lunedì 18 aprile 2016

LETTERATURA: RECENSIONE DE "IL MONDO NUOVO" DI ALDOUS HUXLEY

"Il Mondo Nuovo" è il romanzo più famoso dello scrittore britannico Aldous Huxley ed appartiene al filone dei romanzi distopici, cioè che descrivono una realtà indesiderabile sotto ogni punto di vista, una realtà da incubo.

Scritto nel 1932, il romanzo è ambientato dallo scrittore in un futuro lontano. Nel mondo nuovo di Huxley il governo controlla tutti non infliggendo punizioni, come succede invece in 1984 di Orwell, bensì manipolando le persone affinché gli sia indispensabile comportarsi in un certo modo. 
Nella società immaginata da Huxley gli uomini non vengono concepiti con l'atto sessuale, bensì sono creati in laboratorio. Fin da quando sono feti in provetta, attraverso l'aggiunta di sostanze chimiche e l'alterazione dell'ambiente circostante, le persone sono condizionate affinché abbiano precise caratteristiche fisiche. Le malformazioni, le caratteristiche positive e quelle negative dell'individuo sono perciò indotte dal governo affinché il nascituro abbia caratteristiche ideali per la casta a cui apparterrà (e quindi i lavori che dovrà eseguire). Dopo la nascita, l'individuo è poi sottoposto ad una continua ipnopedia, cioè gli vengono impartite in modo continuativo delle nozioni nel sonno. Lo scopo dell'ipnopedia è far sviluppare nell'individuo le inclinazioni standard imposte dal governo, così che alla maturità egli non sia più individuo, ma sia solo parte di un tutto. Nel mondo nuovo infatti la persona non esiste, gode di una libertà apparentemente totale, ma è una libertà fasulla perché il condizionamento subito in gioventù gli fa desiderare solo ciò che già ha, ciò che il governo vuole che egli abbia.
I cittadini del mondo nuovo sono sempre felici, ma come la libertà anche la loro felicità è apparente. Essendo annullata la loro individualità, essi sentono solo il bisogno di fare la vita sociale. C'è totale libertà sessuale e la promiscuità è incoraggiata. Il loro è un sesso semplicemente finalizzato al piacere, non c'è una vera selezione del partner (anche perché in sostanza sono tutti uguali) e non c'è traccia di un vero sentimento. Nelle occasioni in cui, per un qualsiasi motivo, la felicità del cittadino vacilla, c'è il soma, una droga fornita dal governo che tutti assumono in quantità abbondanti e che non dà controindicazioni. 
Non esiste la vecchiaia, le persone vivono molto meno della media di oggi (intorno ai sessant'anni) e mantengono un aspetto giovanile. Non c'è tristezza nella morte, non essendoci famiglie ed amicizie vere non si sviluppano legami che fanno sentire la mancanza di una persona. Con il condizionamento inoltre il governo fa percepire la morte ai cittadini come qualcosa di poca importanza.
Al fine di evitare che si sviluppi l'interiorità dei cittadini, il governo controlla anche la letteratura e le arti. Tutto ciò che è vecchio, che esprime o racconta cose ormai sparite come i sentimenti, le passioni, le difficoltà, è cancellato. Tutta l'arte è sostituita da musica sintetica, cinema odorosi e altre forme d'arte completamente vuote e asettiche.
Non esiste religione, non c'è nemmeno il concetto di Dio. La società adora Ford, chiaro riferimento ad Henry Ford I, l'uomo che per la prima volta introdusse la catena di montaggio. Gli anni della nuova società si contano inoltre dalla produzione per la prima volta della Fort T, la prima auto prodotta su larga scala, e la T è il simbolo che va a sostituire la croce. Alla figura di Ford nel mondo nuovo vengono attribuite anche le teorie psicanalitiche di Freud. L'invenzione della catena di montaggio e la psicanalisi rendono Ford degno di venerazione nel mondo nuovo, infatti lì tutta l'organizzazione statale e la vita delle persone è basata su condizionamento psicologico e vita di massa.
Vi sono poi delle riserve, zone del mondo che il governo non ha ritenuto degne di essere civilizzate, in cui gli uomini vivono al di fuori della civiltà. La vita nelle riserve è l'opposto di quella della società civilizzata, molto simile a quella delle popolazioni dell'america pre-colombiana, con cerimonie religiose, fustigazioni e rituali antichi. Ovviamente nelle riserve ci sono ancora i matrimoni, i figli nascono dal sesso e non c'è alcuna forma di condizionamento.

