martedì 18 ottobre 2016

LETTERATURA E CINEMA: L'EVOLUZIONE DELLA FIGURA DEL VAMPIRO

La figura del vampiro ha origini molto antiche che si fondono tra la religione e la superstizione. 
Nel corso dei secoli questo mostro ingordo di sangue umano ha incontrato grande fortuna e diffusione prima grazie al romanzo di Bram Stoker, poi grazie ai tantissimi film che ha ispirato, di cui il più famoso è ancora quello di Francis Ford Coppola del 1992. Ancora oggi non mancano romanzi e pellicole ispirate dal tema del vampirismo, come la fortunata trilogia di Twilight.  

Come detto, la superstizione ha un peso importante nella creazione del mito del vampiro.
Nel Medioevo non mancavano superstizioni secondo le quali si potesse conservare la giovinezza bevendo sangue umano. Spinta da tale folle convinzione agì la contessa ungherese Erzsébet Bàthory, la serial killer più famosa d'Europa, che nel XVI secolo torturò e uccise centinaia di ragazze solo per poter bere il loro sangue e farcisi dentro il bagno, convinta di conservare così la propria giovinezza.
Secondo gli studiosi forse fu il concetto di remissione dei peccati ottenuta bevendo il sangue di Cristo a favorire la nascita dei miti riguardo l'eterna giovinezza ottenuta bevendo sangue. Secondo la Chiesa, bevendo il sangue di Gesù si rigenera l'anima, probabilmente questa associazione tra sangue e rigenerazione fu trasferita al corpo. Non è però da escludere che semplice follia ed ignoranza abbiano generato tali folli teorie, come ancora oggi succede.

La figura del vampiro come anima maledetta che si nutre di sangue è comunque presente da secoli nel folklore rumeno.
Nell'antichità la chiesa ortodossa orientale riteneva che i morti in regime di scomunica o sotto maledizione diventassero morti viventi e che si nutrissero di carne e sangue umani. Il maledetto avrebbe trovato pace solo con l'assoluzione di un sacerdote.
Altre leggende rumene narravano che i bambini morti senza battesimo, i figli illegittimi, le streghe e i settimi figli di settimi figli, diventassero vampiri e assumessero sembianze di lupi o pipistrelli.

Il vampiro più famoso della letteratura è certamente quello di Bram Stoker. In realtà però il primo europeo che scrisse un racconto basato sulla figura del vampiro fu il medico John Polidori, intimo amico di lord Byron, che lo pubblicò nel 1819 sul New Monthly Magazine.
Il vampiro di Polidori si chiamava Lord Ruthven. Si trattava di un personaggio che fisicamente richiamava la bellezza un po' femminea di Byron. 

Il romanzo più grande sul vampiro, il primo in cui compare il conte Dracula, è quello di Bram Stoker.
Scritto nel 1897, fu di certo l'opera di maggior successo dello scrittore irlandese. 
La figura del Conte Dracula creata da Stoker probabilmente è ispirata a Vlad III l'Impalatore, un nobile signore di Valacchia che governò la regione tra il 1448 e il 1476 e si distinse per crudeltà. Vlad III era solito far impalare i suoi nemici, famosa è una stampa del XV secolo in cui lo si vede banchettare circondato da numerose persone impalate.
Il Dracula di Stoker ha caratteri più animaleschi che umani, ha denti aguzzi e peli sui palmi delle mani, come se fosse un lupo.
Nel Dracula di Stoker molti critici hanno colto anche un carattere sessuale. Forte è nel personaggio l'oralità, egli usa la bocca per soggiogare le sue vittime. Nel suo atto di vampirismo c'è un atto di sessualità deviata, non c'è l'uso di genitali, egli però seduce le sue vittime con la bocca, poi non è lui a donare i suoi fluidi, ma ruba quelli della vittima.

Se la figura del vampiro ha goduto di grande fortuna letteraria, lo stesso si può dire in campo cinematografico.
Già nel 1896 comparve nella pellicola Le manoir du Diable un enorme pipistrello che si trasforma in Mefistofele, poi sconfitto da un cavaliere che gli mostra un crocifisso.
La prima stagione d'oro del vampiro al cinema arrivò negli anni Trenta grazie all'attore ungherese Bela Lugosi. L'attore si identificò tanto con la figura di Dracula che arrivò a ritenersi una sua incarnazione e si fece costruire un letto a forma di bara.
La prima variazione importante della figura del vampiro arrivò con Christopher Lee, un attore che diede a Dracula un carattere tenebroso, ma un aspetto bello e un discreto fascino.
Negli anni '70 arrivò poi la svolta definitiva. Il vampiro smise di essere solo un malvagio, divenne un dannato che soffre la propria condizione, capace anche di sentimenti buoni. Il vampiro divenne così un cattivo che può suscitare pietà e simpatia. Il momento più alto di questo filone arrivò proprio con l'opera di Coppola.

Ancora oggi si continuano a scrivere romanzi e fare film sui vampiri. Oggi spesso le creature che un tempo furono demoniache sono presentate come buone, si innamorano e combattono contro i lupi mannari (nel romanzo di Stoker il vampiro comandava i lupi, invece). A mio parere si tratta di opere corrotte dal romanticismo a tutti i costi, dal valore estetico e culturale molto dubbio. Si tratta però solo del mio parere.

Francesco Abate


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