mercoledì 18 settembre 2019

RECENSIONE DEL ROMANZO "UMILIATI E OFFESI" DI FEDOR DOSTOEVSKIJ


Umiliati e Offesi è uno dei romanzi meno famosi dello scrittore russo Fedor Dostoevskij. Si tratta di un'opera che già all'epoca della sua pubblicazione, nel 1860, ebbe un'accoglienza molto fredda da parte della critica.
Come tutte le opere di Dostoevskij, questo romanzo scava negli abissi peggiori dell'essere umano, proiettandoci nella miseria e nella corruzione, e analizza i lati peggiori dell'anima. Nonostante la storia sia ricca di sofferenza fisica e morale, lascia un messaggio finale molto positivo che me la fa considerare un'opera ottimista.

La vicenda in Umiliati e Offesi è raccontata da Ivan Petrovic, chiamato anche Vanja, uno scrittore proveniente da una famiglia nobile ma che, lasciata la casa paterna, si trova costretto ad affrontare la miseria. Vanja è innamorato di Natasha, la figlia naturale dell'uomo che l'ha allevato, ma lei si innamora di un altro e per questo si deve accontentare di restare per lei soltanto un carissimo e fedele amico.
Natasha si innamora di Aleksej Petrovic, figlio del principe Piotr Alexandrovitch Valkovski. Si tratta di un amore molto complicato, infatti suo padre lavorò al servizio del principe finché questi, credendo a delle voci infondate, lo accusò di avergli rubato del denaro e gli fece causa. La storia d'amore tra Natasha e Aleksej viene usata da pretesto per il principe per rincarare le accuse nei confronti di Nicolaj Sergeic Ikhmeniev, il padre di lei; egli infatti arriva a sostenere che padre e figlia abbiano spinto Aleksej a innamorarsi di lei al fine di rabbonire il principe.
Natasha decide di fuggire con Aleksej, contravvenendo così alla volontà sia di suo padre che del principe, gettando i suoi genitori nella vergogna. Della famiglia, resta a contatto con lei solo Vanja, il quale l'aiuta e la consiglia e, di nascosto, porta notizie a sua madre, Anna Andrejevna. 
Aleksej però, sebbene innamorato di Natasha, è sentimentalmente come un bambino e oltretutto viene manipolato facilmente dal padre, quindi pian piano si innamora di Katia, la moglie che il principe ha scelto per lui. Sebbene innamorato di Katia, egli ama allo stesso modo Natasha, e si trova dilaniato da un tremendo conflitto interiore, mentre Natasha soffre all'idea di perderlo e il principe non smette di tramare alle loro spalle.
Nel frattempo Vanja si trova in casa la piccola Elena, una ragazzina portata via a una donna che la faceva prostituire, che si scopre essere nipote del vecchio che, a inizio romanzo, il protagonista ha visto morire. La storia di Elena si rivelerà essere molto simile a quella di Natasha e Vanja ha l'idea di usarla per risolvere la situazione.

Al centro di Umiliati e Offesi ci sono i rapporti conflittuali tra padre e figlia.
La storia di Natasha e quella di Elena ci proiettano in un mondo di figlie che disobbediscono ai padri per amore, vengono però ingannate e si ritrovano senza la nuova famiglia e senza quella vecchia, che nel frattempo le respinge in nome del concetto di onore, vergognandosi di loro. Le due vicende hanno però un epilogo diverso: in una l'orgoglio alla fine viene messo da parte e l'amore trionfa; nell'altra invece fino alla morte la figlia non trova il perdono del padre, il quale muore consumato dal rimorso. Il messaggio del romanzo io lo ritengo ottimista, Dostoevskij ci mostra attraverso la storia a lieto fine che, se l'uomo riesce ad anteporre i sentimenti alla buona nomea e all'orgoglio, riesce a non essere distrutto nemmeno dalle umiliazioni e dalle offese della vita.

Il romanzo però, come tutte le opere di Dostoevskij, è anche un viaggio nella miseria dell'animo umano.
Vanja è di buona famiglia e potrebbe avere una vita agiata, sceglie però di fare lo scrittore e si trova subito in gravi difficoltà economiche, ritrovandosi a vivere nello squallore e finendo per ammalarsi.
La piccola Elena perde la madre dopo aver condiviso con lei una vita di stenti e dispiaceri. Rimasta orfana, si trova prigioniera di una donna crudele che la costringe a prostituirsi. Solo alla fine, dopo aver incontrato Vanja, trova un po' di pace.
Natasha, così come la madre di Elena, è una vittima dell'amore. Si innamora dell'uomo sbagliato, per lui arriva a inimicarsi il padre e a gettare su di sé la vergogna, alla fine però viene abbandonata e si trova senza famiglia. 
Parlando di miseria umana, il principe ne è sicuramente l'emblema. Si tratta dell'uomo che si è fatto da solo, che è riuscito a emergere da una condizione non buona, ma dentro al cuore è pura malvagità. Riesce ad arricchirsi ingannando in gioventù una donna: la fa innamorare, poi la rovina e le ruba il denaro, lasciandola disperata e nella miseria. Oltre a questo suo oscuro passato, non esita a fare causa al suo ottimo amministratore, Nicolaj Sergeic Ikhmeniev, semplicemente basandosi su dicerie prive di ogni fondamento, rovinandogli la vita e umiliandolo di proposito mostrandogli una finta benevolenza. Il principe si oppone con tutte le sue forze all'amore tra suo figlio e Natasha, ne combina l'unione con la figlia della sua amante e infine, conoscendo la debolezza d'animo di Aleksej, con l'inganno lo spinge ad abbandonare la povera convivente. In un suo incontro faccia a faccia con Vanja, egli si rivela come persona estremamente malvagia; è un gran calcolatore, ma il male non lo fa soltanto per interesse, lui si diverte a rovinare le persone, a schiacciarle e distruggerle.
Non manca poi nell'opera l'immagine della nobiltà decaduta, rappresentata da Anna Andrejevna. Lei mantiene i modi e la mentalità da nobildonna, ma finisce trascinata in una condizione di disperazione e rovina dalla fuga della figlia e dalle vicende giudiziarie del marito.

Leggere Dostoevskij equivale a un viaggio nelle profondità dell'uomo e a un soggiorno nei posti più poveri e disperati della società. Questo romanzo però, nonostante in gran carico di dolore e sofferenza che porta, lascia alla fine un messaggio positivo; nella stanza buia e fredda del cuore ogni tanto un raggio di sole riesce a entrare.

Francesco Abate 

6 commenti:

  1. Non ho letto il libro, però grazie alla tua recensione ho capito che potrebbe piacermi e quindi lo inserisco nella lista delle letture future.
    Grazie!

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  2. Sono contento e sono sicuro che non te ne pentirai.
    Una volta che l'avrai letto, fammi sapere cosa ne pensi.
    Ciao.

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  3. Di questo scrittore in gioventù ho letto i fratelli Karamazov e delitto e castigo. Ricordo di essere rimasto molto entusiasta di di questo romanziere, e perché no!, filosofo.

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    1. "Delitto e Castigo" l'ho letto anch'io e l'ho amato, così come in genere adoro Dostoevskij, mentre ancora mi manca "I Fratelli Karamazov", ma rimedierò presto.
      Grazie per i complimenti.

      Buona serata.

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  4. Complimenti per la recensione, ben fatta.

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