venerdì 17 gennaio 2020

RECENSIONE DEL ROMANZO "GUERRA E PACE" DI LEV TOLSTOJ

Scrivere la recensione di un libro è un'attività che può impegnare più o meno tempo in base sia alla sua ricchezza di contenuti che alla complessità della storia che racconta. Recensire Guerra e pace, il capolavoro assoluto dello scrittore russo Lev Tolstoj, è decisamente impegnativo e richiede una bella dose di tempo e di energia. 
Prima di tutto, è necessario che vi spieghi perché io non abbia esitato a definirlo un "capolavoro assoluto". Guerra e pace non è solo un romanzo, ma è un'opera d'arte; attraverso pagine scritte magnificamente, quindi attraverso la bellezza, ci comunica i frutti delle inquietudini e delle riflessioni dell'autore su ogni aspetto della vita e della storia. Nelle pagine di questo libro troverete il tutto, cioè la vita in ogni aspetto, e lo troverete descritto magnificamente. Dentro quest'opera non troviamo soltanto il genio di Tolstoj, ma la sua anima vi è fotografata per intera, e con essa è fotografato l'universo; dopo la stesura di Guerra e pace Tolstoj soffrì un periodo di "stanchezza creativa" (cit. Treccani) e questo non mi sorprende, visto che il suo intero essere e il suo intero pensare l'aveva condensato in queste pagine così dense e belle.

Per capire Guerra e pace nella sua complessità, occorre partire da una semplificazione. Si tratta di un romanzo storico che descrive la vita di due famiglie nobili, i Bolkonskij e i Rostov, a cavallo dell'invasione di Russia ad opera di Napoleone Bonaparte. Le due famiglie sono molto diverse, coi Bolkonskij più rigidi a causa del carattere aspro e chiuso del principe Nikolaj, e i Rostov più socievoli e aperti. In mezzo alla storia delle due famiglie si inserisce Pierre; figlio illegittimo del conte Bezuchov, ne eredita la fortuna e passa dall'essere disprezzato e deriso a essere ricercato e ammirato.
La vita dei protagonisti si svolge oziosa nella Russia dei salotti frequentati dai nobili, finché prima la battaglia di Austerlitz e poi l'invasione di Russia da parte di Napoleone arrivano a sconvolgere tutto. La complessa situazione politica, dominata dall'oscura figura dell'imperatore francese, prima serve solo da argomento di discussione nei salotti, in cui continuano a dominare gli intrighi amorosi e i problemi economici, poi irrompe con violenza nelle esistenze di tutti i russi e ne sconvolge l'esistenza, causando tensioni, dolori e lutti.
La trama si può riassumere in queste poche parole, così da non rovinare al lettore le tante sorprese che il romanzo riserva.

