martedì 3 gennaio 2023

LA BATTAGLIA DI LEPANTO RACCONTATA DA ALESSANDRO BARBERO

 

La battaglia navale che si combatté il 7 ottobre 1571 nelle acque di Lepanto è ancora oggi considerata una delle più importanti dell'era moderna. Quel giorno circa 200 navi della Lega Santa, coalizione formata dallo Stato della Chiesa, la Spagna, la Repubblica di Venezia, Genova, il Regno di Savoia e i Cavalieri di Malta, attaccarono e sconfissero la flotta dell'Impero ottomano.
Nel libro Lepanto. La battaglia dei tre imperi, lo storico Alessandro Barbero ci racconta della battaglia, delle lunghe ed intricate premesse che la scatenarono e dell'effettiva importanza che ha avuto nella storia.

Nell'analizzare il fatto, mi preme cominciare dalla fine, dalle conseguenze, perché in esse si vede come la storia dell'uomo tenda ad essere ripetitiva in molti aspetti. La flotta cristiana distrusse quella ottomana, ma a differenza di quello che si crede ancora oggi non fu una vittoria strategicamente così decisiva. La battaglia si svolse a ottobre, con la stagione invernale che incombeva, e dopo la vittoria la flotta cristiana scelse (non senza disaccordi) di rientrare per svernare. Nel lasso di tempo che trascorse prima che i cristiani provassero ad approfittare della vittoria, quindi prima che tornasse la primavera, gli ottomani ricostruirono la flotta e la potenziarono con un numero maggiore di archibugi, la cui scarsità era stata decisiva a Lepanto per la loro sconfitta. Le battaglie successive perciò non portarono ai cristiani vittorie significative, tanto che Venezia negoziò una pace separata e la Lega Santa si sciolse. 
Sfatato il mito delle vittoria che cambiò il corso della storia, bisogna chiedersi perché ebbe un'eco così forte che giunge a noi ancora oggi. Barbero nelle pagine finali del saggio ci ricorda come nei paesi cristiani vi fosse già la stampa, mentre nell'Impero ottomano era vietata. Dopo la battaglia di Lepanto, la notizia della vittoria corse e si ingigantì per tutto il mondo cristiano, suscitò una notevole impressione al punto da tradursi in numerosi libri e opere d'arte. Nel mondo musulmano la stampa era invece vietata, la notizia della sconfitta venne in tutti i modi nascosta e camminò in silenzio solo attraverso i lutti delle tante famiglie che non videro tornare mariti e figli; l'impressione ci fu comunque, ma non venne amplificata così come accadde tra i vincitori e fu lenita dalla celebrazione della nuova flotta.
La battaglia di Lepanto alla luce di questa considerazione è da considerare importante perché mostra l'importanza della propaganda, cosa che al giorno d'oggi chi detiene il potere sa bene.

Come ho scritto all'inizio, la genesi della battaglia fu complessa e travagliata, come sempre accade per le guerre.
Tutti sanno che la Lega Santa si mosse dopo la conquista ottomana dell'isola di Cipro, eppure è sbagliato dire che questa fu la ragione della battaglia perché i movimenti politici e militari erano cominciati già un anno prima.
In origine la Repubblica di Venezia voleva difendersi da un solo presunto tentativo ottomano di conquistare Cipro, un suo possedimento. L'intenzione dell'impero non era dichiarata, ma fu intuita osservando i preparativi della flotta ordinati dal sultano Selim II.
La conquista di Cipro per gli ottomani avrebbe avuto di certo un alto valore strategico, ma a incidere sulla decisione del sultano fu probabilmente l'intenzione di continuare la politica espansionistica di suo padre, Solimano il Magnifico, e la consapevolezza di avere un notevole vantaggio di posizione, visto che Cipro è vicina alla Turchia e molto lontana da Venezia.
Cipro perciò fu sicuramente una causa, ma non fu per difenderla che si scatenò la battaglia di Lepanto, perché il 7 ottobre 1571 l'isola era stata già conquistata. 
La verità è che i veneziani non fecero in tempo ad armare una flotta e a spingerla verso Cipro, nonostante i preparativi ottomani fossero lenti e costrinsero l'impero a rimandare l'assedio di un anno. L'isola nel tempo smise di essere la ragione principale, perché l'espansionismo ottomano spaventò i regni cristiani e il papa ne approfittò per convincere gli alleati a formare la Lega Santa. Sebbene la difesa di Cipro fosse sempre in cima alle priorità, l'intenzione reale di buona parte della Lega (meno entusiasti erano gli spagnoli e i genovesi) era quella di distruggere la flotta ottomana così da ridimensionare la forza del nemico.
Anche nelle premesse vediamo come la storia spesso si ripeta: in guerra a una causa ufficiale se ne affianca sempre una politica più forte ma meno popolare.

Spiegati per sommi capi cosa fu la battaglia di Lepanto, voglio parlarvi del libro di Alessandro Barbero, Lepanto. La battaglia dei tre imperi.
Un argomento che io ho trattato molto superficialmente in questo post, lo storico lo sviscera per più di 500 pagine, riuscendo però a non diventare pesante. Benché si tratti di un saggio che approfondisce ogni aspetto della battaglia, e pur essendo scritto col rigore dovuto (vi basti pensare che un'ampia trattazione è dedicata all'effettivo numero di navi usate in battaglia), il libro non è mai pesante. Barbero lo scrive nello stile di un romanzo, rende così la lettura scorrevole e appassionante, e riesce a mostrare con chiarezza i fatti e il mondo in cui si svolsero.
Leggere un saggio storico ben scritto è importante, ci permette di vedere la storia in modo meno schematico di come ci viene insegnata a scuola. Tutti abbiamo studiato la battaglia di Lepanto, ma pochi ricordano qualcosa che vada oltre alla data in cui fu combattuta e al fatto che vinse la Lega Santa. Leggendo questo libro scopriamo i travagliati preparativi che la precedettero, vediamo quanto fossero difficili all'epoca le comunicazioni e quanto i ritardi dei messaggi incisero sull'effettivo andamento delle battaglie o sulle decisioni politiche, tocchiamo con mano come anche allora la politica e il potere fossero corrotti e come anche allora due potenze nemiche fossero in stretti rapporti commerciali mentre politicamente cercavano di distruggersi.
Leggere un libro così semplice eppure tanto ricco di informazioni ci permette di lasciare la visione piatta e monotona della storia, facendoci recuperare la passione di tuffarsi in mondi lontani nel tempo che sono stati e che influenzano quello che siamo oggi. Sono sicuro che questo libro potrebbe avvicinare alla storia molte persone che oggi la snobbano, per questo credo sia giusto considerare Barbero, oltre che un grande storico, uno dei migliori divulgatori in Italia.

Francesco Abate

4 commenti:

  1. Hai letto Dante, l'ultimo libro di Barbero? Te lo consiglio, è bellissimo.
    Buon anno!

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    1. Non l'ho letto, ma prima o poi lo leggerò perché adoro il modo di narrare la storia di Barbero.

      Buon anno anche a te.

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  2. Se ami anche tu Barbero, su Dailymotion recupera la serie di documentari ACDC: sono bellissimi, dei capolavori storici.
    Io come saggista storico amo anche Alberto Angela ed Eva Cantarella: hai letto qualche loro opera?
    Ti abbraccio.

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    1. Alcuni documentari della serie ACDC li ho visti su RaiStoria e li ho trovati interessantissimi.
      Non ho mai letto nulla né di Angela né della Cantarella. Del primo mi intriga "Nerone", vorrei leggerlo, mentre la seconda ti confesso che non la conosco.

      Un abbraccio.

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