giovedì 23 giugno 2016

LETTERATURA E MUSICA: L'ANTOLOGIA DI SPOON RIVER E L'ADATTAMENTO DI DE ANDRE'

L'antologia di Spoon River è una raccolta di epitaffi pubblicati da Edgar Lee Masters tra il 1914 e il 1915. Gli epitaffi furono prima pubblicati dall'autore sul Mirror di St.Louis, successivamente raccolti in un'opera intitolata appunto Antologia di Spoon River.

Masters racconta 19 storie attraverso gli epitaffi di 244 personaggi e attraverso queste descrive il microcosmo di Spoon River. L'autore di ispirò alle storie di persone realmente esistite nei paesini di Lewinstown e Petersburg e questo non mancò di offendere i diretti interessati, che videro le proprie vicende diventare di pubblico dominio.
Masters scelse l'epitaffio per raccontare le storie per una ragione ben precisa, facendo raccontare la storia al morto questo poteva esprimersi in assoluta sincerità, non avendo più nulla da perdere.

In Italia l'antologia arrivò grazie a Cesare Pavese, che nel 1943 ne consegnò una copia in lingua originale a Fernanda Pivano, che gli aveva chiesto la differenza tra la letteratura americana e quella italiana. La Pivano, all'epoca adolescente, fu subito affascinata dai versi scarni di Masters, che cozzavano decisamente con il clima forzatamente epico e demagogico creato dal fascismo e in cui lei era cresciuta. La Pivano tradusse segretamente l'opera, successivamente la sua traduzione fu pubblicata da Einaudi. L'antologia riuscì in un primo momento a sfuggire alla censura, ma in un secondo momento la Pivano pagò l'ardire di aver tradotto un'opera tanto lontana dai gusti fascisti con il carcere.

Nel 1971 il cantautore Fabrizio De André pubblico l'album "Non al denaro, non all'amore né al cielo", un'opera liberamente tratta dall'Antologia di Spoon River. Il cantautore scelse 9 poesie e le trasformò in altrettante canzoni. 
Nel trasformare le poesie in canzoni, De André operò diverse trasformazioni. Ogni epitaffio dell'opera di Masters ha come titolo il nome del personaggio che lo pronuncia, invece De André lasciò alle canzoni un titolo generico che descrive solo la categoria del personaggio (un giudice, un ottico, ecc.), questo per svincolare la vicenda dal singolo personaggio, per dimostrare come i comportamenti descritti fossero in fondo uguali in ogni luogo e in ogni epoca. L'unico personaggio a comparire col proprio nome nell'album di De André è il suonatore Jones, l'unico che muore senza rimpianti perché nella vita ha fatto ciò che voleva, fuggendo distrazioni come la brama di ricchezza. Il suonatore Jones è probabilmente ciò che sarebbe voluto essere (e che forse realmente fu) De André, uno spirito libero che non fa musica per mestiere e non ha rimpianti perché fa sempre ciò che vuole.
La riscrittura delle nove poesie operata da De André servì anche per mettere in secondo piano il tema della morte e tentare invece una profonda analisi dell'animo umano. Le nove canzoni dell'album ruotano intorno a due temi fondamentali, l'invidia e la scienza. Il cantautore mostra attraverso la sua riscrittura delle poesie i difetti dell'animo umano, ma mostra anche le alternative, come il malato di cuore che non cede all'invidia grazie all'amore (lui che avrebbe tutti i diritti di essere invidioso) e il suonatore Jones che muore senza rimpianti. In un'intervista del 1971 De André spiegò come l'antidoto all'invidia sia la disponibilità: nel malato di cuore è la disponibilità a rinunciare all'invidia per scegliere l'amore, nel suonatore Jones la disponibilità a rinunciare alla ricchezza per fare quello che gli piace. 
<< Il suonatore di violino (che è diventato per ragioni metriche di flauto) è uno che i problemi esistenziali se li risolve, e se li risolve perché, ancora, è un disponibile. E' disponibile perché il suo clima non è quello del tentativo di arricchirsi ma del tentativo di fare quello che gli piace: è uno che sceglie sempre il gioco, e per questo muore senza rimpianti. Non ti pare che sia perché ha fatto una scelta? La scelta di non seppellire la libertà? >> (F. De André - intervista del 1971).