Come ho già detto nel primo paragrafo, Guerra e pace è un romanzo in cui c'è tutto.
Trattandosi di un romanzo storico, ci sono ovviamente le valutazioni dell'autore sugli eventi e sulla cultura dell'epoca. Con la vita delle famiglie nobili, Tolstoj ci presenta la nobiltà in tutta la sua ipocrisia e vanità; tutti sembrano preoccuparsi solo di ricevimenti, di combinare matrimoni, e di garantirsi vantaggiose amicizie. Emblematico è l'atteggiamento della classe alta nei confronti di Pierre, disprezzato perché ritenuto rozzo e originale, ricercato e ammirato una volta ereditata la fortuna del conte Bezuchov; Vasilij Kuragin, che dell'ipocrisia e dell'arrivismo è l'emblema, lo spinge a prendere in moglie sua figlia Helene, la quale non esita poi a tradirlo.
Prima che la guerra irrompa con violenza nel romanzo, l'atteggiamento della nobiltà nei confronti di Napoleone è molto vario. Da un lato ci sono i più anziani, che lo disprezzano, dall'altro i giovani, che ne subiscono il fascino e l'ammirano; entrambi gli orientamenti sono indotti dalla visione dell'imperatore come elemento di rottura, come l'onda d'urto capace di frantumare la vecchia società per farne sorgere una nuova. L'invasione di Russia aiuta poi tutti a unirsi contro il nemico comune, colui che ha distrutto la loro pace e ha portato distruzione e lutto nella loro casa. 
Una delle particolarità del romanzo è la presenza allo stesso tempo di personaggi inventati, come i protagonisti che ho citato fino a ora, e personaggi realmente esistiti. Tolstoj ci presenta la società attraverso i Rostov e i Bolskonskij, ma con l'arrivo della guerra ci descrive, valuta e fa agire, anche personaggi reali come Napoleone, Kutuzov e l'imperatore Alessandro I. Di questi ci dà un'immagine molto diversa da quella che normalmente dipingono gli storici, e ciò non mancò di suscitare aspre critiche, così come molto diversa è la sua lettura della storia. Tolstoj mostra una concezione fatalistica della storia; per lui non contano le gesta degli eroi anzi, essi subiscono le azioni più che compierle, e quel che accade non è mai opera di uno, di pochi o di molti, ma nasce sempre da un movimento globale che è avvenuto perché doveva avvenire. Scrive nel romanzo: "Tutti costoro (si riferisce ai generali e ai soldati) avevano paura, si vantavano, si rallegravano, si sentivano contrariati, erano di questo o quel parere, sicuri di sapere ciò che facevano, e di farlo per sé stessi; e tutti, intanto, erano involontari strumenti della storia, e andavano lavorando a un'opera che a loro restava nascosta, ma che a noi svela il suo significato. Tale, immutabilmente, è il destino di tutti quelli che agiscono nella realtà pratica, e tanto minore è la loro libertà, quanto più in altro è il posto che essi occupano nella gerarchia umana". Per rafforzare il suo concetto fatalistico, Tolstoj provvede a demolire e rimodellare le immagini degli eroi della storia: in Guerra e pace Napoleone è un generale che si crede grande ma dà ordini perlopiù inutili, che non ha particolari meriti nei trionfi così come non ha particolari demeriti nella disfatta, è spesso appare addirittura confuso; Kutuzov non è il generale indeciso e pauroso che la storia racconta (i russi poco gli perdonavano la mancata difesa di Mosca e il non aver sferrato l'attacco decisivo a Napoleone in fuga), è semplicemente un uomo scaltro ed esperto, che sa quanto sia importante lasciare che le cose vadano come si dispongono naturalmente. Per l'autore perfino l'incendio di Mosca, che è una ferita che bruciava all'epoca nell'anima dei russi, è stato un evento che non si poteva evitare e di cui non si può incolpare né Kutuzov, che dovette desistere dal difendere la città, né Napoleone.
Non mancano poi, nel corso della guerra, gli intrighi dei vari generali, che Tolstoj ci mostra più interessati alla carriera e al conseguimento di vantaggi che all'esito della guerra stessa.

Guerra e pace è un romanzo in cui la ricerca spirituale recita un ruolo di primo piano.
Comincio col dire che Pierre, personaggio in cui le inquietudini dello spirito si manifestano con maggiore forza, si può considerare un alter ego dell'autore. Con Pierre, Tolstoj ci mostra la vita dissoluta che visse lui stesso prima del matrimonio, coi vani tentativi di porsi delle regole e trovare la strada della rettitudine. Il protagonista vive tra i vizi e non riesce a raddrizzarsi neanche entrando della massoneria (che non ha nulla a che vedere con quella che nell'Italia risorgimentale fu una società segreta politica, è in realtà un movimento che ha come finalità la ricerca della rettitudine morale e della verità di fede); si convince poi di essere predestinato a cambiare la storia ma, una volta rimasto prigioniero, conosce il povero contadino Platon Karataev, attraverso il quale scopre che la felicità si raggiunge solo occupandosi del necessario, tralasciando il superfluo, e comprende il ruolo che ha la Provvidenza nella costruzione della storia degli uomini. 
La ricerca spirituale non è però solo quella di Pierre. Anche il principe Andrej Bolkonskij, figlio del principe Nikolaj, vive con inquietudine la sua vita di nobile. Le sue inquietudini trovano soluzione quando si trova vicino alla morte. La prima volta riconosce quanto sia insignificante la gloria, che lui ha inseguito cercando di fare l'eroe nella battaglia di Austerlitz, e perde interesse per tutto quello che è terreno; conoscendo però Natasha Rostov, la passione irrompe di forza nella sua vita come la primavera irrompe nella natura e la cambia senza che in alcun modo possa essere fermata. La seconda volta invece comprende definitivamente come la morte sia un ritorno all'originale fonte d'amore, cioè a Dio.   
Anche la bellissima Natasha Rostov soffre la noia della vita nobiliare. Sembra sul punto di trovare pace quando si innamora di Andrej, ma cede alla passione per lo sciagurato Anatol Kuragin (bello e vizioso figlio di Vasilij) e si compromette. Anche a lei la morte funge da alleata per ritrovare la pace dell'anima, anche se nel suo caso si tratta della fine di una persona cara.

