venerdì 13 ottobre 2017

RECENSIONE DELLA "DIVINA COMMEDIA" DI DANTE ALIGHIERI

Tanti anni dopo la fine del liceo, ho deciso di leggere per intero la Divina Commedia di Dante Alighieri. Come per tutti gli altri libri, mi divertirò adesso a lasciare un commento. Non mi impegnerò in una descrizione dell'opera e dei suoi contenuti, operazione in cui si sono cimentati e si cimentano personaggi decisamente più preparati e capaci, il mio intento è quello di rendervi partecipi delle impressioni che questa lettura ha suscitato in me.

La Divina Commedia non è solo la prima grande opera scritta in volgare, caratteristica che già da sola la veste di un'importanza immensa, ma è un grande classico del pensiero. Leggendo questo poema mi sono immerso nelle idee che una grande mente ha prodotto meditando sulla filosofia, sulla teologia e sulla politica del suo tempo. La Divina Commedia non è una semplice opera letteraria, racchiude al suo interno tutto ciò che riguarda le scienze umane. Viaggiando con Dante attraverso l'oltretomba, il lettore conosce lentamente i fatti storici degli anni in cui il poema fu scritto, le travagliate vicissitudini politiche, il pensiero filosofico e teologico ed anche i cruenti fatti di sangue. L'opera principale di Dante non va letta solo da chi vuole conoscerla, può essere un buon punto di partenza per approfondire un periodo storico molto turbolento e gli sconvolgimenti socio-politici causati dallo scontro tra il papato e l'impero. Per me è stato impossibile leggere questo poema senza approfondire lo scontro tra i guelfi e i ghibellini, giusto per fare un esempio. Dopo averla letta, credo che la Commedia nell'intenzione di Dante dovesse essere una fotografia di tutto ciò che riguardava l'umanità ai suoi tempi: il pensiero, la cosmologia, le vicende storiche, i sentimenti, i giudizi e la religione. Ovviamente in quest'opera la religione assume un ruolo di primo piano, nonostante io non sia credente ho però trovato anche quest'aspetto molto interessante. Dante ha una visione religiosa tutt'altro che banale, fonda la sua fede sul pensiero di importanti filosofi e non è per niente tenero con la chiesa che si dimostra corrotta e concentrata solo sull'accumulo di ricchezze. Nonostante fosse un credente convinto, sono sicuro che il giudizio del poeta sulla chiesa sia condiviso da tutti quelli che la religione l'hanno abbandonata proprio a causa dei continui scandali creati dal clero. Non solo il pensiero religioso è però al centro del viaggio dantesco, anche un sentimento molto più umano come l'amore svolge un ruolo di primo piano, basti ricordare che tutto il viaggio nasce dall'amore di Beatrice che si muove per tirare fuori dalla selva oscura il povero Dante.
Per i motivi che ho scritto sopra, credo che oggi sia fondamentale far leggere questo poema agli studenti. Trattandosi di un'opera ricca di contenuti, essa può servire a stimolare nei ragazzi di oggi, spesso troppo superficiali nei giudizi, delle riflessioni profonde su temi importanti. Leggere la Divina Commedia sarebbe il primo passo per ribellarsi alla società utilitaristica, che vuole convincerci dell'inutilità di tutto ciò che non sia finalizzato alla produzione, così da trasformarci in gusci vuoti adatti solo a fungere da ingranaggi nella grande catena di montaggio. 
La lettura della Divina Commedia non è comunque motivata solo dalla profondità dei contenuti. Si tratta pur sempre di un poema scritto da uno dei più grandi poeti di tutti i tempi, quindi anche il risultato estetico è ottimo. I versi sono più aspri, a volte addirittura conditi da qualche parolaccia, nell'Inferno, poi nel Purgatorio e nel Paradiso diventano sempre più raffinati man mano che il poeta si avvicina a l'amor che move il sole e l'altre stelle. Con la sua abilità nel costruire i versi, il poeta ci mostra l'animo umano travolto dalle passioni e la sua piccolezza di fronte all'immensità del cosmo.

