L'amica geniale è il romanzo più importante della scrittrice Elena Ferrante. Si tratta del primo volume di una tetralogia, un'opera dal successo travolgente, tanto da essere il romanzo italiano più venduto nel mondo negli ultimi dieci anni. Nel 2018 il regista Saverio Costanzo ha tratto dall'intera tetralogia una fortunata serie televisiva.
L'amica geniale racconta la storia di due bambine che crescono nella periferia degradata di Napoli nel secondo dopoguerra. A raccontare la storia è la stessa protagonista, Elena Greco, che vive le varie tappe di una vita ordinaria confrontandosi continuamente con l'amica, Lila Cerullo.
Si tratta di due bambine molto sveglie che si fanno valere a scuola. Elena, che all'apparenza è più brava, si trova di colpo oscurata dall'inaspettata bravura della meno disciplinata Lila. La loro maestra delle elementari preme affinché continuino gli studi, sperando di tirarle fuori dalla miseria del quartiere in cui vivono, ma le sue pressioni fanno presa solo sulla famiglia Greco, mentre i genitori di Lila non vogliono saperne di mandarla a studiare.
Da qui le strade delle due bambine si dividono, anche se spesso arrivano di nuovo a contatto e la loro amicizia non viene intaccata. Elena scopre che Lila affitta dalla biblioteca i libri delle materie che avrebbe studiato a scuola per leggerli di nascosto, e a malincuore constata di essere meno brava dell'amica nonostante abbia il vantaggio di frequentare le lezioni.
Col passare del tempo le due bambine crescono e diventano belle ragazze. Lila attira suo malgrado le attenzioni dei delinquenti del quartiere e lentamente la vita squallida e senza speranza risucchia anche lei.
Benché personaggi nel romanzo ce ne siano tanti, più o meno tutti quelli che una persona incontra in quindici anni di vita, degne di attenzione sono le due protagoniste, Elena e Lila.
Elena Greco è diligente e molto dotata, perde però la sicurezza nei propri mezzi quando scopre che Lila è molto più brava di lei. Studia e ottiene buoni risultati, soffre perché tale possibilità è negata all'amica, ma allo stesso tempo fa di tutto per concretizzare il vantaggio ottenuto e superarla, perché in fondo si vede privata dell'identità quando non è la migliore negli studi.
Lila Cerullo è un genio, impara a gran velocità e senza bisogno di essere aiutata, è però più indipendente e meno accondiscendente di Elena, finendo così per essere meno apprezzata. La sua famiglia le nega il diritto di proseguire la scuola; nonostante questo lei studia di nascosto e con orgoglio mostra i propri risultati a Elena, aiutandola anche quando la vede in difficoltà.
Il tema del romanzo è l'effetto del degrado sociale sulle persone.
Sia Elena che Lila sono molto dotate ma, nonostante la seconda sia più brava, a eccellere alla fine è la prima perché non le viene negata la possibilità di studiare. Il quartiere degradato in cui vivono è come una palude che prova a risucchiare chiunque nelle sabbie mobili della miseria e della delinquenza; a Elena è concesso di aggrapparsi alla scuola e provare a uscirne, Lila invece viene lasciata inerme ad affondare.
Nonostante il suo destino sia segnato, Lila prova a reagire studiando di nascosto e sognando di liberarsi da quella palude, lentamente però i legami familiari e le circostanze la risucchiano e finiscono per imprigionarla.
La sconfitta di Lila serve però a Elena per capire quanto sia importante liberarsi definitivamente da quell'ambiente e staccarsi dai legami che la bloccano.
Ho letto L'amica geniale su consiglio di un'amica che ha amato l'intera tetralogia. Devo dire di non essere assolutamente d'accordo con lei, io ho trovato questo romanzo vuoto e scritto tanto per vendere.
Non mi meraviglia che la saga abbia venduto decine di milioni di libri, è infatti paragonabile a fenomeni commerciali senza tempo come la soap opera Beautiful: privo di arte e di significato, ricco di colpi di scena e con una trama alla moda. In questo romanzo c'è tutto quello che vende: quartiere degradato di una grande città, bambini maltrattati, un po' di molestie sessuali, intrecci sentimentali e la speranza che qualcosa si aggiusterà.
