mercoledì 2 novembre 2016

RECENSIONE DE "IL ROSSO E IL NERO" DI STENDHAL


Il Rosso e il Nero è il romanzo più importante di Stendhal, pseudonimo di Marie-Henri Bayle, uno degli scrittori francesi più importanti dell'Ottocento.
L'opera è allo stesso tempo una descrizione molto accurata della società francese della Restaurazione, mostrata in tutta la sua decadenza morale, ed un'analisi dell'animo umano tanto accurata da spingere il filosofo Nietzsche a definire Stendhal l'ultimo dei grandi psicologi francesi.

Classificabile come romanzo di formazione, Il Rosso e il Nero narra le vicende del giovane Julien Sorel, attraverso i cui occhi il lettore può vedere prima le brutture della borghesia di provincia e poi le falsità della nobiltà parigina.
La vicenda prende spunto da un fatto realmente accaduto, pubblicato sulla Gazette des Tribunaux tra il 28 e il 31 dicembre 1827. Antoine Berthet, ex seminarista figlio di un artigiano, assunto come precettore in una famiglia di ricchi borghesi, sparò alla padrona durante una funzione religiosa. Berthet era divenuto amante della donna. Per il suo crimine fu condannato a morte e ghigliottinato nella piazza di Grenoble il 23 febbraio 1828.
La storia di Berthet è lo scheletro attorno cui Stendhal costruisce il personaggio e le vicende di Julien Sorel, solo che l'autore ci mette molto del suo. Stendhal definì il protagonista dell'opera << un infelice in guerra contro l'intera società >> ed in effetti Julien questo è. Figlio di un artigiano, è di bassa estrazione sociale, ma vive leggendo il Memoriale di Sant'Elena e sognando un'ascesa sfolgorante come quella del suo idolo Napoleone Bonaparte, sognando quell'epoca passata in cui un signor nessuno in breve tempo poteva far carriera. Grazie alla sua cultura, Julien viene assunto come precettore nella casa dei de Renal, una famiglia di ricchi borghesi di provincia. Già nel passaggio dai sogni di gloria all'incarico di precettore, avviene in Julien il passaggio dal rosso al nero, cioè capisce di non poter ambire alla carriera militare (il rosso) che tanto sognava e che l'unico modo per salire nella scala sociale in quei tempi era attraverso la religione (il nero). In breve tempo Julien diventa amante di Madame de Renal e deve fuggire da quella causa per sfuggire alle prevedibili vendette del marito. Dopo un periodo in seminario, approda a Parigi come segretario del marchese de la Mole, così entra in contatto con l'aristocrazia parigina. Dopo essersi discretamente integrato, finisce per innamorarsi e sedurre l'altezzosa figlia del marchese, Mathilde. Julien deve lottare non poco per conquistarsi definitivamente l'amore della giovane nobildonna, quando finalmente l'ha conquistata però lei scopre di essere incinta. Lo scandalo che suscita la notizia costringe Julien ad una nuova fuga. Inizialmente il marchese de la Mole sembra intenzionato ad acconsentire alle nozze del giovane con sua figlia, spinto proprio dalle pressioni di quest'ultima, ma una lettera di Madame de Renal gli fa cambiare idea. La lettera spinge Julien a sparare contro la sua ex amante, fortunatamente non la uccide ma, in seguito al processo, viene condannato a morte e decapitato.

Pur non parlando mai apertamente di politica, Il Rosso e il Nero può essere definito un romanzo politico. Narrando le vicende, Stendhal ci mostra la Francia della Restaurazione come una palude fatta di intrighi, raccomandazioni e corruzione. Gli uomini di Chiesa non esitano a muoversi nell'ombra per guadagnarsi un posto da vescovo, la borghesia di provincia svende la propria dignità pur di acquisire posti di prim'ordine nell'amministrazione statale, i nobili combinano perfino i matrimoni pur di acquisire o mantenere i propri privilegi. Tutto è intrappolato nelle convenzioni, non si parla mai francamente e chiunque compie un'azione lo fa sempre con un secondo fine, mirando a conquistarsi un'amicizia o a screditare qualcuno, tutto per guadagnare posizioni di rilievo in società. Stendhal ci mostra una società corrotta e doppiogiochista, dove è impossibile emergere se non sottomettendosi a squallidi giochi di potere.

