mostrato di non esitare a rivoltarsi anche contro di noi, ci siamo risvegliati dall'opportunistico torpore.

La Russia di Putin è un libro importante da leggere, soprattutto in questo periodo. La Russia è diventata prepotentemente un problema di tutti noi; fino a qualche mese fa si sorrideva dell'estremo decisionismo di Putin, ci si facevano i meme e non mancavano tanti suoi estimatori sia tra i politici che nella società civile (tutta l'estrema destra europea gli lecca le natiche da anni, invogliata dai rubli e sempre pronta ad abbracciare chi reprime le libertà). Adesso che sembra diventato possibile un attacco contro di noi, di colpo Putin è brutto e cattivo; un po' come accadde coi talebani, le cui politiche repressive e oscurantiste non interessavano a nessuno finché gli USA non decisero di attaccarli. 
La politica gioca da sempre manipolando la realtà dei fatti e la storia, a noi non resta che essere bene informati in modo da non cadere nelle sue trappole. Oggi tanti straparlano di geopolitica e di Russia, ma pochi conoscono la realtà dei fatti. L'attacco contro l'Ucraina può aver sorpreso solo chi si era perso il massacro dei ceceni, il teatro Dubrovka e Beslan, chi era distratto quando fu seminato polonio-210 per Londra o quando Navalny si trovò il veleno nelle mutande. Viviamo in un mondo complesso, e a tutti piace esprimere le opinioni personali, quindi non possiamo permetterci ingenuità o disinformazione.
Anna Politkovskaja in questo libro fa una denuncia chiara, ci mostra come in Russia ci sia il KGB al potere, come sia tornato a galla il peggio dell'Unione Sovietica. La giornalista pagò il suo coraggio con la vita, ma le sue parole non saranno vane finché i suoi libri apriranno gli occhi della gente su uno dei personaggi più pericolosi del mondo.

 Francesco Abate

domenica 3 aprile 2022

SENILITA' DI ITALO SVEVO

 

Senilità è un romanzo pubblicato dallo scrittore italiano Italo Svevo nel 1898.
Nelle pagine di questo romanzo, l'autore torna ad analizzare l'inettitudine e l'incapacità di vivere, come aveva fatto sei anni prima col libro Una Vita. Entrambi i romanzi non ottennero un grande successo e Svevo dovette attendere il 1923, anno della pubblicazione de La Coscienza di Zeno, per essere apprezzato in tutta Europa (apprezzamento dovuto anche all'impegno di James Joyce, che fece conoscere l'opera nel continente).

Il protagonista è Emilio Brentani, un impiegato dall'esistenza monotona bloccata tra le mura della casa che divide con la sorella Amalia. Stanco della sua vita piatta, Emilio si getta in un'avventura amorosa con la bellissima Angiolina; la sua incapacità di capire persone e situazioni lo porta però a idealizzare l'amante, così si illude di poter costruire una relazione amorevole con una ragazza che invece si concede a tanti uomini e non mostra mai segni di vero amore per lui.
Mentre Emilio annaspa tra le aspettative e la realtà della sua vita amorosa, in casa lentamente si consuma l'esistenza della sorella Amalia, che ama l'artista amico del fratello, ma non riesce a fare altro che sognarlo di notte.

A dispetto di ciò che fa intendere il titolo, Senilità non parla di persone anziane. La vecchiaia a cui fa riferimento l'opera è propria dello spirito, è l'immobilismo, l'indecisione, l'incapacità di vivere in cui sono impantanati Emilio e Amalia. Il primo prova a uscire dallo stallo, ma si rivela totalmente incapace di capire le persone e le situazioni, si comporta sempre nel modo sbagliato e si consuma nei dubbi invece di godersi quello che ha. Amalia soffre ancora di più la sua situazione spirituale, ma è maggiormente bloccata dalla rigida morale borghese e non riesce a fare altro che rifugiarsi nel mondo dei sogni, finendo però distrutta da questo suo bisogno di evasione dalla realtà.
Il romanzo ci mostra anche un'immagine impietosa dell'artista decadente di fine Ottocento. Sia Emilio che l'amico Stefano Balli sono artisti, il primo scrittore e il secondo scultore, ed entrambi non hanno successo. Emilio il suo fallimento lo vive con rassegnazione, mentre Balli ne è convinto che sia dovuto alla sua eccessiva originalità e ne è orgoglioso.