La quarta di copertina recita: "...provate a leggere questo libro e vorrete che non finisca mai". Confesso che invece io non vedevo l'ora che finisse; contiene pagine di nulla, personaggi privi di significato e una trama banale da serie tv da due soldi.
Pensare che la Ferrante tratta un tema interessante, cioè quello delle persone a cui la società non concede nessuna possibilità di miglioramento. L'autrice ha però scelto di stiracchiare la storia per renderla un'insulsa saga capace di vendere, privandola così del suo potenziale significato.
Oltre che la penuria di temi, a colpirmi negativamente in questo romanzo è l'assoluta assenza di arte. Questo libro è un prodotto commerciale, scritto seguendo senza alcuna eccezione le regole comuni della buona scrittura, manca completamente di personalità e di originalità. Leggendo un romanzo del genere, ho capito perché alcuni credono che Elena Ferrante non esista e il libro sia stato scritto da un gruppo di editor; paragonare L'amica geniale a un romanzo, un'opera d'arte, è infatti come mettere a confronto il disegno di un cerchio fatto col compasso a un'opera di Caravaggio: il primo sarà pure preciso, ma solo il secondo è arte.
Il fatto che un libro del genere abbia venduto decine di milioni di copie nel mondo, ci spiega perché al botteghino un cinepanettone incassa milioni di euro o perché canzoni fatte di tre note campionate e mandate in loop piacciono più di melodie complesse e piene d'anima.
Francesco Abate
"Devo dire di non essere assolutamente d'accordo con lei, io ho trovato questo romanzo vuoto e scritto tanto per vendere.": grazie al cielo c'è qualcuno al mondo che la pensa come me!
RispondiEliminaA parte tutta la bagarre assurda che c'è dietro il nome della Ferrante, ormai lo sanno tutti che è uno pseudonimo per un collettivo di scrittori famosi che non volevano scrivere col loro nome (e va bene), ma è proprio la scrittura che non mi piace.
È uno di quei libri scritti solo per vendere, è senza anima e il fatto che sia stato così apprezzato fa capire quanta ignoranza c'è nella testa di un lettore medio.
Ti abbraccio.
Purtroppo il fenomeno Ferrante è l'ennesima dimostrazione che l'arte attira meno della paccottiglia; la prima devi capirla, la seconda invece è vuota e può piacere a tutti.
EliminaPer fortuna non siamo pochi a stroncare la Ferrante. C'è ancora un po' di sensibilità.
Un abbraccio.
So che ci sono questi libri, ma non li leggerei manco morto.
RispondiEliminaCiao!
Io ogni tanto qualcuno lo leggo per capire se sono ingiusto o se faccio bene a evitarli come la peste. Anche stavolta ho avuto la conferma che certi libri non valgono la carta su cui sono stampati.
EliminaCiao.
Francesco penso tu abbia ragione da vendere. È come quei libri della serie After, avevo provato a leggere il primo e quando mi sono resa conto che è un inno alla violenza sulle donne ho lasciato perdere.
EliminaBaci!
Purtroppo certe volte il pregiudizio è fondato, non sempre leggendo un libro finisci per rivalutarlo.
EliminaBaci.
Va beh, aspetta, successo travolgente.
RispondiEliminaSecondo me occorre fare chiarezza fra la vera letteratura e i libri spazzatura e la tetralogia della Ferrante (chiunque essa sia) ricade fra questi ultimi.
Baci.
Spazzatura. Non potevi usare termine più azzeccato.
EliminaBaci.
Dei libri così brutti non li segnalerei mai.
RispondiEliminaBuona giornata!
Hai ragione. Non meritano pubblicità, inoltre leggerli vuol dire sprecare tempo.
EliminaUn abbraccio.
La Ferrante... decisamente troppo clamore, troppi incensamenti attorno a dei libri decisamente troppo sotto righe.
RispondiEliminaCapisco che ormai la buona letteratura è in via di estinzione ma la merda (perdona il francesismo) non si può chiamare letteratura.
Joanna
Ormai a dominare è la pubblicità, la cultura non se la fila più nessuno.
EliminaUn abbraccio.