venerdì 24 dicembre 2021

BUONE FESTE

Confesso che la mia intenzione era di pubblicare sul blog anche durante le feste, ma è stato un anno intenso, soprattutto nei suoi ultimi mesi, e ho bisogno di staccare un po' la spina. Il riposo a cui mi dedicherò non sarà semplice pigrizia, mi dedicherò all'otium così com'era inteso dagli antichi Romani: leggerò e mediterò così da accrescere il mio spirito e le mie conoscenze. Ho intenzione di tornare dopo il 7 gennaio fresco come una rosa e con tante idee.

Ne approfitto per fare un piccolo bilancio del 2021. Al netto dei problemi creati dalla pandemia, per me è stato un anno assolutamente positivo sotto tutti i punti di vista. Ho dovuto combattere tanto, per questo l'ho definito un anno intenso, ma alla fine ho raggiunto obiettivi importanti e dato una svolta forse decisiva alla mia vita.
La lotta dura quando è vincente lascia tanto entusiasmo oltre alla stanchezza, quindi ho tanti progetti per il 2022, soprattutto inerenti il mio percorso artistico.

Vi lascio ricordandovi che in questo blog trovate tutto ciò che serve per capire se i miei romanzi possono piacervi, e quindi se acquistarli, e per leggere le poesie che ho pubblicato fino ad ora.

Vi auguro buone feste, che siate religiosi o meno, e un anno nuovo carico di felicità e buone letture.
Siate indipendenti e assetati di conoscenza.

Francesco Abate

giovedì 16 dicembre 2021

PUBBLICATA LA POESIA "SI MUORE ANCHE A NATALE"

 

Sono felice di annunciarvi che il sito Spillwords.com ha pubblicato la mia ultima poesia, Si Muore Anche a Natale.

Ammetto che il titolo suoni un po' guastafeste, visto che le feste sono un po' il placebo con cui ci illudiamo di scacciare i dolori che ci tormentano, ma la realtà è che questi periodi gioiosi finiscono e puntualmente il carico di affanni torna a caderci sulla schiena; non dimentichiamo poi che tanti in questi giorni non solo non riescono a scacciare i dolori, ma addirittura li vedono accresciuti dall'atmosfera gaia che li circonda.
I canti dei giorni di festa possono illuderci, ma la verità è che si muore anche a Natale.

Spero che la poesia vi piaccia. Come sempre aspetto i vostri commenti. Vi ricordo inoltre che nella pagina Le mie poesie trovate i link a tutte le poesie che ho pubblicato finora.

Buona lettura.

Francesco Abate

lunedì 6 dicembre 2021

FRANKENSTEIN DI MARY SHELLEY

 

Frankenstein, ovvero il moderno Prometeo è un romanzo pubblicato dalla scrittrice inglese Mary Shelley nel 1818. L'opera nacque inizialmente come racconto breve, poi su incoraggiamento di Percy Shelley, marito di Mary, fu trasformata in un romanzo.
Curiosa è la genesi del romanzo. I coniugi Shelley stavano trascorrendo l'estate del 1816 a Ginevra, in una casa vicina a quella del celebre lord Byron. Quell'estate fu particolarmente piovosa e Byron propose di passare il tempo scrivendo una storia dell'orrore ciascuno da leggere poi a tutti. Per gioco, giusto per passare il tempo, Mary Shelley creò un'opera destinata all'immortalità.

L'opera inizia con le lettere di Robert Walton, un esploratore in spedizione al polo nord per una ricerca scientifica, alla sorella Margareth; in queste racconta del suo viaggio e delle difficoltà che incontra. Un giorno Walton trova sui ghiacci un uomo in fin di vita e lo porta a bordo della propria nave. Il nuovo passeggero è il dottor Frankenstein che, riprese le forze, racconta la sua storia. La vicenda narrata dal dottore è così sconvolgente da spingere Walton a raccontarla per esteso alla sorella nelle sue lettere.
Il dottor Frankenstein racconta come lui fosse riuscito a creare un essere vivente, a donargli il soffio della vita; dopo averlo creato era però fuggito via, tanto l'essere era mostruoso. La fuga però non salva il dottore da un atroce destino, infatti il mostro, scacciato dalla gente e isolato da tutti a causa del suo aspetto, decide di seguire il proprio creatore e vendicarsi uccidendo le persone che ama. In un incontro faccia a faccia, il mostro chiede al dottor Frankenstein di creargli una compagna, così che possa essere felice e smettere di perseguitarlo, ma questi prima accetta e poi ci ripensa, troppo ripugnato dall'idea di liberare nel mondo un altro essere così abominevole e pericoloso. Vista non accontentata la sua richiesta, il mostro decide di vendicarsi nel più atroce dei modi.