I personaggi del romanzo sono tantissimi. Alcuni in sé stessi hanno poco valore, servono semplicemente a rappresentare una categoria sociale, come sono i vari M. de Renal e M. Valenod, o il marchese de la Mole. I primi sono borghesi di provincia, tutti presi ad ostentare il loro potere e le loro ricchezze, sempre proiettati al mantenimento dei loro incarichi pubblici od all'ottenimento di incarichi ancora più importanti. Il marchese invece rappresenta l'aristocrazia parigina, un uomo tutto preso al rispetto delle etichette ed alla gestione economica dei suoi affari, nonché partecipante attivo della vita politica francese. Anche i religiosi servono a rappresentare la categoria e possono essere divisi in due categorie: quelli più attenti alla spiritualità, ma comunque pronti a sottomettersi alle convenzioni sociali; quelli totalmente proiettati sulla carriera, ambiziosi e intriganti politici che usano la tonaca per acquisire ruoli di prim'ordine in società.
I personaggi chiave del romanzo a mio parere sono tre: Julien, Madame de Renal e Mathilde de la Mole.
Julien Sorel cresce nel mito dell'ascesa fulminea di Napoleone e conduce la sua intera esistenza cercando di emularlo. Di bassa estrazione sociale, ogni sua azione è finalizzata all'acquisizione di vantaggi. Anche le sue due passioni amorose, almeno in origine, sono vissute e condotte con freddo cinismo. I suoi corteggiamenti sono un'insieme di azioni pianificate e frasi da opere antiche, per lui conquistare il cuore della donna è come conquistare il campo nemico ed ottenere una vittoria. Visto il suo atteggiamento, i suoi corteggiamenti sono grotteschi e faticano ad avere successo, solo quando finisce per farsi prendere davvero dalla passione e dimentica le sue tattiche, riesce ad avere successo. La sua anima è nobile e fiera, è in continuo contrasto con l'ordine costituito (seppur egli intenda servirsene), per questo ogni volta che si trova in un ambiente nuovo appare fuori luogo. Proprio questa sua diversità però finisce per conquistare il cuore delle due donne, egli è un'alternativa agli uomini del suo tempo. Il suo temperamento però gli è spesso dannoso, egli infatti vede tutto ciò che gli succede intorno, ma ha sempre interpretazioni alterate dai suoi stati d'animo e i suoi pregiudizi, finendo spesso per fraintendere quello che davvero sta succedendo. Nel processo finale è proprio questa sua mancanza di intuizione che probabilmente gli costa la condanna a morte. Solo nei momenti finali della sua esistenza, quando sa che la sua scalata sociale non potrà proseguire, si gode davvero l'amore che prova e capisce quale dei due per lui è quello vero.
Madame de Renal fu sposata a soli 16 anni. A causa di questo matrimonio giovane e del carattere mite, non ha mai conosciuto la vera passione amorosa. Julien sconvolge la sua vita facendola innamorare davvero. Essendo inesperta nelle questioni amorose, ha una visione del suo peccato d'adulterio e delle sue conseguenze molto tragica, arrivando prima a temere che il marito uccidesse l'amante e le facesse mangiare il suo cuore, poi che la malattia di uno dei figli fosse una punizione divina. Nonostante i timori dovuti alla sua ingenuità, ama Julien talmente tanto che finisce per rompere apertamente tutte le convenzioni sociali, facendo praticamente in modo che il loro amore fosse evidente a tutti.
Mathilde de la Mole, la figlia del marchese, vive un amore meno puro di Madame de Renal. Tra le due donne è possibile una contrapposizione, la signora rappresenta la nobiltà d'animo mentre la giovane nobildonna la nobiltà d'origine. Mathilde disprezza gli uomini della sua epoca, ritenendoli noiosi ed incapaci di grandi passioni, e vive nel ricordo di un suo avo che per amore di una donna sposata era stato decapitato molti anni prima. Si innamora di Julien proprio perché lo vede fuori dal comune, lo riconosce come capace di grandi azioni e grandi passioni, per lui accetta tutto ed anzi, più sono duri i sacrifici che deve sopportare e più lo ama. Lo ama perché non è un nobile in cerca di un buon partito, ma un uomo pieno di passione. La giovane nobildonna è però molto capricciosa, cede all'amore di Julien solo quando questo finge di non tenerla più in considerazione, finché lo crede perdutamente innamorato invece lo disprezza, trovandolo banale come tutti.

Il Rosso e il Nero è un romanzo la cui fama ha attraversato i secoli. La ragione di tanta fortuna è di sicuro la ricchezza di contenuti, come detto è un concentrato di politica e psicologia. Non va però trascurato il grande merito che ha avuto Stendhal di rendere una storia così complessa e pregna di contenuti tanto scorrevole, l'autore usa infatti un linguaggio molto essenziale, non si prolunga più di tanto in descrizioni di particolari superflui, ed anche l'intreccio è molto essenziale. Il romanzo perciò si legge in modo molto scorrevole, si tratta di certo di una lettura molto piacevole.

Francesco Abate 
  

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