mercoledì 24 aprile 2019

IL MEDIO ORIENTE SPIEGATO DA MASSIMO CAMPANINI

Conosciamo il Medio Oriente attraverso i telegiornali. La situazione politica instabile si traduce in un continuo spargimento di sangue di cui veniamo a conoscenza ogni giorno. L'immagine che ho scelto per aprire l'articolo ci mostra la Siria di oggi, un paese raso al suolo da una guerra civile che va avanti da circa otto anni.
Se le notizie riguardo le vicende mediorientali non ci mancano, è pur vero che abbiamo pochi mezzi per poter comprendere quello che realmente succede. I paesi occidentali, quindi anche noi e i nostri alleati, hanno interessi politici ed economici diretti nella zona, quindi anche le informazioni spesso sono filtrate in base all'opportunità del momento. Eppure quello che succede in quei paesi lontani ci riguarda molto da vicino, basti pensare al terrorismo di matrice islamica, che sempre più spesso insanguina l'Europa, o ai soldati italiani impegnati nelle varie zone di guerra mediorientali. La cattiva interpretazione delle vicende che riguardano il mondo arabo e islamico sta portando inoltre a un odio verso i musulmani tutti, il quale nasce proprio da una cattiva comunicazione fatta, spesso in malafede, da giornalisti faziosi e politici intenzionati a cavalcare la paura e l'odio.
Il contesto mediorientale è molto complesso ed è facile valutarlo in modo errato, vista anche l'enorme differenza culturale che c'è tra noi occidentali e il mondo arabo, per questo diventa necessario trovare dei libri che ci guidino lungo questo sentiero così tortuoso. 
Un testo che merita di essere letto per conoscere meglio la cultura e la storia mediorientale è di certo Storia del Medio Oriente contemporaneo di Massimo Campanini. Si tratta di un libro scritto col rigore dello storico, che quindi non si lascia guidare da valutazioni ideologiche dettate dalla sensibilità dello scrittore, e che descrive la travagliata storia del Medio Oriente nel periodo che va dal colonialismo europeo fino ai giorni nostri. Si tratta perciò di una guida preziosa che permette di osservare e analizzare il contesto socio-politico che ha portato agli eventi che oggi stiamo vivendo da vicino (guerra in Iraq, Al Qaeda e ISIS, guerra in Siria, ecc.).

Il libro di Campanini ci permette innanzitutto di vedere come nell'area mediorientale, zona che va dal nord Africa fino all'Arabia Saudita, la situazione politica sia stata sempre molto turbolenta, anche a causa di una sorta di immaturità della popolazione, la quale non è stata mai in grado di sfruttare le occasioni di svolte democratiche. Un esempio sono le << primavere arabe >>, giusto per citarne uno cronologicamente vicino, le quali portarono al rovesciamento di regimi dittatoriali senza però riuscire a sostituirli con governi democratici e stabili. 
La storia del Medio Oriente è fatta perciò di rivolte, di governi autocratici e di golpe militari, di libertà negate e spesso buttate via quando ottenute. Un ruolo di primo piano nella storia di questi paesi lo ricopre l'Islam, e forse uno dei meriti principali di Campanini è quello di spiegare il ruolo della religione nei vari governi e nelle varie transizioni. Oggi noi siamo abituati a pensare ai paesi islamici come posti dove si governa in nome del più rigido oscurantismo religioso, arrivando a concludere che la dittatura religiosa e la violenza siano tare proprie dell'Islam, ma la storia mostrata dall'autore ci dimostra come per buona parte del XX secolo i governi mediorientali siano stati laici, semmai la successiva svolta religiosa fu causata dal tentativo operato dai governanti di imporre la laicità invece di introdurla gradualmente (errori compiuti ad esempio da Kemal in Turchia e Nasser in Egitto).
Riguardo poi ai musulmani, noi siamo abituati a immaginarli come degli ottusi tradizionalisti chiusi a ogni dialogo. Questo libro ci fa capire che non è così. L'autore descrive nei particolari i dibattiti filosofico-religiosi che impegnarono i pensatori musulmani sia all'epoca del colonialismo che ai giorni nostri; leggendo le pagine che Campanini dedica all'argomento, si scopre un Islam vivace e desideroso di accogliere i mutamenti storico-sociali del mondo. 
La storia mediorientale è poi, come in linea di massima già molti sanno, storia di sfruttamento e ingerenze da parte dell'Occidente. Il libro inizia mostrandoci il colonialismo francese e britannico in nord Africa e Medio Oriente; finisce facendoci vedere le ingerenze statunitensi nelle politiche di paesi come Iraq e Afghanistan. A motivare tale invadenza occidentale ci sono l'intenzione di sfruttare le risorse del posto e quella di mantenere i paesi dell'area in una relativa debolezza politica ed economica. Esempio emblematico di quello che ho appena detto è l'atteggiamento degli USA nei confronti di Saddam Hussein: lo appoggiarono quando attaccò l'Iran khomeinista, usandolo così come mezzo per tenere l'Iran debole; gli diedero addosso quando attaccò il Kuwait, perché l'Arabia Saudita ebbe paura di perdere il proprio ruolo egemonico e chiese aiuto; quando gli sciiti in Iraq si rivoltarono, non li aiutarono, lasciando che Saddam reprimesse la rivolta nel sangue e mantenesse il potere; nel 2003, sfruttando accuse poi rivelatesi false, lo deposero, lo fecero impiccare e crearono un governo "democratico". Il libro ci racconta di questa invadenza interessata dell'Occidente e ci mostra poi come sia stata una delle cause del fiorire di gruppi terroristici come Al Qaeda e l'ISIS, i quali fondano la loro propaganda facendo leva sulla miseria della gente e sul rancore nei confronti dell'invasore straniero.
Anche il tema del terrorismo è trattato in modo approfondito nel libro. Campanini ci mostra il primo terrorismo degli anni Settanta, poi quello degli anni Novanta, infine quello dei giorni nostri, e fa tra loro un paragone. Interessante è una valutazione, che io condivido perché è già mia da tempo, secondo cui l'attuale terrorismo islamico è in realtà un nichilismo che usa la bandiera dell'Islam per distruggere; i terroristi non sarebbero altro che uomini violenti e privi di valori, i quali usano la religione come pretesto per versare sangue.  

Consiglio vivamente la lettura di Storia del Medio Oriente contemporaneo, lo ritengo infatti il miglior mezzo con cui liberarsi di tutti i pregiudizi che politici e mass media ci inculcano riguardo il mondo arabo e i musulmani in generale.
Il mondo arabo-islamico è molto complesso e le sue vicende sono frutto di una storia molto travagliata, le valutazioni spicciole cui siamo abituati noi non potranno mai essere esatte. Campanini ci mostra come quei popoli siano stati maltrattati, come abbiano perso le occasioni di democratizzazione a causa delle divisioni interne, come alcune aree siano state politicamente alterate da invasori stranieri (l'Iraq è un invenzione inglese, il Libano lo crearono i francesi, di Israele non c'è neanche bisogno di parlare) e quindi come alcune divisioni siano state volontariamente acuite. La storia del Medio Oriente è storia di sfruttamento, di lotte per l'egemonia politica, di guerre e terrorismo, ma anche di sviluppo delle idee e progresso. Un mondo complesso ha bisogno di essere visto nel suo insieme per essere compreso; questo libro ci mostra tutto ciò che c'è da vedere, lo fa con rigore e con semplicità, rendendo l'argomento accessibile a tutti.

Francesco Abate

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