Il castello dei destini incrociati è un romanzo di Italo Calvino pubblicato per la prima volta nel 1969 all'interno della raccolta Tarocchi, il mazzo visconteo di Bergamo e New York (Franco Maria Ricci editore).
Si tratta di un'opera molto particolare, costruita intorno alle immagini dei tarocchi.
Il romanzo è composto da due parti totalmente distinte: Il castello dei destini incrociati e La taverna dei destini incrociati.
In entrambe le parti la trama è identica. Uno sperduto viandante attraversa un bosco di notte e si imbatte nel castello, o nella taverna. All'interno del luogo in cui è giunto ci sono vari ospiti, tutti muti, e anche il protagonista si scopre incapace di parlare. Uniti a tavola, i commensali sentono però il bisogno di raccontare la propria storia; per farlo usano un mazzo di tarocchi, con le cui immagini permettono agli altri di ricostruire la vicenda che vogliono illustrare.
Attraverso le disposizioni delle varie carte, Calvino ricostruisce le storie di questi personaggi senza nome. In mezzo alle vicende inedite, ne scopriamo alcune note, come quella del paladino Orlando che impazzisce per amore.
La genesi di questo libro tanto particolare fu molto complessa. Nei tarocchi il significato di ciascuna carta dipende da quelle che la precedono e da quelle che la seguono. Calvino, a cui i significati dati alle carte dalla tradizione erano ignoti, decise di costruire delle storie basandosi sull'ispirazione che gli avrebbero dato le varie immagini poste in successione casuale. Così nacquero le vicende che compongono l'opera.
Inizialmente l'autore usò le carte marsigliesi stampate nel 1761 da Nicolas Convert e iniziò la stesura de La taverna dei destini incrociati. Stava per abbandonarlo, perché incapace di dare una struttura alle storie, quando l'editore Franco Maria Ricci gli chiese un testo per il volume sul mazzo visconteo dei tarocchi dipinto nel 1450 da Bonifacio Bembo. Calvino accettò, ma si trovò davanti alla differenza delle immagini di questo mazzo più antico e raffinato; questa differenza lo portò a scrivere Il castello dei destini incrociati, usando un linguaggio più raffinato e un'ambientazione più adatta al XV secolo, ispirandosi all'Orlando furioso di Ludovico Ariosto. A questa nuova opera più raffinata l'autore riuscì pure a dare uno schema preciso, intrecciando le storie tra loro.
Nel 1969 fu pubblicato Il castello dei destini incrociati, ma Calvino non rinunciò alla lavorazione de La taverna dei destini incrociati; fu sul punto di abbandonare l'impresa sempre perché incapace di trovare uno schema delle storie, poi alla fine lo pubblicò senza risolvere questo problema. La taverna si svolge in un ambiente più rustico ed è narrata con un linguaggio meno raffinato.
Calvino pensò anche a un terzo volume, ambientato nel presente e intitolato Il motel dei destini incrociati. Per soddisfare il requisito della modernità, l'autore aveva pensato di usare le immagini dei fumetti per costruire le storie. Questa terza parte non fu però mai scritta; estenuato da anni di lavoro per la costruzione de La taverna dei destini incrociati, Calvino decise di non continuare l'opera.
Il Castello dei destini incrociati è un romanzo piacevole e facile da leggere, come nello stile di Calvino, e mostra come tante storie assolutamente scollegate tra loro possano incrociarsi, avere delle caratteristiche in comune.
L'opera nasce da un gioco dell'autore e per questo non presenta una grandissima ricchezza di contenuti. Non a caso io che adoro Calvino la ritengo, tra quelle che ho letto, la meno importante. Si tratta di una lettura piacevole, ma lascia poco ed è fine a sé stessa.
Francesco Abate
Questo è uno dei romanzi che preferisco di Calvino, assieme al Visconte dimezzato.
RispondiEliminaPeccato che nelle scuole italiane sia poco considerato.
Ciao!
All'ultimo anno di liceo ti dico solo che non lo studiammo nemmeno Calvino. Al momento è uno dei miei scrittori preferiti, anche se ti confesso che questo romanzo non è stato il mio preferito; preferisco di gran lunga "Il visconte dimezzato", "Il cavaliere inesistente" o "Il sentiero dei nidi di ragno".
EliminaDi Calvino ammiro la capacità di trattare qualsiasi tema o di sviluppare qualsiasi stile con una semplicità quasi fanciullesca.
Buon fine settimana.