Nel paragrafo precedente ho spiegato perché ho gustato con piacere la lettura della Divina Commedia, adesso vorrei invece capire come mai gli studenti spesso non riescano ad amarla.
Come tutte le opere dense di contenuti, il poema di Dante non si presta ad una lettura disattenta e superficiale e ciò nella nostra società, sempre più frenetica e frettolosa, viene percepito come un grosso difetto. Lo studente dovrebbe studiare il canto o il poema, però vuole passare il tempo facendo altro e di certo non può cogliere la grandezza dei versi che ha davanti leggendoli di corsa o copiando un commento da internet. Purtroppo il primo sforzo deve arrivare dallo studente stesso, senza la voglia di prendere qualcosa dalla lettura non si può apprezzare un capolavoro.
Se gli studenti hanno le loro colpe, non del tutto innocenti sono molti docenti. Come capita per molte opere letterarie spiegate a scuola, spesso il professore è del tutto incapace di comunicare la grandezza dell'opera, riducendosi così a recitare le solite nozioni che da generazioni impariamo a scuola. Forse i professori dovrebbero prima di tutto spiegare perché un'opera del genere andrebbe letta, poi dovrebbero spingere gli studenti a pensare, facendo prima leggere e commentare loro il canto, poi spiegandogli cosa vede lì la critica. In questo modo una semplice lezione può diventare un momento di confronto che può diventare gratificante e appassionare sia studenti che docenti.

Da ragazzo amai l'Inferno e invece odiai il Purgatorio e il Paradiso, oggi invece posso dire di averli amati tutti e tre. Le ragioni di questo cambiamento le vedo nella mia maturazione. Da ragazzo ero più impulsivo e nutrivo un'ostilità accesa nei confronti di tutto quello che è spirituale, quindi amai l'Inferno in cui il poeta si concentra molto sull'umanità e le sue distorsioni, sui vizi e sui desideri di vendetta, sui sentimenti per niente puri. Per un giovane completamente avverso alla spiritualità era impossibile amare il Purgatorio, dove diventa più forte l'argomento teologico, e il Paradiso, dove questo è dominante. Adesso le cose sono cambiate. Pur non avendo fede, amo ragionare su tutto ed a nulla sono ostile a priori, quindi ho accettato di buon grado anche la lettura delle idee riguardo la fede del poeta. Devo riconoscere che in molti casi ho dovuto ricorrere all'aiuto del commento perché la mia cultura filosofica non è particolarmente vasta, ma ho provato piacere nel confrontarmi con un modo diverso di vedere riguardo un argomento così profondo pur non condividendolo. Forse questa può essere un'altra ragione per cui dovremmo far leggere la Divina Commedia ai ragazzi: imparare a comprendere un punto di vista diverso, e magari avverso, al nostro. Io non sono d'accordo con la visione filosofica sostenuta da Dante, è stato però bello per me conoscerla e adesso mi sento molto più ricco. Questa è la differenza tra un buon libro e un capolavoro: il primo intrattiene e basta, il secondo arricchisce in modi che il lettore neanche immagina a inizio lettura.

Ho tanto gradito la lettura della Divina Commedia e tanto mi piacerebbe promuoverne la lettura che nelle prossime settimane commenterò, uno ad uno, tutti i canti del poema. Ovviamente non mi è possibile garantire una regolarità nei tempi delle varie pubblicazioni a causa di impegni diversi, ma lentamente li commenterò tutti. Lo farò non con la pretesa di insegnare qualcosa, anche perché ben poco so e mi limiterò a dare quelle poche nozioni che ho appreso, ma sperando di invogliare qualcuno a leggere il poema e ragionarci su.

Francesco Abate


4 commenti:

  1. Anch'io al liceo ho capito poco la Divina Commedia,ma era colpa dell'insegnante che si e'limitata ad insegnare i canti piu'famosa senza una visione d'insieme.Gia'e'difficile cosi'L'apprezzata veramente solo ora rileggendolo dopo tanti anni anche con l'aiuto dei videocommenti di youtube

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  2. Purtroppo spesso gli insegnanti si aggrappano ai loro schemi e non riescono a comunicare la grandezza di quest'opera, né tantomeno riescono a fare che gli studenti se ne innamorino.
    Intanto oggi più che mai io credo che sia fondamentale capire la Divina Commedia e andare al di là delle questioni stilistiche.

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  3. anch'io ho capito il poema. Se lo leggiamo possiamo avere idee su com'è fatto l'inferno,il paradiso e il purgatorio sopratutto perché noi pensiamo il pensiero di dante

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    1. Dante ha la grandezza di disegnare con le parole i mondi dell'aldilà e, attraverso questi, di descrivere anche il nostro mondo.

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