"Non al denaro, non all'amore né al cielo" non fu il primo concept album di De André in cui si prese la libertà di riadattare personaggi di altre opere per le proprie canzoni. L'anno prima il cantautore genovese aveva pubblicato La buona novella le cui canzoni raccontavano le vicende evangeliche alla luce della lettura dei vangeli apocrifi e usando i personaggi, com'era nello stile di De André, per raccontare gli ultimi. A proposito di quell'album, disse De André: << Avevo urgenza di salvare il cristianesimo dal cattolicesimo. I vangeli apocrifi sono una lettura bellissima con molti punti di contatto con l'ideologia anarchica >>.

Francesco Abate




giovedì 9 giugno 2016

ESTRATTO N°3 DEL ROMANZO "IL PREZZO DELLA VITA"

"Antonio nella gestione del ristorante faceva pochissimo, si accontentava di tenere sotto controllo la contabilità e di corrompere le autorità locali per evitare fastidiosi controlli. Istruì un ragazzo del posto, un certo John Wayne, affinché potesse badare lui a tempo pieno al locale.
Del ragazzo sapeva solo due cose: che il padre lo aveva chiamato così perché fan sfegatato dell'autore americano e che era il tipo perfetto per gestire i suoi affari, dal momento che di ogni cosa sapeva poco e gli interessava meno. Un po' invidiava il buon John Wayne, per quel suo disinteresse verso le cose della vita che lo rendeva sempre allegro; apparentemente nulla sembrava renderlo triste, lo vide sorridere perfino il giorno della morte del padre. Poteva essere, aveva pensato Antonio quel giorno, che il segreto della felicità stia nell'ignoranza, chi meno sa meno capisce e, automaticamente, ha meno motivo per sentirsi insoddisfatto.
La vita di John Wayne era di una semplicità ammirevole, lavorava sodo durante la giornata, poi la sera andava nei veri bar dell'isola ad abbordare turiste in cerca di avventure. Una delle poche volte in cui tra i due vi era stato un dialogo non inerente al ristorante, John Wayne si era vantato di sedurre donne senza porsi alcun limite, potevano essere minorenni o maggiorenni, belle o brutte, magre o grasse, ricche o povere, zitelle o sposate, per lui era importante solo che avessero voglia di lui".

Francesco Abate - Il Prezzo della Vita - CSA Editrice

Il libro può essere ordinato sul sito www.csaeditrice.it, il sito della casa editrice.

Potete seguire l'attività dell'autore su questo blog, sulla pagina facebook "Francesco Abate, lo scrittore battipagliese" e su twitter "@FrancescoAbate3".

Grazie mille e buona lettura.

Francesco Abate

Francesco Abate nasce a Salerno il 26 agosto 1984, ma da sempre vive nella città di Battipaglia. Sin da piccolo manifesta grande interesse prima per la lettura, poi per la scrittura. Comincia ad abbozzare i primi romanzi già ai tempi del liceo, ma la prima pubblicazione arriva solo nel 2009 con Matrimonio e Piacere. Autore anche di poesie. Il Prezzo della Vita è la sua prima pubblicazione per la CSA Editrice.


domenica 5 giugno 2016

LETTERATURA: RECENSIONE DE "IL VANGELO SECONDO GESU' CRISTO" DI JOSE' SARAMAGO

Il Vangelo secondo Gesù Cristo è la rivisitazione della vita di Gesù fatta dallo scrittore portoghese José Saramago, premio nobel per la letteratura 1998. 

