martedì 3 ottobre 2017

"IL PREZZO DELLA VITA" E IL GENERE LETTERARIO

Quando un autore presenta il proprio romanzo ad una o più persone, che si tratti di un'occasione ufficiale oppure di una chiacchierata tra amici, la prima domanda che si sente fare è: "che genere è?". Quella riguardo al genere è una domanda fatta molto comunemente e con grande leggerezza, ma spesso non è di facile risposta.
Vi sono moltissimi romanzi che senza problemi possono essere raggruppati in un'unica categoria, ma non sempre tale operazione è semplice. Quando si parla di un romanzo che nasce con lo scopo di sviluppare un concetto, di stimolare una riflessione nel lettore su uno o più temi, diventa molto complicato stabilirne il genere e spesso chi ha fatto la domanda che ho detto sopra, si sente semplicemente rispondere "un romanzo".
Uso come esempio Il Prezzo della Vita. Nel romanzo sono mostrate le vicende del ricco Antonio Baldi e dei personaggi che ruotano intorno alla sua vita. Man mano che la storia si svolge, mi sono preoccupato di mostrare le riflessioni dei personaggi e le ripercussioni psicologiche delle cose che fanno o che gli capitano. Considerando ciò, potrei dire che si tratti di un romanzo psicologico, infatti luoghi e tempi della vicenda passano in secondo piano mentre tutta l'attenzione è focalizzata sull'interiorità dei personaggi. Nonostante sia una conclusione esatta, io la trovo insoddisfacente. Quando parliamo di romanzi psicologici, ci vengono alla mente dei libri (grandissimi) dove la trama stessa è spesso debole perché non importa la vicenda, ma il vissuto dei protagonisti. Ne Il Prezzo della Vita però non è così, la trama c'è ed è avvincente, sia perché sono convinto che attirando l'attenzione del lettore sia più semplice fargli assimilare il messaggio del libro, sia perché la vicenda stessa contiene un insegnamento. La psicologia dei personaggi nel romanzo ha un ruolo fondamentale, ma non è l'unica vera protagonista. In questo romanzo c'è anche una tenera storia d'amore, cosa che non ne fa però un romanzo rosa, ed è un'opera che descrive un malessere sociale e che per certi versi potrebbe anche essere definita romanzo sociale.
Il ragionamento che ho fatto sopra ha uno scopo ben preciso. Io generalmente sono contrario all'attribuzione di etichette alle opere artistiche. Quando sento parlare di generi letterari o generi musicali, mi viene l'orticaria. Ovviamente riuscire a raggruppare le opere artistiche può aiutare il potenziale fruitore nella scelta, per esempio io che non amo le storie sdolcinate rifuggo i romanzi rosa, nonostante abbia adorato Anna Karenina che per lunghi tratti sembrerebbe esserlo, ma non può e non deve essere il motivo dominante della scelta. Un'opera artistica seria (escludo quindi libri, quadri o canzoni fatti per vendere, cioè figli di calcoli commerciali) non può essere di un solo genere, essa è infatti specchio dell'animo dell'autore e non può essere monotematica. Quando io devo scegliere quale libro acquistare, non mi soffermo a capire di quale genere sia, cerco di capire attraverso la lettura del quarto di copertina di cosa parla. Quando devo scegliere quale disco acquistare, cerco di informarmi di cosa parla quello che sto valutando e magari ascolto una o due canzoni. Il contenuto è ciò che conta, non l'etichetta che appiccichiamo addosso l'opera.

Ho voluto condividere con voi questa riflessione semplicemente per rendervi partecipi di una mia idea riguardo l'arte e la letteratura a cui tengo molto, infatti da sempre sostengo che l'eccessiva attenzione per la classificazioni in generi stia uccidendo l'arte. Non si può racchiudere qualcosa di complesso e potente in una definizione di due parole. Leggendo questo articolo inoltre capirete perché, quando qualcuno mi chiede il genere del mio romanzo, io sorrido e dico: "romanzo".

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Potete seguire la mia attività su questo blog, sulla pagina Facebook "Francesco Abate, lo scrittore battipagliese" (https://www.facebook.com/FrancescoAbatescrittore/?fref=ts) e su Twitter seguendo l'account "@FrancescoAbate3".

Grazie mille e buona lettura.

Francesco Abate

Francesco Abate nasce a Salerno il 26 agosto 1984, ma da sempre vive nella città di Battipaglia. Fin da piccolo manifesta interesse prima per la lettura, poi per la scrittura. Comincia ad abbozzare i primi romanzi già ai tempi del liceo, ma la prima pubblicazione arriva solo nel 2009 con Matrimonio e Piacere. Il Prezzo della Vita è il primo romanzo pubblicato per CSA Editrice. Pubblica anche poesie sul sito Spillwords.com. Si dedica anche alla sceneggiatura e alla regia di cortometraggi.

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