martedì 1 dicembre 2020

DUE CHIACCHIERE SU EKATOMERE E IL MIO RACCONTO "LA FUGA"

 

Ciò che ha contraddistinto il 2020 è stato di certo questo maledetto Covid-19, che ha spezzato tante vite e ci ha rinchiusi in casa.
Come sempre accade ai giorni nostri, anche un evento tanto epocale quanto tragico è stato coperto con la caciara, che serve solo a fare rumore, mentre i giorni segnanti che abbiamo trascorso meriterebbero di essere meditati, metabolizzati e compresi.
Mentre tanti peggioravano una situazione già caotica facendo quella che a Napoli chiamano ammuina, un gruppo di scrittori ha tradotto sulla carta le impressioni generate dal momento della chiusura totale (che da bravi odiatori della lingua italiana chiamiamo lockdown) e i frutti delle proprie meditazioni. Dal lavoro di questi trentaquattro scrittori nasce Ekatomere. Racconti tra Decameron e pandemia, edito dalla casa editrice indipendente Terra Somnia Editore e curato da Paola Bisconti.
Lo scopo dell'opera è semplice nella sua complessità: fotografare un momento storico tragico attraverso le sensazioni e le riflessioni più disparate, scrivere un'opera di narrativa capace di raccontare un periodo e una cultura. Inevitabile è stato il richiamo al Decameron di Boccaccio, che fu scritto in un contesto simile a suo modo è l'immagine di un periodo storico.
In questo libro si trovano i racconti più vari e leggerlo sarà come confrontarsi con trentaquattro persone diverse, capirne le idee e gli stati d'animo, arrivando così a comprendere la realtà contemporanea in modo meno superficiale di quanto si possa fare rincorrendo le informazioni contrapposte che i media vomitano senza freno.

Tra i trentaquattro autori sopracitati ci sono anche io. Il mio racconto prende l'ispirazione da un fatto realmente accaduto, rielaborato per riflettere su quanto ci facesse soffrire l'impossibilità di avere rapporti sociali, ma anche sulla ragione per cui ci riesce così pesante restare da soli e immersi nel silenzio.
La chiusura in primavera ha costretto tutti a rinunciare alla movida e alla socialità spinta a cui siamo assuefatti, è stata perciò una buona occasione per chiedersi perché preferiamo le finte amicizie e le chiacchiere senza senso alla solitudine e alla riflessione.

Vi invito ad acquistare e leggere il libro, perché anche dal periodo più nero può arrivare la crescita se si è capaci di capirlo e capirsi.

Grazie e buona lettura.

Francesco Abate 

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