Il romanzo parla delle vicende di Bernard Marx, psicologo specializzato in ipnopedia. Nonostante appartenga ad una delle classi più alte, egli vive una segreta angoscia, sente il bisogno di individualità e soffre la mancanza di passioni e sentimenti diversi dalla fasulla felicità della massa. Marx trascina Lenina, una bella ragazza che lo frequenta nonostante la sua "stranezza", in una riserva di selvaggi in Nuovo Messico. In questa riserva conosce John e Linda, due personaggi dalla storia molto particolare: molti anni prima Linda, cittadina del mondo civilizzato, era andata in vacanza nella riserva con quello che ora è il Direttore del Centro di Condizionamento di Londra centrale, si smarrì e non fu più ritrovata. Il caso volle che Linda fosse rimasta all'epoca incinta del Direttore, cosa che ancora non riesce a spiegarsi visto che aveva preso tutte le precauzioni, così è nato John. Linda ha sofferto tutte le pene della società a cui non era più abituata (dolore, privazioni, ecc.), inoltre non è stata mai accettata dalla comunità di selvaggi sia perché straniera sia perché dedita alla promiscuità sessuale, cosa non tollerata da quelle parti. Bernard, per fare un dispetto al Direttore che è intenzionato a trasferirlo in Islanda per punirlo della sua "stranezza", porta John il selvaggio e la madre Linda nel mondo civile. Intanto John si innamora di Lenina e lei anche vorrebbe farci sesso, ma lui la respinge perché non vuole solo qualcosa di carnale, vuole l'amore e la passione che ha letto in un vecchio libro di Shakespeare. Alla fine John si ribella alla società, aiutato da un vecchio amico di Bernard da tempo in preda alle stesse inquietudini dello psicologo, e su sua richiesta viene spedito in un faro isolato. Egli cerca infatti l'isolamento, vuole tornare alla natura, non tollera l'annullamento dell'individualità e la mancanza di momenti di solitudine che c'è nel mondo civile. Trovata la solitudine, la vicenda di John prende però una svolta imprevista e drammatica.

Attraverso questo romanzo, Huxley ci presenta diversi temi importanti. C'è il condizionamento, operato dal governo sfruttando sia i progressi della scienza che quelli della psicanalisi freudiana. Huxley ci mostra persone modellate ad uso e consumo del governo, l'individuo sparisce per fare posto ad un pezzo del tutto, l'uomo diventa un semplice ingranaggio. La società perciò non è più il rifugio dell'essere umano, è una macchina di cui le persone sono i componenti, niente di più. La società dipinta da Huxley sacrifica la felicità per raggiungere la stabilità politica ed economica. In nome della stabilità viene eliminata la coscienza, vengono cancellate le emozioni, vengono azzerate le personalità. Il fine ultimo dell'uomo nel mondo nuovo è quello di lavorare per far sì che permanga la stabilità e consumare, parte del condizionamento è infatti finalizzato a creare nella persona il desiderio di fare cose che hanno un costo. Ai cittadini del mondo nuovo non piacciono le gite in campagna, preferiscono cinema odorosi o gite in elicottero. 

