venerdì 27 giugno 2025

"DOMINGO IL FAVOLOSO" DI GIOVANNI ARPINO

Domingo il favoloso è un romanzo pubblicato dallo scrittore Giovanni Arpino, prima a puntate tra il 1973 e il 1974 sulla Domenica del Corriere, poi in volume nel 1975.
Questo romanzo è una pennellata di realismo magico all'italiana, un'irruzione della magia e del fantastico nel cinismo e nella disillusione dell'Italia anni Settanta.
Il protagonista, Domingo, è un truffatore che vive di espedienti; duro, cinico, privo di tenerezze perfino nei confronti dell'eterna fidanzata. Sebbene la sua furbizia e il suo cinismo ne facciano un vincente nel mondo in cui vive, Domingo sente però la mancanza di qualcosa, e d'improvviso sente il bisogno di rapire Arianna, una giovane zingara quattordicenne malata di cuore. A spingere Domingo non sono né amore né libidine, lui sente il bisogno di avere Arianna con sé e prendersene cura, ma non sa bene perché. La ragazza però si rivela la svolta decisiva per la vita dell'uomo, che di colpo scopre la magia nascosta dentro le fessure dell'anima, quella magia che permette di vedere il fantastico anche dove sembra esserci solo un piatto grigiume.
Questo è Domingo il favoloso: la ricerca di un poco di magia, di una scintilla colorata nel mondo grigio del guadagno e del consumo. La magia può essere a pochi passi da noi, Domingo infatti la trova nella sua Torino (che qualcosa di magico sembra trasudare sin dalle prime pagine del romanzo), e cambia radicalmente il nostro modo di vedere e vivere il mondo, stravolge le nostre priorità e la nostra scala di valori, lascia un segno indelebile su quello che siamo.
Forse questo romanzo vuole essere un barlume di speranza, un sussulto dell'autore nel disperato tentativo di non arrendersi alla società del "produci consuma crepa", del vivere senza prospettive. L'autore sembra dirci: "Guardatevi bene intorno, e non esitate a seguire l'istinto, perché qualcosa che va al di là della piatta normalità può essere nascosto a pochi passi da voi e non dovete fare altro che afferrarlo". Un auspicio che oggi dovrebbe risuonare ancora più forte.

Francesco Abate

venerdì 20 giugno 2025

DUE RECENSIONI DEL MIO ULTIMO ROMANZO

 

Voglio segnalarmi due bellissime recensioni del mio romanzo scritte negli ultimi giorni.
La prima è stata scritta da Savina Trapani su Into the Read, la seconda da Milena Bonvissuto su L'Epoca Culturale e segue un'intervista il cui link vi renderò disponibile nei prossimi giorni.

Buona lettura!

Francesco Abate

martedì 10 giugno 2025

FIRMACOPIE "EUDEMONIA" AL GIUBILEO LETTERARIO DI ANAGNI

 

Sono felice di annunciarvi che presenzierò al Giubileo Letterario organizzato dall'associazione Barchette di Carta ad Anagni per un firmacopie di Eudemonìa
Sarà bellissimo poter incontrare i lettori e parlare del mio ultimo romanzo, non vedo l'ora che arrivi il 13 giugno!
Trovo anche curioso, e simpatico, il caso che ha voluto che il primo evento ufficiale dedicato ad un romanzo in cui nego l'esistenza di Dio si terrà nella città dello schiaffo ad un papa. In fondo con Eudemonìa io cerco di mollare uno schiaffo ai dogmi ed ai preconcetti, così da spianare la strada alla riflessione ed alla consapevolezza.
Vi aspetto venerdì 13 giugno alle ore 21 in piazza Papa Innocenzo III, ad Anagni. Con me ci saranno gli amici della casa editrice Atile Edizioni, che ringrazio per l'attenzione che stanno dedicando al mio romanzo. Ringrazio anche l'associazione Barchette di Carta per lo spazio che ha deciso di concedermi.

Francesco Abate

domenica 8 giugno 2025

NEVE DI BOSNIA

 

Neve di Bosnia è una poesia contenuta nella raccolta Inferno.
In questa poesia canto l'inferno dei migranti in transito lungo la rotta balcanica, che si vedono respinti dalle frontiere europee e vengono trattenuti in condizioni disumane nei centri di detenzione dei paesi balcanici, Serbia e Bosnia su tutti. Capita spesso che i migranti si ritrovino bloccati in questi paesi durante i loro rigidi inverni privi perfino di vestiti adeguati al clima, infatti la poesia è ispirata alla vicenda di un paio di anni fa che vide centinaia disperati provenienti dalla Siria bloccati nella neve bosniaca con addirittura i piedi nudi:
Candida e soffice è la neve;
congela il piede nudo
che indifeso la calpesta
con la delicatezza
d'una piuma
che si conficca in un occhio.
La neve, questo soffice e candido fenomeno che a noi scalda il cuore col ricordo del periodo natalizio, diventa uno spietato assassino per chi ha la colpa di essere nato nel lato sbagliato del mondo.


