martedì 18 luglio 2017

RECENSIONE DE "I PRIGIONIERI DEI SAVOIA. LA VERA STORIA DELLA CONGIURA DI FENESTRELLE" DI ALESSANDRO BARBERO

Dall'inizio degli anni Novanta in Italia è esplosa la moda del revisionismo anti-risorgimentale. Alla necessità di approfondire alcuni aspetti meno noti delle vicende legate all'Unità d'Italia, ed all'importanza di avviare uno studio dei fatti libero dalla retorica risorgimentale, si sono uniti i sentimenti anti-italiani esplosi in buona parte del paese, in special modo al sud. Il risultato è stato il fiorire di teorie tutt'altro che dimostrabili, lo sviluppo addirittura di movimenti neoborbonici e la diffusione dell'idea che chi insegna la storia ci stia nascondendo qualcosa.
Purtroppo oggi l'editoria è prima di tutto mercato, giornalisti ed editori hanno capito che pubblicando libri in cui il Risorgimento è raccontato solo dal punto di vista degli sconfitti possono moltiplicare gli introiti, per questo stiamo assistendo alla moltiplicazione di libri che raccontano le cose più folli, da campi di concentramento sabaudi a sadiche torture nei confronti dei napoletani. In questo clima così confuso, dominato da libri in cerca di sensazionalismo e pieni di nozioni alterate dall'ideologia, il libro I prigionieri dei Savoia. La vera storia della congiura di Fenestrelle è essenziale come l'acqua.

Si tratta di un volume in cui lo storico Alessandro Barbero ci racconta, con precisione scientifica e prendendo dati da tutti i tipi di fonti possibili (tanto i giornali, tenendo ovviamente conto della loro appartenenza politica e quindi dei loro interessi nell'elaborare in un certo modo la notizia, quanto gli archivi), il destino dei soldati del Regno delle Due Sicilie prima come prigionieri di guerra, poi come arruolati a forza nel nuovo esercito italiano. Barbero ci descrive i problemi che il neonato Regno d'Italia si trovò ad affrontare, i diversi umori suscitati dall'arrivo di tanti soldati napoletani al nord, il dibattito politico ed i provvedimenti che furono attuati. Il libro racconta poi della congiura di Fenestrelle e, cosa fondamentale, smonta pezzo per pezzo le tesi assurde proposte dai tanti scrittori neoborbonici che hanno trattato lo stesso argomento dagli anni Novanta ad oggi. 
All'autore va riconosciuto il merito di raccontare tanto e con rigore senza però mai diventare pesante, il libro si legge infatti in modo scorrevole pur riportando al proprio interno un grosso numero di cifre (indispensabili per chiarire la portata del fenomeno dei prigionieri di guerra napoletani spostati al nord). Così come ci appare in tv, anche come scrittore Barbero si conferma un ottimo divulgatore.
La storia che ci racconta Barbero parla di un governo sabaudo in difficoltà di fronte al massiccio arrivo di prigionieri napoletani, della rovente polemica politica scoppiata tra chi appoggiava l'impresa dell'Unità d'Italia e chi era contrario, degli articoli coi quali i giornali vicini alla chiesa tentavano di screditare l'opera del Governo. Rileggendo gli archivi e i carteggi dell'epoca non emergono lager, fortezze o punizioni per i soldati napoletani, ai prigionieri furono date ampie garanzie riguardo i loro diritti ed anche quando sbagliarono (disertando una volta diventati soldati italiani o macchiandosi di delitti più gravi) ebbero sempre diritto a regolare processo e furono trattati come i loro pari piemontesi. Non vi furono migliaia di morti a Fenestrelle (che era una fortezza in cui alloggiavano anche militari piemontesi, non un lager destinato ai napoletani), come qualcuno oggi racconta, ma i decessi di napoletani si contarono sulle dita delle mani. In generale i napoletani che transitarono per la fortezza vi rimasero poco, tranne nel caso dei Corpi Franchi. Barbero ci illustra anche il problema della camorra che i napoletani portarono nell'esercito italiano e di come la magistratura dell'epoca provò ad affrontarlo. 
Nel libro I prigionieri dei Savoia. La vera storia della congiura di Fenestrelle lo storico Alessandro Barbero tratta un pezzo del Risorgimento con rigore scientifico, privandolo sia della retorica patriottica che di quella anti-risorgimentale, portando alla luce semplicemente i fatti. L'autore riconosce anche ai neoborbonici il merito di aver sollevato dei temi di cui non si è parlato per tanti anni, però essi agiscono con un movente ideologico e non affrontano in modo scientifico la ricostruzione dei fatti, trascurando molte fonti e non valutando l'attendibilità di quelle da cui prendono informazioni. 
Alla luce di tanti articoli discutibili che girano oggi su internet, credo che la lettura di questo libro serva a capire come davvero andarono le cose ed a diffidare da chi cerca il colpo a effetto trascurando la verità.

Francesco Abate

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