mercoledì 23 marzo 2022

CANNE AL VENTO DI GRAZIA DELEDDA

 

Pubblicato nel 1913, Canne al Vento è il romanzo più importante della scrittrice italiana Grazia Deledda, unica donna italiana ad aver vinto il premio Nobel per la letteratura.

Il romanzo narra la storia di Efix, vecchio servitore della famiglia Pintor. Molto legato alle tre sorelle Pintor, uniche superstiti della famiglia, assiste impotente alla loro rovina.
Le sorelle vivono una vita grigia arroccata nel loro palazzo, nascondendo al mondo la miseria sopraggiunta dopo la morte del padre, don Zame, e la fuga della sorella Lia.
La vita monotona della famiglia viene sconvolta dall'arrivo di Giacinto, figlio della defunta Lia. Il ragazzo seduce tutti col suo modo di fare, ma ben presto si rivela un fannullone attratto dalla vita mondana e dal gioco d'azzardo, e non esita a contrarre debiti falsificando le firme di parenti e conoscenti.
Le malefatte di Giacinto complicano la vita delle sorelle Pintor, che perdono l'unica cosa positiva delle loro esistenze, la tranquillità. Efix all'inizio non ha il coraggio di cacciarlo via, come aveva promesso di fare nel caso in cui il ragazzo avesse creato problemi.
L'arrivo di Giacinto non solo accelera la rovina delle sorelle Pintor caricandole di debiti, ma tira fuori delle scomode verità sulla morte di don Zame e la fuga di Lia.

Canne al Vento è un romanzo che mischia contenuti concreti e realistici alla religiosità magica tipica delle campagne sarde di inizio Novecento. Da un lato ci mostra la decadenza della nobiltà, che cede il passo all'emergente classe mercantile, e dall'altro colora luoghi e tempi degli angeli e dei mostri che abitano le fantasie della gente semplice.
L'arrivo di Giacinto mette in contatto il mondo campagnolo con quello urbano, portando a uno scontro di mentalità che a fatica si frammischiano e generano un turbine di eventi, capaci di travolgere tanto le semplici persone di campagna quanto i giovani sognatori di città.
Canne al Vento è anche un romanzo sulle verità nascoste. Efix cela nella sua memoria il segreto sulla morte di don Zame, e questo riposa tranquillo fin quando un'improvvisa perturbazione, cioè l'arrivo di Giacinto, non smuove il fondo di omertà riportando alla luce la verità.
Questo è soprattutto un romanzo sulla vita e l'uomo. L'uomo è come una fragile canna scossa da un vento, il destino, che non può in alcun modo vincere. La metafora dell'uomo-canna è ripresa dal filosofo francese Blaise Pascal, per cui l'uomo è una canna pensante.

I personaggi principali del romanzo sono Efix, i membri della famiglia Pintor, Giacinto e Grixenda.
Efix è l'umile servo della famiglia Pintor. Personaggio di grande semplicità, serve però con amorosa laboriosità le sorelle, tanto da continuare a lavorare per loro nonostante spesso i pagamenti gli arrivino in ritardo. Tanto è forte il suo amore da aver aiutato Lia nella fuga tanti anni prima. E' un personaggio chiave non solo per il suo ruolo di protagonista, ma soprattutto per la sua visione del mondo notturno, della natura e della vita ultraterrena, che permette alla scrittrice di creare le pagine più memorabili e poetiche del romanzo. Sebbene sia un uomo semplice e dalle idee elementari, in sé contiene quelle credenze magiche tipiche di una religiosità mista alla superstizione. Alla fine muore quando una delle sorelle Pintor cede agli eventi per salvare la famiglia dalla rovina, così può continuare ad appartenere al vecchio mondo nonostante quello nuovo si faccia prepotentemente avanti.
Le sorelle Pintor sono l'immagine di una nobiltà che, sebbene in declino, prova a mantenere l'aura di superiorità ereditata dai secoli passati. Distrutte economicamente dalla morte di don Zame, ferite nella reputazione dalla fuga della sorella Lia, si arroccano nel loro palazzo come assediate dal mondo moderno, resistendo disperatamente i tentativi della modernità di entrare nelle loro vite. Nonostante la difficile situazione economica, Noemi rifiuta con altezzosità una proposta di matrimonio vantaggiosa, spinta dall'orgoglio dei fasti che furono, mentre Ester si dedica solo ed esclusivamente alla religione, e Ruth sopravvive inerte quasi come un vegetale. Per loro l'arrivo di Giacinto si rivela un cavallo di Troia, infatti porta dentro alla loro fortezza quel turbamento e quella crisi da cui cercavano disperatamente di fuggire, costringendole al cedimento finale.
Giacinto è il giovane di città, incapace di accettare la frenetica vita cittadina e attratto dalle vecchie tradizioni campagnole, ma incapace di adattarsi alla tranquilla vita bucolica. Arriva sognando una vita pacifica, poi la rifiuta e corre dietro le feste e il gioco d'azzardo, sconvolgendo la vita delle zie che lo ospitano. Il suo arrivo è un turbine che tutto travolge, apre una breccia nel muro che le sorelle Pintor hanno alzato contro il mondo esterno, scopre il terribile segreto nascosto nel cuore di Efix e accende d'amore il cuore della povera e semplice Grixenda. Destinato a perdersi dietro i suoi vizi, viene salvato proprio dall'amore per la giovane.
Grixenda è in realtà un personaggio secondario, merita però di essere menzionata perché col suo amore semplice e appassionato, privo di interessi e totalizzante, riesce a riportare lo scapestrato Giacinto sulla retta via.