In questo romanzo la storia assume caratteri ben diversi da quella comunemente raccontata nelle chiese di tutto il mondo. A differenza degli scritti religiosi, in questo romanzo l'essere umano è in balìa di Dio e ne subisce le decisioni, raramente c'è una spontanea e convinta accettazione. Giuseppe e Maria concepiscono Gesù senza sapere che sia Figlio di Dio, a Maria verrà detto molto tempo dopo da un angelo, una volta che avrà perso per sempre i contatti con lui. Lo stesso Gesù dapprima subisce la colpa ereditata dal padre naturale, Giuseppe, colpevole di non aver avvisato la gente di Betlemme dell'imminente strage degli innocenti, senza potersene liberare. Crescendo, egli finalmente incontra Dio e con Lui stringe un patto, non immaginando che finirà per pentirsene ma solo consapevole di essere, per un motivo che non gli è chiaro, un eletto. Gesù scopre poi di avere il potere di operare miracoli e lo sfrutta, consapevole che tale potere gli derivi da Dio e discenda dal patto stipulato con lui. Ancora non sa come Dio si servirà di lui, sa solo che lo farà, intanto però usa i suoi poteri. Infine Dio gli si rivelerà ancora una volta, gli rivelerà di essere suo Padre e chiarirà il terribile progetto per cui lo ha generato. Gesù, attraverso quest'ultimo dialogo con Dio, scoprirà che con la morte diventerà causa di tutte le stragi che nei secoli futuri si compiranno in nome o contro la religione cristiana, inoltre saprà che tutto ciò servirà solo ad appagare un desiderio "frivolo" del Padre. Dapprima accetterà un destino a cui sa di non poter sfuggire, poi con uno stratagemma tenterà di cambiarlo non per salvare sé stesso, ma per evitare che il sangue scorra a causa della sua opera. Ancora una volta però, trovatosi sulla croce, scoprirà che alla volontà della divinità ed ai suoi disegni è impossibile sfuggire, così involontariamente avrà comunque realizzato il progetto del Padre.

Il rapporto di totale subalternità dell'uomo nei confronti di Dio non è l'unica rivoluzione operata da Saramago in questo romanzo. Innanzitutto Dio in questo romanzo è completamente diverso da quello annunciato nel Vangelo. Egli non è un Padre misericordioso, è molto più simile alle divinità della mitologia greca e latina, colmo di sentimenti umani. Egli invia sulla Terra suo figlio non per salvare le anime, ma solo per placare la sua insoddisfazione estendendo la religione di cui è il centro ben oltre i confini di Israele. Nel disegno di Dio non c'è traccia di amore o di salvezza, è tutto un gioco di potere finalizzato a placare una volontà capricciosa.
Anche la predicazione di Gesù in questo romanzo ha un valore completamente diverso da quello che noi abbiamo conosciuto attraverso i Vangeli. Gesù ha il solo scopo di fare propaganda, tanto la predicazione quanto i miracoli sono un mezzo per conquistare la fede di quanta più gente possibile, e addirittura Dio gli concede delle libertà riguardo l'interpretazione delle Sacre Scritture. La predicazione di Gesù è perciò solo la diffusione di un messaggio enfatizzato e a volte un po' distorto per rafforzare la fede nel Dio-dittatore, colui che gioca con la vita della gente pur di aumentare il proprio potere.
Gesù in questo romanzo subisce una completa umanizzazione. Egli è pieno di dubbi, litiga con la famiglia e scappa di casa mancando anche di rispetto alla madre, vive di pastorizia prima e di pesca poi, conosce il corpo di Maria di Magdala (la Maddalena volgarmente detta) e con essa instaura una convivenza fuori dal matrimonio. Stringe il patto con Dio più per timore che per vera e propria fede, si pente poi amaramente di averlo fatto ma non può più tirarsi indietro.
Un'altra figura che viene completamente stravolta rispetto la tradizione è quella del Diavolo. Nel romanzo, nonostante sia in contrapposizione con Dio, lo aiuta a portare avanti il progetto che ha al centro Gesù perché aumentando l'influenza di Dio sulla Terra aumenterebbe automaticamente anche la sua. Dio addirittura per un periodo gli affida la cura del Figlio. Paradossalmente, se Dio va avanti per la propria strada e senza un briciolo di pietà porta avanti il proprio piano, il Diavolo prova un po' di compassione per Gesù e in un paio di occasioni tenta di sottrarlo al proprio destino, senza però riuscirci.

