giovedì 21 settembre 2017

RE RICCARDO E PRINCIPE GIOVANNI TRA STORIA E LEGGENDA

Di Riccardo Cuor di Leone e del principe Giovanni sentiamo parlare molto spesso, pur non essendo inglesi. Chiunque ha visto anche solo un film o letto un libro su Robin Hood si è imbattuto nelle figure di questi due sovrani. 
Nei romanzi storici, e di conseguenza nei film, le figure dei due re sono messe in perfetta contrapposizione. Il Riccardo della leggenda è il sovrano coraggioso, buono e giusto, che riprende il trono dalle mani dell'usurpatore con l'aiuto di Robin Hood e instaura un regno fondato sulla giustizia; il principe Giovanni invece è un usurpatore senza scrupoli che salassa il popolo con le tasse e calpesta senza pietà i diritti di ciascun suddito. Di fatto, re Riccardo è il buono e il principe Giovanni suo fratello è il cattivo.
Nelle leggende e nei romanzi i confini tra il bene e il male sono delineati nettamente e i personaggi riescono ad essere o assolutamente buoni o l'esatto contrario, sappiamo però che nella realtà non è così semplice e spesso si viaggia sulle sfumature.

Se nella leggenda re Riccardo è presentato come un sovrano coraggioso e giusto, nella storia permane solo la qualità del coraggio. Fu un valente condottiero, ma proprio la sua voglia di dimostrarlo e di ricoprirsi della gloria in battaglia lo rese un sovrano assente. Iniziamo col ricordare che non si ribassò ad imparare una sola parola della lingua inglese, ritenendo la francese più adatta ad un sovrano. Ovviamente occorre ricordare che la dinastia dei Plantageneti era di origini francesi, però sembra che Riccardo non conoscesse nemmeno una parola della lingua del popolo proprio perché da lui ritenuta non all'altezza. Di fatto si trattò di un sovrano che manteneva le distanze dai suoi sudditi. 
Re Riccardo si concentrò totalmente nelle guerre che poté combattere. Il suo regno non è famoso nella storia per riforme o iniziative politiche particolari, ma è una sequenza di conflitti armati. Riccardo partecipò prima alla Terza Crociata, tornato in patria dovette riconquistare il trono che il fratello Giovanni tentava di usurpargli e poi, ripresa in mano la reggenza del regno, partì subito per la Francia dove si scontrò con re Filippo II per la riconquista di alcuni territori che il francese gli aveva strappato. In Inghilterra come re di fatto non stette mai e morì in battaglia mentre cercava di assediare il castello di Chaluz. Ovviamente tutti questi conflitti armati avevano un costo e Riccardo non esitò a finanziarli imponendo pesanti tasse ai suoi sudditi. La sanguisuga non fu solo suo fratello Giovanni, così come invece ci è tramandato dalle storie su Robin Hood.
Oltre ad essere un fiero condottiero, Riccardo fu anche sanguinario. Impegnato nella Terza Crociata, iniziò ad attaccare villaggi e fare stragi già in Turchia, dove i cittadini erano da tempo convertiti al cristianesimo. Si dice che massacrò anche un gran numero di ebrei in Germania. Il suo atto più atroce fu comunque il massacro di San Giovanni d'Acri, in Terrasanta. Conquistata la città, Riccardo negoziò la resa con Saladino. Il sultano non riuscì però a pagare il riscatto pattuito entro i termini previsti e Riccardo, senza pensarci su due volte, massacrò 3000 prigionieri mussulmani col solo intento di mettergli pressione. Nei paesi arabi la figura di Riccardo incuteva terrore, si dice che le madri lo usassero per minacciare i propri figli capricciosi.
Cristiano molto devoto, fu solito autoflagellarsi per chiedere perdono dei propri peccati. Si dice che tra i suoi peccati vi fosse anche quello di sodomia. Già tra i trovatori medioevali in effetti circolava la voce che re Riccardo fosse omosessuale, ma a distanza di più d'un millennio resta difficile da stabilire. 
Fu fortemente antisemita. C'è da dire che all'epoca gli ebrei non erano simpatici a nessuno e venivano costantemente maltrattati, lui però mostrò miopia politica ed una visione estremista quando vietò che vi fossero ebrei presenti alla sua incoronazione. Una delegazione di alti rappresentanti della comunità ebraica volle lo stesso partecipare ed elargirgli dei doni, ma lui sprezzante li cacciò via. Quella netta presa di posizione anti-ebraica del sovrano diede inizio ad una serie di delitti sanguinosi perpetrati proprio a danno degli ebrei. La violenza raggiunse un livello tale che lo stesso sovrano, onde evitare destabilizzazioni alla vigilia della sua partenza per la Crociata, dovette punire severamente i responsabili. Alcuni sostengono che lo stesso Riccardo fu mandante degli omicidi e che poi, per ristabilire l'ordine, punì solo gli esecutori materiali. Al di là di questo particolare, che è da dimostrare, resta la grave miopia di un sovrano che non aveva calcolato le conseguenze di un suo atto sprezzante nei confronti di una comunità già oggetto d'odio in tutta Europa.

