Una Pace Perfetta è un romanzo dello scrittore Amos Oz pubblicato nel 1982, ma arrivato in Italia solo nel 2009.
Si tratta di un'opera in cui l'autore analizza contemporaneamente l'animo umano e la struttura sociale in cui è inserito; non ci mostra soltanto le dinamiche interne allo spirito di un uomo, ma anche l'influenza che l'ambiente esterno ha su di esso, nonché l'influenza che lo spirito di un singolo può esercitare sull'intera società.
La storia raccontata in Una Pace Perfetta si svolge nel kibbutz Granot e vede come protagonista principale il giovane Yonatan, figlio del segretario del kibbutz Yolek e marito di Rimona. Yoni, così viene affettuosamente chiamato dalla moglie, è stanco della vita confinata nel kibbutz e sogna di andar via, senza però trovare mai il coraggio di concretizzare il suo proposito.
La vita dell'intero kibbutz viene sconvolta dall'improvviso arrivo del giovane Azariah, un ragazzo del cui passato non si sa nulla, che si rivela tremendamente logorroico e molto idealista. Yonatan e Azariah vengono subito a contatto, scelti da Yolek per lavorare insieme in un'autorimessa, e stringono amicizia. Il giovane si innamora della moglie di Yonatan il quale, a lei non interessato e deciso a mollare tutto, lascia che i due si uniscano nel suo stesso letto, creando grande scandalo nel kibbutz.
Alla fine Yoni trova il coraggio di fuggire, distruggendo la vita dei genitori, in special modo quella del già deluso Yolek, e creando ulteriore scompiglio nel kibbutz.
Una Pace Perfetta è un analisi dell'uomo, della vita all'interno dei kibbutz, e degli effetti delle interazioni tra questi due elementi.
Prima di tutto bisogna spiegare cos'è un kibbutz. Si tratta di strutture, ancora oggi esistenti, in cui gli abitanti vivono secondo l'ideale socialista, lavorando per la collettività e ricevendo tutto il necessario per vivere direttamente dall'amministrazione. Le case sono comuni e assegnate in base alla composizione del nucleo familiare, gli attrezzi da lavoro sono di proprietà comune, i pasti principali si svolgono in refettori dove tutti i compagni mangiano insieme. Come in tutte le società, gli abitanti del kibbutz sono tenuti a rispettare delle regole comuni.
Attraverso Yolek, il segretario del kibbutz nonché uno dei fondatori di queste strutture, e suo figlio Yonatan, Oz ci mostra il fallimento del sogno socialista israeliano. Il paese al di fuori del kibbutz è esattamente come le potenze capitaliste, mentre all'interno non sembra realizzata quell'isola felice che avrebbe dovuto garantire giustizia e soddisfazione a tutti gli abitanti. Le regole del kibbutz stanno strette all'individuo, ne delimitano l'esistenza entro confini troppo stretti e lo rendono inquieto e infelice. Tanto è disabituato Yonatan a una libera esistenza, che sente di voler andar via ma non riesce neanche a decidersi per fare cosa; così la sua voglia di libertà si muta in una drammatica ricerca dell'autodistruzione. A fare da contraltare alle inquietudini di Yolek e Yonatan ci pensa Azariah, il quale incarna invece l'idealismo dei socialisti israeliani, che proprio nel kibbutz vedono ancora l'unica possibilità di vivere in una società giusta.
Il romanzo si svolge quasi totalmente all'interno del kibbutz, a eccezione delle pagine dedicate alla fuga di Yoni, e i personaggi principali si trovano tutti lì.
Yonatan, il protagonista, sente il peso di una vita monotona e inconcludente. Non sopporta più le regole del kibbutz, non ama più sua moglie Rimona e nemmeno i suoi genitori. Medita la fuga e per questo non si impegna più nelle attività lavorative a cui viene destinato. Si trova a stretto contatto con Azariah e lascia che questi intrattenga una relazione amorosa con Rimona, non preoccupandosi nemmeno dello scandalo che investe tutti e tre nel kibbutz. Ha voglia di fuggire dalla vita monotona e restrittiva che vive, ma non ha ben chiara la destinazione della sua fuga, è un'idea indefinita nata in una mente priva della conoscenza del mondo esterno. Questa indeterminatezza delle sue intenzioni lo porta prima a rimandare di continuo la fuga e poi, quando finalmente attua il suo proposito, lo porta a prendere la strada dell'autodistruzione; totalmente impreparato alla vita, preferisce scegliere la morte. L'esito finale della sua fuga è poi un'ennesima manifestazione della sua assoluta passività e incapacità d'agire, infatti la sua vicenda si conclude non in un modo scelto da lui, ma come vuole il caso.