Il Vangelo secondo Gesù Cristo non è un semplice stravolgimento fine a sé stesso della letteratura evangelica. Attraverso la sua rivisitazione della vita di Gesù, ispirata dalla lettura dei vangeli apocrifi, Saramago ha voluto innanzitutto muovere una critica al Dio della Bibbia che egli (ateo) giudicava rancoroso e cattivo. Mettendo in mostra la figura del Dio capriccioso e permaloso, contrapponendola a quella del Diavolo, egli ha cercato di dimostrare quanto il confine tra bene e male non sia così netto e che nessuno dei due esisterebbe senza l'altro. Nel suo Vangelo infatti Saramago scrive chiaramente che il Diavolo non esisterebbe senza Dio e così l'inverso, i due opposti hanno necessità l'uno dell'altro. Lo scrittore poi, attraverso il racconto che Dio fa del futuro a Gesù, lancia anche un'esplicita accusa alla Chiesa enunciando i numerosi crimini compiuti in nome della religione o a causa di essa (dai martiri alle rinunce alla vita). Sentito quanto sangue scorrerà in suo nome, lo stesso Gesù vorrebbe rinunciare alla propria missione, ma non gli è consentito.

Questo romanzo non è solo estremamente rilevante per i contenuti che cela al proprio interno, ma merita di essere letto anche per il modo in cui è scritto. Leggere Saramago non è mai semplice, però non mancano momenti della narrazione in cui ogni parola è pregna di significati, inoltre sono tante le immagini poetiche che da sole rendono tutto il senso del romanzo e forse della riflessione religiosa. Magnifico il passaggio in cui, inchiodato alla croce e consapevole di non essere riuscito a sfuggire al volere di Dio, Gesù chiede agli uomini di perdonare il Padre dicendo: "Uomini, perdonatelo, perché non sa quello che ha fatto". L'uomo deve perdonare Dio, non viceversa.

Francesco Abate


giovedì 2 giugno 2016

LETTERATURA: KAFKA E I SUOI RACCONTI

Nato a Praga il 3 luglio 1883 da famiglia ebrea, Franz Kafka è tutt'oggi considerato uno dei più importanti scrittori europei. Tutta la sua produzione è fatta di racconti, sono tre anni dopo la sua morte l'amico Max Brod unirà alcuni suoi racconti per formare il romanzo America.
Kafka si laureò in giurisprudenza e, benché amasse la letteratura, lavorò fino alla pensione. Nonostante i successi che lo scrittore ottenne con i suoi racconti, il padre non appoggiò mai la sua passione e la ritenne sempre un ostacolo per la costruzione di un futuro solido. Le critiche del padre portarono Kafka ad avere dubbi angoscianti sulla validità dei suoi scritti, ma fu incoraggiato a pubblicarli dagli amici che invece gli furono sempre vicini.
Kafka morì di tubercolosi il 3 giugno 1924 a Kierling, vicino Vienna.

Uno dei temi ricorrenti nella letteratura kafkiana è il conflitto tra genitori e figli, tema molto sentito dall'autore visti i suoi problemi con il padre. Ne La condanna (1913) il tema è centrale, con la dura condanna che un padre pronuncia nei confronti del figlio, colpevole di aver deciso di sposarsi, e che costa al condannato addirittura la morte. Nel racconto La condanna è presente anche un altro tema comune a buona parte degli scritti kafkiani, il tema della colpa. Il figlio infatti è colpevole agli occhi del padre di aver preso una decisione sbagliata. La colpa è centrale anche nel racconto Nella colonia penale (1914), dove al condannato viene inciso sul corpo il comandamento che ha osato violare. Ne Il fuochista (1913) la colpa del protagonista non deriva nemmeno da un'azione compiuta, bensì da un'azione subita, quindi egli subisce prima il delitto (essere sedotto da una cameriera) e poi la punizione (essere cacciato di casa dai genitori).
Il racconto più celebre di Kafka è comunque La metamorfosi (1915), dove l'autore affronta il tema della frustrazione dell'escluso. Il protagonista del racconto si risveglia infatti trasformato in un insetto immondo, finendo così isolato per volere della propria famiglia.

Il ricorso frequente che Kafka fa nei suoi racconti a situazioni paradossali e il senso di angoscia che pervade molti dei protagonisti delle vicende, su tutti Gregor Samsa ne La metamorfosi, ha portato alla nascita nella lingua italiana del neologismo "situazione kafkiana", che sta ad indicare proprio una situazione paradossale e angosciante.

Francesco Abate