I personaggi più importanti del romanzo sono Robert Walton, il dottor Frankenstein e il mostro da lui creato.
Walton è un esploratore tanto attaccato alla conoscenza da mettere in gioco la propria vita in una pericolosa spedizione al polo nord. 
Il dottor Frankenstein è come Walton uno scienziato, solo che arriva a spingersi oltre e prova a creare un essere umano, a donare la vita. Egli varca quindi un confine etico e da semplice scienziato diventa creatore, ergendosi allo stesso livello di un dio, ma riesce soltanto a dare la vita a un mucchio di pezzi umani raccolti al cimitero, creando un mostro. Rifiuta subito il frutto della sua audacia perversa, ma questi lo perseguita e gli fa pagare un prezzo molto caro: il dottore vede morire in modo orribile le persone che più ama. Consapevole di non potere in nessun modo né liberarsi del suo errore né lenire il dolore per le perdite subite, consacra la parte restante della propria vita alla vendetta, quindi si pone l'obiettivo di eliminare per sempre ciò che ha creato.
Il mostro è di certo il personaggio più importante del romanzo. La sua storia la conosciamo da lui stesso, che la racconta al proprio creatore. Nonostante commetta atroci delitti, non è in origine un'anima malvagia. Impara i valori sani dell'umanità e si mostra caritatevole quando, nascosto in un casolare, osserva una famiglia di esuli francesi. Pur essendo di animo buono, il suo aspetto atroce gli rende impossibile qualsiasi contatto umano, infatti non appena si manifesta viene scacciato a bastonate dalla gente. La solitudine e l'emarginazione lo portano a serbare rancore nei confronti del suo creatore, che gli ha dato quell'aspetto mostruoso e l'ha abbandonato a sé stesso. Decide perciò di perseguitarlo, ma anche in questo caso non è un'azione malvagia fine a sé stessa: il suo scopo è ricattarlo per avere da lui una compagna, una persona da amare che non lo scacci per via del suo aspetto. Quando il dottore non esegue il compito, non esita a vendicarsi uccidendogli la moglie. Nonostante l'odio per l'uomo che l'ha destinato a tanta sofferenza, alla fine lo ritroviamo a piangere sul suo corpo senza vita e a mostrarsi pentito del male fatto.

Frankenstein, sebbene sia stato scritto inizialmente al solo scopo di spaventare, è un romanzo molto ricco di contenuti.
Prima di tutto la lettura impone un'attenta riflessione su quelli che sono i limiti da imporre eventualmente alla scienza. Nella stesura del romanzo Mary Shelley fu ispirata dagli esperimenti del dott. Erasmus Darwin (nonno del più celebre Charles) e dalle ricerche sul galvanismo, la scienza quindi si stava ponendo il problema del se e del come fosse possibile dare la vita a un organismo. Nella sua opera la scrittrice ipotizza la riuscita di una tale impresa, scrive quindi di un uomo che dona la vita a un altro essere, e ne immagina le conseguenze. Il suo romanzo è un monito: la scienza spingendosi troppo oltre può produrre abomini. Lo scienziato cieco e ambizioso immaginato dall'autrice vuole creare un essere vivente superiore all'uomo, finisce invece per mettere sulla Terra un essere bruciato dentro dal dolore che diventa portatore di morte.
Oltre alle riflessioni sulla scienza e i suoi limiti, il romanzo fa riflettere anche sui pregiudizi e sulle radici del male. Il mostro è come un bambino, impara osservando ciò che ha intorno, così guardando di nascosto una famiglia amorevole si riempie di buoni sentimenti. Diventato una creatura buona, si scontra però col pregiudizio, infatti a causa del suo terribile aspetto viene respinto in malo modo da chiunque. A questo punto il suo animo si deteriora, conosce la rabbia e il desiderio di vendetta, arriva a sporcarsi le mani di sangue nonostante soffra per questo. La lettura di quest'opera ci ricorda che il male non è figlio di una predestinazione, spesso le azioni malvage nascono da torti subiti o da una condizione di emarginazione. Mary Shelley inoltre ci dice una cosa che forse oggi sappiamo meglio di allora: l'immagine esteriore pesa molto più dell'anima nei giudizi.
Importante è anche l'ambientazione che viene data al romanzo. La natura descritta è maestosa, spaventosa, qualcosa di gigantesco e in grado di schiacciare l'uomo in qualsiasi momento. Questa scelta rende l'opera un perfetto esempio di romanzo gotico.

Frankenstein è una piacevole lettura che regala anche importanti spunti di riflessione. Si tratta di un romanzo che si legge facilmente, che riesce a mantenere sempre vivo l'interesse del lettore e a immergerlo in un mondo cupo fatto di paura e sensi di colpa. 
Oltre a essere un capolavoro della letteratura dell'orrore, il libro ha anche il pregio di presentare un cattivo con cui si entra in empatia; non c'è una vera entità malvagia, ma solo un povero emarginato che viene imbestialito da una società crudele e superficiale. La creatura del dottor Frankenstein è il mostro della letteratura classica più vicino ai canoni del cattivo moderno, per questo la sua storia non smette di affascinarci.
Impressionante è anche la visione della natura che troviamo in queste pagine: non la madre benevola e dispensatrice di meraviglie, ma una gigantessa potente e capace di annientarci come tante piccole formiche. Le lunghe descrizioni dei paesaggi di montagna in cui si muove il dottor Frankenstein servono a ricordarci quanto siamo piccoli. Oggi più che mai dovremmo ricordare questa lezione, così forse capiremmo davvero l'impatto che i cambiamenti climatici avranno sulle nostre vite.
Credo sia importante leggere questo romanzo perché ci permette di capire che anche una storia dell'orrore, magari pensata puramente per gioco, può avere il suo valore e fuggire dalle paludi della banalità. Forse gli scrittori e gli sceneggiatori di prodotti horror attuali dovrebbero leggere Mary Shelley con più attenzione.

Francesco Abate