mercoledì 16 maggio 2018

CARLO MAGNO RACCONTATO DA ALESSANDRO BARBERO

Tra i personaggi che hanno profondamente segnato la storia del nostro continente, Carlo Magno fu di certo uno dei più importanti. A testimoniare il ruolo centrale di quest'uomo, che fu prima re dei Franchi e poi, dal 25 dicembre 800, imperatore del Sacro Romano Impero, basta il fatto che quasi 1200 anni dopo la sua morte ci si stia ancora interrogando sul suo ruolo quale padre della moderna Unione Europea.
Attraverso il libro Carlo Magno. Un padre dell'Europa, lo storico Alessandro Barbero ci permette di conoscere meglio questa figura quasi leggendaria, spogliandola anche dei luoghi comuni che la storia le ha cucito addosso, consentendoci così di avere un'immagine nitida dell'imperatore e del suo impero, mettendoci nelle condizioni di chiederci se sia per lui calzante la definizione di "padre dell'Europa" o se si tratti di un'esagerazione dettata da un eccessivo entusiasmo pro-europeo. 
Come sempre accade nei libri del professor Barbero, nonostante il tema non sia semplice e per essere compreso necessiti di un buon approfondimento della cultura e della politica di tempi lontani, la scrittura è scorrevole e si legge senza alcuna fatica, rendendo il viaggio nel Sacro Romano Impero tanto piacevole quanto istruttivo.

La trattazione del professor Barbero inizia con un rapido sguardo all'evoluzione del popolo franco, un semplice agglomerato di tribù accomunate dal dialetto e dalla religione, in un vero e proprio regno. Queste tribù si unirono poi sotto la reggenza di Clodoveo, principale esponente della dinastia Merovingia. Allora i sovrani svolgevano però un ruolo puramente rappresentativo, col passare del tempo la gestione effettiva del regno fu competenza dei maestri di palazzo. Furono questi esecutori del potere a rendere sempre più grande e potente il regno franco, poi con la vittoria a Poitiers di Carlo Martello ("il piccolo Marte") contro i Saraceni del 732, i Franchi iniziarono a essere considerati veri e propri difensori della cristianità, acquistando così i favori del papa e un peso importante nella politica internazionale. Questa crescita sul piano internazionale dei Franchi portò all'acclamazione del figlio di Carlo Martello, Pipino il Breve, quale re e alla fine della dinastia Merovingia, sostituita da quella Carolingia.
Figlio di Pipino il Breve, Carlo Magno salì al trono nel 769. Dovette spartirsi il regno col fratello Carlomanno, con cui ebbe aspri contrasti, finché nel 771 quest'ultimo morì e lo lasciò unico sovrano. Il regno di Carlo Magno fu poi segnato da una lunga serie di guerre di conquista, cui il sovrano dette anche un significato religioso, rafforzando così i suoi legami col papa e il suo ruolo di difensore della cristianità. La connotazione religiosa delle guerre di Carlo Magno non fu poi una grande forzatura, infatti contro i Longobardi in Italia il re andò in guerra per difendere il papa, poi si scontrò sempre con pagani (Sassoni, Avari, Arabi in Spagna) cui impose a ogni conquista la conversione al Cristianesimo.
Carlo Magno fu poi incoronato imperatore a Roma il 25 dicembre 800. Tale incoronazione fu semplicemente l'ufficializzazione del suo ruolo di protettore della Chiesa, funzione che egli svolse con grande energia e che a volte lo portò a comportarsi come il capo della stessa. La cosa a noi lettori di oggi fa rizzare i capelli in testa, l'idea di un re che detta le regole della liturgia e convoca i concili per discutere temi religiosi cozza con il nostro concetto di laicità delle istituzioni, ma Barbero è bravissimo a farci comprendere una realtà in cui la distinzione tra potere temporale e potere spirituale non era poi così netta. Basti pensare che Carlo Magno convocò numerosi concili, che i vescovi e gli abati nel territorio dell'impero li nominava lui, che ai vescovi e agli abati affidava proprietà su cui essi svolgevano quelle funzioni che normalmente spettavano a conti e ad altre istituzioni regie. Favorito anche dalla debolezza di Leone III, il papa dell'epoca, Carlo Magno si comportò da effettivo capo della chiesa, dettando anche le regole della liturgia nell'impero. 
Alla semplice ma dettagliata biografia, l'autore affianca poi un'immagine del Carlo Magno uomo, del suo rapporto con le donne e con i figli. Non si tratta però delle solite banali riflessioni sull'umanità di una grande figura, leggere attentamente questo paragrafo vuol dire capire meglio come funzionava all'epoca l'istituzione del matrimonio e come proprio lui la adeguò ai dettami del Cristianesimo.

Il professor Barbero, con la sua scrittura godibile e semplice, ci porta poi a conoscere e comprendere la struttura dell'impero, la sua economia e il piano con cui Carlo Magno cercò di farlo rinascere culturalmente (la famosa "Rinascita carolingia"). 
Egli lottò contro l'ignoranza all'interno delle istituzioni ecclesiastiche, non tollerando che le guide spirituali potessero coi loro errori compromettere le anime altrui, riuscendo di riflesso ad alzare il livello culturale dell'intero regno. Lui stesso si circondò di uomini di cultura e imparò a leggere il latino. Fu il primo sovrano a creare un culto unificato e cercò con svariati mezzi di arrestare la corruzione del clero. 
Descrivendoci nei dettagli il funzionamento economico dell'impero, Barbero smonta alcuni luoghi comuni sorti nei secoli successivi. Il Sacro Romano Impero non fu economicamente stagnante e arretrato, vi fu invece il fiorire di mercati e di porti commerciali.

Il romanzo si conclude con uno sguardo agli ultimi anni di vita dell'imperatore. 
Viene sfatato il mito del Carlo Magno ormai debole e incapace di far fronte ai pericoli che incombono sull'impero. Barbero ci spiega come l'imperatore riuscì a limitare i danni fatti dalle scorrerie dei pirati Danesi e Saraceni, inoltre ci racconta che fu sul punto di combattere di nuovo, poi la guerra civile che rovesciò il re danese Godefrido evitò che fosse necessario.
Energico nonostante l'età avanzata, Carlo Magno morì per le complicazioni di una polmonite presa andando a caccia. Si spense il 28 gennaio 814.

Leggendo il libro del professor Barbero, si hanno gli strumenti per chiedersi se sia giusto considerare Carlo Magno un padre dell'Europa. La domanda non è banale. Il Sacro Romano Impero fu la prima unione territoriale europea il cui centro non era il Mediterraneo, infatti la capitale e il centro del governo si spostarono dentro al continente. Carlo Magno inoltre diede a questo agglomerato di province diverse (si va dal nord della Spagna alla Sassonia, dalla Francia all'Italia e a parte dell'ex Jugoslavia) una moneta unica, una religione unica, leggi simili e istituzioni uguali. Le regioni conquistate non furono semplici colonie, Carlo Magno le fece diventare parte integrante del Sacro Romano Impero. Questa unità istituzionale, economica e monetaria non è da sottovalutare. All'epoca la percentuale di popolazione che superava i vent'anni di età era bassa, Carlo invece regnò per più di quaranta, quindi si creò in tutto l'Impero, e per questo in buona parte dell'Europa, un nucleo umano nato e cresciuto sotto le stesse leggi, si creò un abbozzo di unità culturale che potremmo considerare il nucleo della cultura europea.

Francesco Abate

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