Il Plurale di Poi è il romanzo d'esordio dello scrittore Maurizio Petraglia.
Si tratta di un romanzo parzialmente autobiografico in cui l'autore analizza l'animo umano e i segni che su di esso possono lasciare il tempo e gli eventi.
Il protagonista del romanzo è Diego Del Principe, un uomo realizzato sia professionalmente che umanamente, manager a Parigi di un'importante azienda, stimato marito e padre di famiglia nella sua casa di Como.
La sua esistenza perfetta è però sconvolta da una notizia tremenda, che lo spinge a lasciare tutto e intraprendere un viaggio alla ricerca di persone e luoghi che non vede più da tempo. In questo viaggio non incontra solo vecchi amici, ma ha modo di trovarsi faccia a faccia con fantasmi del passato che da sempre lo tormentano, rivangando anche una tragedia avvenuta quando aveva vent'anni: la morte del suo amico Nicola.
Il Plurale di Poi è un romanzo incentrato sul viaggio del protagonista. Si tratta, come accade nei viaggi veri, quelli non vissuti solo attraverso gli smartphone come oggi capita, di un viaggio che il protagonista fa sia nel mondo che dentro sé stesso.
Il viaggio effettivo, quello che Diego fa a bordo della sua moto, lo porta a incontrare i vecchi amici persi di vista da tanti anni e a ricercare un vecchio amore a cui ha rinunciato molti anni prima. Questi incontri, uniti ai ricordi che fanno rivivere, portano Diego a compiere un intenso viaggio spirituale, ad affrontare i dolori del passato e i rimpianti del presente, ma anche a fargli rivivere dei momenti piacevoli appartenenti alla sua gioventù.
Attraverso il viaggio che il protagonista fa dentro di sé, Petraglia analizza il dolore e i suoi effetti sull'animo umano. Ognuno vive e gestisce il dolore a modo proprio, questo l'autore ce lo mostra attraverso il protagonista e gli amici che man mano rivede dopo tanti anni, ma non lo si supera mai davvero; restano sempre delle cicatrici nell'anima che prima o poi riprendono a far male.
Se il tema principale del romanzo è il dolore, anche all'amicizia spetta un ruolo di rilievo. L'amicizia che ci mostra l'autore è un sentimento privo della disillusione che spesso ci porta a considerarla solo in modo utilitaristico; quella che unisce i personaggi del romanzo, benché siano tutti adulti, è molto simile al sentimento che si vive da ragazzi, un'amicizia pura e disinteressata in cui si ripongono volentieri tutte le energie e le speranze.
Molto interessante nell'ottica del romanzo è la panchina su cui i quattro amici da giovani fecero una promessa, quella che diventa il propulsore del viaggio di Diego.
La panchina nel romanzo finisce per diventare contemporaneamente un altare e un simbolo: un altare su cui vengono mostrati senza alcun filtro i segni che il tempo e gli eventi hanno lasciato sulle persone; un simbolo delle illusioni giovanili e della resistenza che la vera amicizia sa offrire al tempo e alla mancata frequentazione.
Da sottolineare lo stile con cui Petraglia scrive il suo romanzo. Per far sviluppare contemporaneamente il viaggio interiore e quello esteriore del protagonista, fa un uso abbondante dei flashback, riuscendo però a farlo senza compromettere la leggibilità e la comprensibilità del romanzo.
Nel modo di usare questi flashback e di mostrarli al lettore in modo da creare anche una certa suspense, lo stile dell'autore ricorda molto quello dei giallisti italiani contemporanei e riesce a creare una certa attesa nel lettore.
Il Plurale di Poi è un romanzo che tratta temi molto delicati e racconta una storia molto triste, l'autore ha però il merito di usare un linguaggio molto semplice e diretto, riuscendo così a trattare del dolore senza mai sfociare nel patetico e dell'amore senza mai diventare troppo sdolcinato. Il risultato è un libro godibile che si legge con leggerezza ma lascia qualcosa al lettore, non è assolutamente una lettura fine a sé stessa.
Francesco Abate
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