Canne al Vento è un romanzo straordinario che vale la grande fama della sua autrice. 
In questo libro Grazia Deledda riesce a mischiare il realismo della vicenda principale, che descrive la difficile strada per la sopravvivenza di tre nobili decadute, oltre che le condizioni di vita di un semplice servitore, alla magia della religione semplice e pregna di superstizione che abita le menti più semplici. Questo miscuglio è tanto sapientemente preparato da creare pagine meravigliose e molto poetiche, dove la lettura diventa piacevole pur trascurando la vicenda principale. Molto commovente è la descrizione della morte di Efix, che vediamo attraverso gli occhi del servitore vestita di immagini molto suggestive. Vale però la pena di leggere anche le sue visioni notturne, nelle quali la natura si anima di creature misteriose e spesso tetre.
Nonostante le descrizioni poetiche, la Deledda è però brava nel mantenere la narrazione semplice e scorrevole, così il lettore non si stanca mai nonostante le pause dalla storia principale, che non sono mai troppo lunghe. 
Canne al Vento è un romanzo di cui consiglio la lettura perché fa riflettere, agita l'animo con tanti sentimenti diversi e fa conoscere un luogo che pare sospeso tra il mondo reale e quello ultraterreno.

Francesco Abate

domenica 13 marzo 2022

LE RAGIONI DI UN DECENNIO DI GIOVANNI DE LUNA

 

Le Ragioni di un Decennio. 1969-1979. Militanza, violenza, sconfitta, memoria è un saggio pubblicato dallo storico Giovanni De Luna nel 2009.

In questo libro De Luna affronta un decennio complesso nel tentativo di liberarlo dalla riduzione alla definizione troppo sintetica di "Anni di piombo". In quegli anni non ci fu solo il terrorismo dei gruppi di estrema destra e delle Brigate Rosse, non ci fu solo il compromesso storico; fu in verità un periodo molto complesso, che si contraddistinse per la straordinaria voglia di partecipazione alla vita politica.
Per riuscire nel suo intento, lo storico non scrive solo con la sistematicità del professionista, ma cerca di trovare una sintesi con lo sguardo del testimone (De Luna è stato a lungo militante del gruppo politico Lotta Continua). Il risultato è un libro che non presenta i fatti nudi e crudi, e nemmeno li riporta in ordine cronologico, bensì li raggruppa e li analizza per aree tematiche, ricercando le ragioni e gli sviluppi della militanza e della violenza, e anche interrogandosi sul difficile rapporto con la memoria di quegli anni.
A dispetto dei comuni saggi storici, questo è maggiormente concentrato sulle idee e sull'emotività che mossero i fili in quegli anni straordinariamente agitati e complessi. De Luna inoltre non pone l'accento sulle vittime celebri, su tutte Aldo Moro, ma parte ricordando quelle minori e interrogandosi sulle ragioni per cui a distanza di anni le loro morti restino ancora relegate nell'oblio.
Le Ragioni di un Decennio non è un libro sui fatti, si propone in realtà come guida per interpretarli e per metabolizzare quegli episodi che sembrano ancora indigesti. Leggendolo riusciamo a entrare nel clima di quegli anni, quasi a dialogare con chi era, o provava a essere, protagonista di una stagione politica piena di fermenti.

Le Ragioni di un Decennio è un libro importante, prova infatti a fare luce su un decennio di difficile lettura e tenta di ridare rilievo storico a morti cadute nel dimenticatoio. De Luna guarda ai temi caldi di quel periodo con lo sguardo del testimone, senza però abbandonare del tutto il rigore storico.
Sebbene tratti un tema molto interessante, è però importante approcciarvisi dopo aver acquisito una buona conoscenza del periodo storico, perché i fatti spesso sono solo accennati visto che all'autore interessa studiarne le ragioni e le idee. Leggerlo senza un'adeguata preparazione non ne pregiudica certo la comprensione, ma rallenta parecchio la lettura e richiede un ampio ricorso alle note che sono a fine libro.
Pur non essendo di facile lettura (cosa comprensibile vista la complessità del tema trattato) credo sia comunque un testo importante per chi vuole capire meglio le pulsioni che agitavano l'Italia in quegli anni, così da non ridurre un intero periodo storico carico di sogni e idee all'immagine di una Notte della Repubblica.

Francesco Abate

martedì 1 marzo 2022

PUBBLICATA LA POESIA "UNA GALASSIA NELLA MANO"

 

Ho il piacere di annunciarvi la pubblicazione della poesia Una Galassia nella Mano sul sito Spillwords.com.

Si tratta di una poesia in cui canto l'esplosione dell'amore, seguita però da una delusione bruciante che rende vani gli sforzi del cuore innamorato.
L'ispirazione per questa poesia mi è nata ascoltando la canzone Stjarnan i min hand della cantante svedese Elize Ryd. Non credo che il senso sia uguale perché non conosco lo svedese, ma ascoltando quelle dolci note mi sono nati nell'anima alcuni versi da cui sono poi partito per la composizione.

Vi consiglio di ascoltare la canzone e, se vi andrà, di leggere la mia poesia. Vi consiglio inoltre di ascoltare altro di Elize Ryd, è infatti molto brava.

Buona lettura (e buon ascolto).

Francesco Abate