I personaggi principali del romanzo sono: Emilio, Amalia, Stefano Balli e Angiolina. Il poeta Eugenio Montale nei personaggi scorse un perfetto quadrilatero, perché sono disposti tra loro in modo geometrico: due uomini tra loro contrapposti da un lato, dall'altro le donne anch'esse contrapposte. 
Emilio è un mediocre borghese incapace di agire e di vivere. Soffre la sua condizione, prova a fuggirne cercando riparo nell'amore sensuale, ma la sua incapacità di comprendere la realtà lo porta a non comprendere la persona che si mette accanto né la relazione che si crea, finisce così per cercare amore romantico e materno in una ragazza infedele e rozza. Dentro di lui vive un perenne conflitto tra il modo in cui vede la realtà e ciò che essa è davvero; nei lampi di coscienza che ha, pianifica di agire in qualche modo, ma al momento di attuare i suoi piani finisce sempre travolto dagli eventi. Alla fine si rassegna a una vita passata nel grigiore e nella piattezza, costruendosi una memoria fasulla di Angiolina al cui corpo bello associa il carattere mite e amorevole della sorella Amalia. In pratica Emilio finisce per alzare bandiera bianca.
Stefano Balli è uno scultore amico di Emilio. A differenza dell'amico, ha successo con le donne, vive una soddisfacente mondanità e non è rassegnato all'insuccesso. Affronta la vita con positività e trasforma in azione la sua voglia di gioie, senza perdersi in riflessioni inutili come invece fa Emilio.
Amalia è la sorella di Emilio. Donna mite e amorevole, molto buona, è però brutta e vive chiusa in casa senza nessun vero contatto con l'esterno. Conduce un'esistenza piatta e vuota come il fratello, ma ha una mentalità più rigida e non riesce a imporsi una trasgressione. Si innamora di Stefano Balli, ma non osa manifestare in alcun modo la sua passione; si accontenta di sognarlo di notte, e nei sogni si concede a lui senza vergogna. Quando perde la possibilità di vedere Balli, ancora una volta non reagisce ma prova a scappare nell'oblio stordendosi con l'etere, ma questo abuso finisce per costarle la vita. Nei suoi deliri finali emergono la sua passione, il senso di sconfitta per non averla potuta vivere liberamente e anche la tristezza per una maternità mai diventata realtà. Il personaggio di Amalia è sicuramente il più tragico del romanzo.
Angiolina è l'amante di Emilio, una perfetta antitesi di Amalia: molto bella, per niente amorevole, estremamente libera sessualmente e spregiudicata. Ha relazioni con molti uomini (di tanti colleziona addirittura le foto), sempre persone di estrazione sociale più alta, come se cercasse la realizzazione attraverso la seduzione. Emilio nota come tenda a prendere modi di dire e di comportarsi dai vari amanti con cui intrattiene relazioni, comportamento che evidenzia un carattere debole. 

Senilità è un romanzo che ci mostra un uomo impantanato nella propria incapacità di agire e di capire. Attraverso Emilio Brentani, Svevo ci conduce dentro un tipo di esistenza che oggi come allora è molto comune. Tanti vivono di sogni, progettano grandi imprese, poi per incapacità o per paura restano imprigionati nella propria fortezza, lasciandosi sfuggire la vita dalle mani. Per queste persone, che sono tante, la lettura di questo libro è fondamentale: Svevo giudica infatti con severità il protagonista, e attraverso sia lui che la sorella fa vedere le conseguenze nefaste a cui può condurre questo immobilismo. Amalia fugge vigliaccamente dalla realtà e resta uccisa, Emilio fa lo stesso e si imprigiona in una non-vita.
Molto interessante è anche la reazione al fallimento dei due protagonisti maschili; Emilio si rassegna e smette di provarci, Stefano invece si convince di essere lui nel giusto e continua sulla sua strada. Quale delle due reazioni sia giusta, se poi davvero una giusta c'è, spetta all'arbitrio di ognuno di noi, ma quella di Stefano almeno gli permette di godere della propria passione senza lasciarsi condizionare dalle critiche. 
Il libro è scorrevole e si legge facilmente, anche se la relazione tra Emilio e Angiolina in alcuni momenti diventa irritante per via dell'incapacità dell'uomo di agire così come vorrebbe. 

Francesco Abate