Azariah, benché entri in scena in un secondo momento, è secondo me un personaggio importante al pari di Yonatan. In un certo senso, il giovane idealista che piomba nel kibbutz una notte d'inverno è l'esatto opposto del protagonista. Si tratta di un ragazzo pieno di ideali, la cui concreta realizzazione vede proprio nel kibbutz, pieno d'entusiasmo e innamorato pazzo di Rimona. Azariah compie il cammino inverso rispetto a quello di Yonatan: lui arriva quando l'amico se ne va, si innamora della donna di cui lui non è innamorato, crede in quello che l'altro rinnega. Nonostante sia agli antipodi di Yoni, Azariah è l'unico a comprendere i motivi della sua fuga e non fa nulla per ostacolarlo.
Rimona è la moglie di Yonatan e in un secondo tempo diventa anche compagna di Azariah. Si tratta di una donna non innamorata, bensì devota. Non contraddice mai il suo Yoni, lo riempie di premure e mai fa o dice qualcosa che possa contrariarlo, in lei c'è più la devozione della serva che l'amore della moglie. Non particolarmente intelligente, è segnata dalla perdita della figlia. Non si oppone neanche al progetto del marito di abbandonarla, non ne capisce davvero le motivazioni, ma lo accetta passivamente come fa con ogni cosa.
Yolek, padre di Yonatan e segretario del kibbutz Granot, è un altro personaggio fondamentale. Attraverso lui viene evidenziata principalmente l'analisi sociale fatta da Oz nel romanzo. Coi suoi occhi vediamo la disillusione di chi ha lottato per creare i kibbutz, dei paradisi socialisti, e vede i giovani che li abitano ormai completamente disamorati. Si tratta di una delle figure più tragiche del romanzo, vede infatti sbriciolarsi davanti ai suoi occhi il suo paese, il suo kibbutz, e la sua stessa famiglia quando Yonatan va via senza dir nulla.
Un personaggio che prende la scena nella parte finale del romanzo è Shrulik, il quale viene eletto segretario del kibbutz al posto di Yolek. Si tratta di un uomo senza famiglia e senza una particolare passione politica, ma ricopre un ruolo fondamentale perché le sue riflessioni, contenute in un taccuino su cui scrive ogni sera, ci permettono di cogliere il messaggio finale del romanzo.
Una Pace Perfetta è un romanzo sull'uomo e sulla società, e si conclude lanciando un messaggio importante. Per farlo, l'autore si avvale delle riflessioni trascritte da Shrulik.
La vita è piena di dolore e di morte, l'uomo è corrotto da una tendenza all'autodistruzione e dall'ambizione. Spesso si è tentati di pensare, di fronte a questa evidenza, che l'essere umano sia destinato all'infelicità. Eppure la vita stessa ci mostra di continuo come, nonostante tutte le brutture e le storture, si riesca ad andare avanti.
Il romanzo si conclude con la vita del kibbutz che, dopo gli sconvolgimenti legati alla fuga di Yonatan e alla guerra dei Sei Giorni, torna alla normalità. Tutto si sistema quasi automaticamente, come se l'intera esistenza tendesse a un ordine e riuscisse a ritornarvi da sola una volta calata l'intensità degli eventi avversi. Succede di tutto, ma alla fine tutto torna come prima.
Il romanzo Una Pace Perfetta è una di quelle letture che consiglio, perché riesce a dare tanto pur essendo semplice. Il linguaggio che usa Oz è di facile lettura, la narrazione non diventa mai noiosa e anche quando l'autore sceglie di affidarsi alla tecnica del flusso di pensieri, che è molto insidiosa, riesce a mantenere l'attenzione del lettore. Di Oz, che ho scoperto con questo romanzo, ho apprezzato molto le descrizioni dei paesaggi; ha la capacità di farli vedere e farli respirare.
La trama rende il romanzo godibile e degni di nota sono i personaggi, i quali sono ben delineati e non lasciano mai indifferente il lettore. Perfino Rimona, che è una donna senza carattere e priva d'iniziativa, a me ha suscitato simpatia, tenerezza e a tratti un po' di pena.
Ottima a mio modo di vedere anche la scelta dell'autore di non addentrarsi troppo nei dettagli storici. La vicenda si svolge durante la crisi politica che portò alla guerra dei Sei Giorni. Continuamente nelle ansie di alcuni personaggi, nei discorsi e nei giornali-radio, percepiamo gli eventi drammatici che degenerano sempre più, ma mai si arriva a una descrizione particolarmente dettagliata, così la narrazione non si appesantisce pur venendo temporalmente collocata.
Una Pace Perfetta è a mio modo di vedere un ottimo libro che andrebbe assolutamente letto.
Francesco Abate
Ho finito di leggere il libro ,una pace perfetta ieri sera,romanzo chiaro e piacevole,mi ha catturato alla stessa maniera del romanzo ,semare di Oz : La scatola nera . Leonarda
RispondiEliminaOz è uno scrittore che fino ad ora non mi ha mai deluso.
EliminaGrazie per la lettura e il commento.