Dopo aver parlato di quello che la leggenda ci descrive come buono, parliamo del cattivo per antonomasia: Giovanni Senzaterra.
Il principe Giovanni era fratello minore di Riccardo e deve il suo soprannome al fatto che non ottenne territori in eredità, essendo l'ultimo dei suoi fratelli.
Se la figura di Riccardo è ben lontana dalla leggenda che gli appartiene, quella di Giovanni è invece molto più simile. Tentò effettivamente di usurpare il trono del fratello, salassò i sudditi con pesanti tasse e quando dovette combattere per mantenere il trono cedette in poco tempo.
Quello che la leggenda non racconta è che Giovanni divenne legittimamente re d'Inghilterra. Come detto sopra, Riccardo riconquistò facilmente il trono che il fratello cercò di rubargli. I due però si riappacificarono e Riccardo ripartì subito per una nuova avventura in Francia, dove Filippo II gli aveva sottratto alcuni possedimenti. Riccardo morì nell'assedio del castello di Chaluz e suo successore legittimo fu proprio Giovanni, che alla fine riuscì quindi ad essere sovrano.
A differenza del regno di Riccardo, quello di Giovanni non è famoso per le guerre, ma per la Magna Charta libertatum, un documento che possiamo ritenere la prima Costituzione della storia ed è datato 1215. Diciamo subito che Giovanni non fu un re liberale, la Magna Charta gli fu imposta dalla nobiltà inglese, ormai stanca dell'accentramento del potere nelle mani del sovrano. Il documento dava significativi privilegi alla nobiltà, al clero, ai funzionari di stato ed ai sudditi; imponeva al sovrano il divieto di imporre tasse ai suoi vassalli senza aver prima avuto il consenso di un consiglio formato da arcivescovi, abati, conti e dai baroni più importanti; garantiva ai cittadini il diritto a non essere imprigionati senza prima aver avuto un regolare processo.

Lo scopo di questo articolo non è quello di infangare Riccardo Cuor di Leone o rivalutare il principe Giovanni. Semplicemente mi sono divertito a spogliare due figure leggendarie della loro aura e ad osservarle nella verità storica. Quello che emerge è molto semplice: Riccardo fu un ottimo condottiero ma non amò mai fare il politico, dei suoi sudditi si curò meno che della sua gloria; Giovanni fu un politico senza scrupoli, ma la storia lo travolse e lo costrinse ad essere padre di una grande rivoluzione politico-culturale promulgando la prima costituzione. Ovviamente la storia non va giudicata, va compresa. Benché il carattere di Riccardo gli facesse prediligere la lotta alla politica, portandolo a non considerare mai la soluzione diplomatica dei conflitti, è pur vero che si trovò ad operare in un clima costante di tensione sia entro i confini del regno che fuori. Stesso discorso va fatto per Giovanni, che promulgò la prima costituzione ma fu ben lontano dall'essere un sovrano liberale, di fatto fu costretto a cedere alle pretese dei baroni per non rischiare di perdere il trono. La Magna Charta poi va giudicata secondo l'epoca in cui fu scritta: fu una rivoluzione nel XIII secolo, ma oggi una Costituzione del genere farebbe accapponare la pelle, infatti ampie parti della popolazione erano escluse dai diritti che essa concedeva, quindi era ben lontana dal sancire l'eguaglianza di tutti i cittadini.

Francesco Abate

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