Russia è una poesia contenuta nella raccolta Inferno.
L'immagine che ho scelto per introdurre il post è quella degli ostaggi uccisi all'interno del teatro Dubrovka nel 2002, cittadini presi in ostaggio da terroristi ceceni e sacrificati dal proprio paese in nome di una parvenza di sicurezza. Ho scelto questa immagine per ricordare come le mostruosità della Russia di Putin non sono iniziate tre anni fa con l'invasione dell'Ucraina, ma da sempre l'ex KGB calpesta democrazia e diritti umani nel paese, come denunciato da coraggiosi giornalisti come Anna Politkovskaja (alla quale pure è dedicata una poesia in Inferno).
La poesia è composta da tre strofe. Nella prima traccio un malinconico parallelo tra la grande tradizione letteraria del paese e l'attuale squallida dittatura degli oligarchi ("C'era lo sguardo profondo di Lev, / c'era lo speleologo dell'anima Fedor, / c'era lo spirito di Anton e gli altri versi / ... / tutto oggi è coperto e calpestato / dai canini sporgenti e dal gas asfissiante / dello zar sorto dalla spuma di Stige").
Nella seconda strofa canto il desiderio di fuga di un cittadino russo soffocato dalla dittatura, perché non dobbiamo mai dimenticare che i russi sono esseri umani come noi e di questa situazione sono vittime, non complici.
Nella terza infine chiudo la poesia segnalando come il mondo scelga di non guardare. La poesia l'ho scritta prima dell'invasione dell'Ucraina, quando la Russia era ancora membro del G8 e nessuno si vergognava a fare affari col dittatore che faceva uccidere i giornalisti e aveva annesso militarmente Cecenia e Georgia.
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Francesco Abate
Sembra incredibile come ci sia stato un tempo in cui si facessero affari con personaggi del genere.
RispondiEliminaSembra incredibile come ci sarà un tempo in cui si tornerà a fare affari con personaggi del genere...
Pecunia non olet...dicono...
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