Vi ricordo che potete acquistare Inferno in tutte le librerie e in tutti i collegamenti che trovate in questa pagina. Trovate tutti i miei libri presso la libreria Copperfield Bookshop di Battipaglia.
Se volete, potete anche seguirmi sui social alle seguenti pagine: FacebookMeWe. Potete seguire anche il mio account Instagram f.abate_scrittoresa.
Se vi fa piacere, fatemi sapere cosa pensate dei miei libri commentando sul blog, sulle pagine social o lasciando una recensione sulle piattaforme di acquisto.

Francesco Abate

martedì 3 giugno 2025

"KALLOCAINA" DI KARIN BOYE

 

Kallocaina è un romanzo pubblicato nel 1940 dalla poetessa e scrittrice svedese Karin Boye.
Si tratta di un romanzo scritto otto anni prima del più celebre 1984 di George Orwell, che descrive un futuro distopico in cui uno Stato totalitario controlla in modo assoluto le vite dei cittadini.
Lo Stato totalitario immaginato da Boye controlla in modo stringente ogni aspetto della vita dei cittadini, puntando al totale annullamento dell'individualità a favore della collettività, così da rendere ognuno solo un ingranaggio a servizio del macchinario. C'è una sorveglianza totale, occhi e orecchie dello Stato sono ovunque, perfino nelle camere da letto.
Il protagonista della vicenda, il chimico Leo Kall, inventa un siero che, iniettato endovena, obbliga chi interrogato a dire la verità. Mentre in 1984 il protagonista familiarizza con alcuni ribelli e prova a fuggire dal controllo della dittatura, in Kallocaina l'autrice racconta di un fanatico che aiuta convintamente gli oppressori a controllare i pensieri della gente oltre che le azioni. Leo Kall è però un fanatico inquieto, nel senso che si rifugia nel fanatismo per nascondere a sé stesso l'inquietudine generata da quegli istinti che reclamano a gran voce maggiore libertà di sfogo; la conoscenza della verità finisce per rivelarsi un danno per lui, perché la struttura protettiva in cui si è rifugiato vacilla a contatto con le idee di un gruppo di sovversivi, costringendolo ad un faccia a faccia con il proprio malessere.
A differenza di 1984, col quale il parallelo è d'obbligo, vista la comunanza di temi, Kallocaina si sofferma meno sulla descrizione del funzionamento dello Stato totalitario, e non immagina gli interventi sistematici sul linguaggio. Karin Boye lavora di più sulla psicologia dei personaggi, che non riescono a reprimere il bisogno di libertà pur fingendo di non sentirlo, lasciando quindi spazio alla riflessione circa il reale funzionamento di un sistema che annichilisce l'Uno a favore della collettività.

Kallocaina, come tutta la letteratura distopica del Novecento, è un romanzo che andrebbe assolutamente letto per capire meglio i nostri tempi. Queste opere nacquero infatti dalla mente di chi aveva osservato da vicino grandi dittature quali la Germania nazista o l'URSS comunista, le esperienze più drammatiche ed efficaci del totalitarismo (almeno fino al Novecento). 
Leggere questi romanzi deve prima di tutto mostrarci le similitudini tra la nostra società attuale e le distopie immaginate dai grandi scrittori, perché il processo di annichilimento del singolo a favore della collettività è da decenni in corso in tutto l'Occidente. Tante menti pensanti, tanti spiriti critici concentrati sulla propria felicità sono impossibili da sottoporre ad un controllo totale, è molto più facile indirizzare le persone rendendole tanti pezzi di un puzzle, che hanno senso solo inseriti nel disegno generale. 
Anche i meccanismi di controllo immaginati da Orwell e Boye non sono poi così lontani dalla realtà. Orwell descriveva l'impoverimento del linguaggio finalizzato all'indebolimento del pensiero critico (la neolingua), e questo deve necessariamente farci pensare ai tanti decreti di Trump col quale si vieta l'uso di parole "scomode" nei documenti ufficiali degli USA. Boye invece ci mostra il mito della realizzazione attraverso il lavoro, mentalità tossica che negli anni il capitalismo ha usato per imbrigliarci negli schemi che più facevano comodo ai gruppi che di volta in volta si sono succeduti al potere.
Dobbiamo leggere questi libri e porci delle domande sul mondo in cui viviamo, altrimenti non ci salveremo.

Francesco Abate