Adesso
mi alzo e vado a Innisfree,
e
lì costruisco una piccola capanna, fatta di argilla e vimini intrecciati;
metto
nove filari di fave, un’arnia per il miele d’api,
e
vivo solo nella radura ronzante d’api.
E
avrò pace laggiù, perché la pace arriva fluendo lentamente,
fluendo
dal velo del crepuscolo al posto dove i grilli cantano;
là
la mezzanotte è tutta un luccichio, e il mezzodì un bagliore purpureo,
e
la sera è piena delle ali del fanello.
Adesso
mi alzo e vado, tutte le notti e tutti i giorni
sento
l’acqua del lago sciabordare presso la riva con suoni lievi;
mentre
resto fermo in strada, o sul grigio marciapiede,
la
sento nel profondo del cuore.
Questa che ho riportato sopra è la traduzione fatta da me della poesia Lake Isle of Innisfree ("Innisfree, l'isola del lago"), una delle più famose poesie del poeta irlandese William Butler Yeats.
Yeats compose questa poesia nel 1888 e la pubblicò due anni dopo sul National Observer.
Innisfree è una piccola isola dove Yeats trascorreva in gioventù le vacanze; si trova nel Lough Gill, lago della contea di Sligo, in Irlanda.
Come si può facilmente dedurre dal testo, la poesia rievoca la nostalgia di un rapporto più profondo con la natura, ponendola nei versi finali in contrapposizione con la sterile vita di città (rappresentata dalla strada e dal grigio marciapiede).
Raccontò Yeats che a ispirarlo fu un getto d'acqua che vide in una vetrina a Londra e che serviva per promuovere un refrigeratore di bevande; il lieve rumore di quell'acqua gli riportò alla mente il Lough Gill e la contea di Sligo.
Nei versi Yeats dichiara l'intenzione di voler andare a Innisfree. Nella prima quartina ci mostra il soddisfacimento dei bisogni fisici in armonia con la natura, coi filari di fave e il miele; nella seconda invece evidenzia il benessere spirituale che quel posto gli può dare; nell'ultima il poeta ci mostra il desiderio e la nostalgia che abitano il suo cuore, tanto da fargli sentire i suoni di quella natura mentre si trova nel bel mezzo della caotica e civile Londra.
Questa poesia si può considerare un inno alla natura, un desiderio di fuga dalla civiltà e ritorno alla vita semplice e in armonia con la terra. Yeats da giovane lesse i saggi di Thoureau, scrittore statunitense che si costruì una capanna nel bosco e visse isolato, per poi descrivere questo suo ritorno a un contatto intimo con la natura nel romanzo Walden; ovvero La vita nei boschi; è evidente in questo componimento l'influenza che Thoureu ebbe su Yeats, cosa che tra l'altro confessò lo stesso poeta irlandese.
Ho scoperto Yeats di recente e mi ha tanto affascinato che ho voluto condividere con voi questa poesia, che mi sono divertito a tradurre.
Di Yeats bisogna dire che è considerato uno dei poeti più importanti del Novecento e la sua influenza è viva ancora oggi, tanto che nel 1986 il cantautore italiano Angelo Branduardi ha inciso un album, Branduardi canta Yeats, in cui ha musicato alcuni dei componimenti del poeta (tra cui anche questo).
Francesco Abate
L'unica volta che ho letto Yeats è stato l'anno scorso, a scuola, ma la professoressa non era stata molto interessante.
RispondiEliminaProverò a rileggerlo per conto mio, magari cerco anche il cd che hai citato.
Grazie e baci!
Per ora di Yeats ho letto solo questa poesia e "I selvaggi cigni di Coole", che è la sua più famosa e pure vorrei esercitarmi a tradurre.
EliminaSpero di aver fatto nascere in te un interesse che si tradurrà in futuro in una passione.
Grazie per la lettura.
Ho scoperto William Yeats da poco, e devo dire che ne sono rimasta affascinata, il suo modo di scrivere poesia mi ha saputo regalare nuove emozioni.
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