domenica 14 gennaio 2018

RECENSIONE DI "QUEL CHE RESTA DEL GIORNO" DI KAZUO ISHIGURO

Quel che resta del giorno è il romanzo più famoso dello scrittore britannico di origini giapponesi Kazuo Ishiguro. Dal libro è stato tratto anche il film omonimo nel 1993.
Confesso che non conoscevo lo scrittore ed è stata la recente attribuzione del premio Nobel per la letteratura a farmelo scoprire. Visto il riconoscimento che gli è stato assegnato, ho pensato fosse giusto fare la sua conoscenza. Per cominciare, ho fatto la scelta più sicura, scegliendo quello che è considerato il suo capolavoro.

Quel che resta del giorno è il diario di viaggio di Mr. Stevens, un vecchio maggiordomo inglese che, per la prima volta dopo tanti anni, intraprende un viaggio di piacere. Tanto è legato al suo lavoro, che cerca sempre di svolgere in modo impeccabile, da creare una giustificazione professionale ad un viaggio di piacere propostogli dallo stesso datore di lavoro. A Mr. Stevens non sarebbe mai venuto in mente di lasciare, anche solo per un breve periodo, la sua mansione presso Darlington Hall, l'idea è del suo nuovo datore di lavoro, un ricco americano che abita la magione al posto di Lord Darlington, Mr. Farraday. Mr. Stevens accetta l'idea solo quando riesce a giustificarla a sé stesso, prima ancora che a Mr. Farraday, con l'intenzione di ritrovare la vecchia governante Miss Kenton e sondare la sua disponibilità a tornare a lavorare a Darlington Hall. 
Il viaggio di piacere e di lavoro di Mr. Stevens diventa però una lunga esplorazione nel suo animo, forse la prima che abbia mai fatto nella sua vita. Il vecchio maggiordomo ha dedicato tutta la sua vita alla propria professione, a svolgerla nel miglior modo possibile, e sicuramente è riuscito nel suo intento. Quell'escursione fuori dalla sua routine gli permette però di rivedere la sua lunga vita sotto una luce diversa. Si rende così conto, soprattutto dopo aver ritrovato Miss Kenton, di essere stato così concentrato sulla sua professione da essersi annullato come individuo. Lord Darlington fu molto attivo nella politica tra le due guerre mondiali, convinto che i tedeschi fossero trattati troppo duramente e deciso a convincere gli alleati a concedere loro un trattamento più umano. Nonostante i protagonisti della storia europea entrassero e uscissero da Darlington Hall, Mr. Stevens si è preoccupato solo di fare al meglio il proprio lavoro, mai ha nemmeno provato a capire cosa stesse accadendo. Il maggiordomo ha quindi vissuto ai margini della storia senza mai viverla davvero. Anche i sentimenti sono passati in secondo piano, il protagonista nemmeno si è fermato a piangere la morte del padre e in nome dell'etica professionale ha ignorato quello che sarebbe potuto essere il grande amore della sua vita. Il romanzo si conclude con il raggiungimento da parte del protagonista della consapevolezza di aver sprecato la propria esistenza, ma un incontro fortuito gli fa capire che può ancora godersi ciò che gli resta da vivere. 

Io credo che con Quel che resta del giorno Ishiguro abbia voluto mostrarci quanto sia pericoloso dedicare la propria intera esistenza, tutto il proprio essere, ad un ideale. Gli esempi che ci porta per spiegarci questa lezione sono Mr. Stevens e Lord Darligton.
Il primo è un fanatico del lavoro, una figura quindi molto comune nella nostra realtà contemporanea. Alla fine Mr. Stevens è soddisfatto delle sue prestazioni lavorative, impeccabili, ma ha perso tutto il resto. Non ha avuto una vita al di fuori del lavoro, non ha una famiglia e non ha amici. Mr. Stevens è anziano, ma non ha mai vissuto. Scopre tutto quello che avrebbe dovuto imparare nel corso della vita nella settimana che trascorre in viaggio. Per la prima volta vede dei panorami che non sono illustrati nei libri, scoprendo la bellezza di ciò che non è appariscente. Per la prima volta scopre, attraverso la chiacchierata con Miss Kenton, il contrasto di sentimenti che può vivere chi ha una famiglia a cui vuole bene. Solo con queste scoperte capisce di aver sprecato la propria esistenza, di essersi tanto concentrato sul lavoro da farsi sfuggire tutto il resto. La conclusione amara gli riserva però un lieto fine, un incontro apparentemente senza peso gli fa capire che non è ancora finita, può ancora godersi gli ultimi anni di vita.
Anche Lord Darlington butta via la propria vita in nome di un ideale. Egli mette anima e corpo nella politica perché trova ingiusto il trattamento riservato ai tedeschi dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. Se all'inizio il nobiluomo è lungimirante, perché fu proprio il pugno duro degli alleati una delle cause dell'ascesa del nazismo in Germania, successivamente si rivela ingenuo e viene usato dai tedeschi. Finisce perfino per avere simpatia dei nazisti, di cui non capisce la reale pericolosità. Egli sviluppa la sua idea iniziale, la compassione per i maltrattati tedeschi, e la porta avanti con un'ostinazione così ottusa da non accorgersi del mutamento politico che avviene in Germania, finendo per fare il gioco dei futuri nemici in guerra. La sua ottusità gli costa cara, infatti viene additato come amico dei nazisti e muore praticamente isolato.
Miss Kenton è l'antagonista di Mr. Stevens, almeno nel modo di ragionare. Lei è molto brava nel suo lavoro di governante, però si lascia trasportare dalle passioni e ad un certo punto sceglie di dare la priorità ai sentimenti, lasciando il lavoro per farsi una famiglia. Una sua lettera e l'incontro alla fine del viaggio servono ad aprire definitivamente a Mr. Stevens le porte della comprensione, gli mostra una scelta di vita totalmente diversa, facendogli vedere cosa si è perso. In un certo senso si può considerare alternativa anche a Lord Darlington, infatti lei è passionale ma cambia idea spesso sul modo d'agire, non resta ferma sulla sua posizione di partenza.

Quel che resta del giorno è nel complesso un buon romanzo, si legge con una certa facilità e non è mai pesante, se si esclude nelle pagine iniziali una lunga riflessione sulle qualità di un buon maggiordomo. Anche la parte un po' più dura da digerire ha però il suo senso, è importante per farci conoscere il modo di ragionare del protagonista, completamente concentrato sul lavoro.
Fondamentale è l'insegnamento che l'autore vuole darci attraverso la vicenda di Mr. Stevens. Sacrificare la propria esistenza per un ideale, che sia professionale o politico, è una scelta pericolosa: si rischia di avere grossi rimpianti. Se anche però si ci dovesse accorgere di aver sprecato parte della propria vita, non bisogna perdere il resto del tempo a piangersi addosso, bisogna invece godersi il tempo che resta.

Francesco Abate

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