La figura del selvaggio John serve a creare un contrasto importantissimo nel romanzo. John è l'antitesi dei cittadini del mondo nuovo, egli vive le passioni con fin troppo ardore (in un paio di occasioni picchia Lenina che tenta approcci sessuali con lui), ha una spiritualità molto accentuata (si fustiga per punirsi dei peccati), ama le opere di Shakespeare e sente il bisogno di avere una sua privacy, un suo spazio individuale in cui nessun altro possa entrare. Ama Lenina, ma con lei vorrebbe vivere una storia d'amore appassionata e vorrebbe sposarla, soffre invece quando capisce che lei vuole solo fare sesso con lui.
Bernard Marx vive nel mondo nuovo, però percepisce che c'è qualcosa di sbagliato. Tende a ricercarsi degli spazi di vita isolata, non vuole condividere tutto. A differenza del selvaggio, però, in lui queste inquietudini sono appena accennate, infatti quando arriva la fama comincia a vivere con piacere il sesso promiscuo senza sentimenti, la vita pubblica e lo stordimento del soma. Rimane sospeso fino alla fine tra il desiderio di ribellarsi e l'accettazione della società attuale, non riesce a prendere una decisione definitiva. A differenza di Bernard, il suo amico Helmholtz finisce per unirsi alla ribellione del selvaggio John, distaccandosi così da quella società che gli dava inquietudine.
Lenina è prima partner di Bernard, poi tenta invano di sedurre John. Lei non capisce né l'inquietudine di Bernard né l'amore di John, è attratta da quella stranezza, da quei bricioli di individualità, ma non li comprende. 
Linda è l'ex civilizzata che finisce nella riserva dei selvaggi. Lei subisce tutto il condizionamento della società civile, poi si ritrova a vivere la vita "reale". Non riesce mai ad adattarsi davvero agli usi ed ai costumi di quella società che disprezzerà fino alla fine, Entra in contrasto con le donne della riserva a causa della sua promiscuità sessuale (lei nemmeno capisce perché le donne non vogliano che vada a letto con i loro uomini), viene isolata perché diversa e finisce per essere cercata solo dagli uomini in cerca di piacere. Alla fine riesce a provare un qualcosa di simile all'amore per un certo Popè, ma comunque cerca sempre lo stordimento prima col mescal tra i selvaggi e poi col soma nel mondo civile. Sente di odiare John perché nella sua cultura manipolata la maternità è qualcosa di primitivo e disgustoso, eppure ha degli slanci di amore materno.

La grandezza de "Il mondo nuovo" di Huxley ha diverse ragioni. Prima di tutto lo scrittore ha avuto il merito di aver compreso alcune direzioni distorte che la società aveva preso ai suoi tempi e che hanno portato alle deformazioni di oggi. Nella società attuale infatti l'individuo ha sempre meno spazio, è sempre meno importante ciò che la persona ha dentro e viene data attenzione solo al ruolo del cittadino nella grande macchina che è lo Stato. Essendo il romanzo di Huxley ambientato nel 2540 (632 anno di Ford), c'è ancora tempo per degenerare e finire come il mondo distopico raccontato nel romanzo. 
Huxley poi sottolinea come la felicità priva totalmente di legami e di sentimenti, quella fatta solo della mancanza di imprevisti e di eventi negativi, sia fasulla e sia solo elemento di disumanizzazione. Il cittadino del mondo crede di essere felice, così come vuole lo stato, perché ha tutto ciò che vuole. Il problema è che egli non ha personalità, non vuole davvero ciò che ha, semplicemente qualcuno gli ha imposto di volerlo. Quando nel mondo civile ci arriva un individuo privo di condizionamento, non riesce a trovare la felicità perché non c'è niente di autentico, nessun sentimento, nessuna esclusività, niente che sia veramente intimo e personale, non c'è bellezza. John il selvaggio alla fine reclama il suo diritto ad essere infelice, intendendo come infelicità l'antitesi di quella felicità sintetica e fasulla. Piuttosto che quel finto e perenne surrogato di felicità, l'individuo pensante e dotato di personalità preferisce la felicità breve e fugace che nasce in mezzo a mille tribolazioni e sofferenze. 


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