Dopo aver parlato della complessità dei temi trattati, è necessario spendere qualche parola sulla bellezza del romanzo.
Guerra e pace è animato da una moltitudine di personaggi veri, carichi di passioni e mai banali. Perfino Anatol e il suo amico Dolochov, due donnaioli viziosi, hanno personalità ben definite e tratteggiate magistralmente dall'autore. Anche il più comune dei contadini, che magari compare per poche pagine, viene ben caratterizzato e al lettore sembra vivo e dotato di personalità propria.
Nel romanzo ci sono poi molte pagine in cui l'autore spiega la sua visione della storia e fa le sue valutazioni su alcune vicende di guerra, aiutandoci a comprendere meglio il messaggio contenuto nel libro. Anche in queste pagine, che hanno più le caratteristiche di un saggio che non di un romanzo, non mancano frasi ed espressioni cariche di poesia, che impreziosiscono il lavoro complessivo e ne rendono la lettura piacevole.
L'unica pecca, a volerne trovare una, è l'abbondante utilizzo del francese (l'incipit stesso è in francese), che era la lingua parlata dai nobili. Non si tratta ovviamente di un vezzo dell'autore, ma queste frasi servono a farci entrare meglio nell'atmosfera dei salotti e soprattutto a farci capire quanto la cultura del nemico affascinasse i russi prima della guerra.

Guerra e pace è un romanzo sull'uomo e sulla storia. Per Tolstoj la storia è generata dai movimenti e dalle idee di ciascun singolo individuo, anche il più insulso, e per questo non può essere in alcun modo controllata né dai governanti né dagli eroi. 
Questo concetto della storia spiega a mio modo di vedere la ragione che ha portato l'autore a scrivere questo romanzo: egli ci mostra le vicende dei singoli individui, ci fa vedere come questi vivono nella storia, come la subiscono, ma anche come a loro modo la fanno. L'autore per spiegarci la storia ha voluto narrarci i movimenti delle particelle più elementari che la compongono e ne determinano il movimento, gli uomini.
Guerra e pace è il mondo intero visto al microscopio.

Francesco Abate

4 commenti:

  1. A scuola non l'abbiamo nemmeno affrontato, ci credi?
    Mi sono ripromessa di leggerlo con calma, come tanti altri libri che ho in lista e spero che possa colpirmi quanto ha colpito te.
    Complimenti per la recensione.
    Baci!

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    1. Grazie per i complimenti.
      Purtroppo nelle scuole c'è sempre meno tempo per la letteratura italiana, figurarsi se approfondiscono quella straniera. Ti coniglio caldamente di leggerlo, come "I miserabili" di Hugo è un romanzo che incanta, anche se non è leggerissimo.
      Baci.

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  2. Sarà anche un classico, ma io i russi non li digerisco proprio :-(
    Bella la tua recensione, in ogni caso.
    Ciao!

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    1. Quella russa è una letteratura molto particolare, per molti versi diversa da quella americana ed europea, ed è una forma d'arte che o si ama o si odia.
      Grazie per la lettura.
      Un bacio.

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