martedì 23 aprile 2024

QUI, DOVE IRATO A GLI ANNI TUOI NOVELLI DI GIOSUE CARDUCCI

 

Qui, dove irato a gli anni tuoi novelli
sedesti a ragionar co 'l tuo dolore,
veggo a' tepidi sol questi arboscelli,
che tu vedevi, rilevarsi in fiore.

Tu non ti levi, o fratel mio. D'amore
cantan su la tua fossa erma gli uccelli:
tu amor non senti; e di sereno ardore
più non scintilleran gli occhi tuoi belli.

Ed in festa venir qui ti vid'io
oggi fa l'anno; e dire anco mi sona
e ancor m'arride il tuo sorriso pio.

Come quel giorno, il borgo oggi risona
e si rallegra del risorto iddio,
ma terra copre tua gentil persona.

"Qui, dove irato a gli anni tuoi novelli" è un sonetto scritto da Giosue Carducci il giorno di Pasqua 1858 e dedicato al fratello Dante, morto suicida il 4 novembre 1857.
Questo sonetto fu pubblicato in diverse raccolte con titoli differenti, infine inserito nella raccolta Juvenilia nel 1880.

Carducci vede il luogo dove il fratello sedeva a meditare sul proprio dolore. Dante si uccise "per noia della vita", come scrive lo stesso poeta nella lettera a Ottaviano Targioni Tozzetti il 10 novembre 1857.
Nella mente del poeta il gesto del fratello si veste di un'aura d'eroismo. Nella lettera a Tozzetti racconta come Dante, agonizzante, mormorò poche parole ai genitori, e osserva come "avea trovato la pace nell'agonia dove i vigliacchi che chiamano vigliacco il suicida trovano paura e terrori e dolori e rabbia di lasciar la vita. Oh, oh, il fratello mio morì come un santo eroe di Grecia...".
Nel sonetto dell'eroismo ci sono diverse tracce. Una è visibile quando Carducci ricorda del fratello il sorriso pio, benché in quel luogo stesse meditando sui propri dolori; Dante inoltre è arrabbiato, non disperato: è una figura fiera, degna appunto di un eroe greco.
Il sonetto è dominato dal contrasto tra la natura primaverile che si risveglia, la resurrezione rappresentata dal giorno di Pasqua e l'irreversibilità della morte di Dante. Il poeta vede gli alberelli rifiorire, rilevarsi mentre il fratello sedeva ed ora non può alzarsi; sulla sua tomba cantano gli uccelli, ma lui amore non ne sente; infine il borgo risona e si rallegra di Cristo risorto, ma terra copre la tua gentil persona. La natura torna a vivere, si celebra il ritorno alla vita di Gesù, ma Dante Carducci resta morto: in questa immagine palpita vivo il dolore provato dal poeta.

Francesco Abate

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