venerdì 26 novembre 2021

LIBERTA' DI YASSIN AL-HAJ SALEH

 

Libertà: casa, prigione, esilio, il mondo è un saggio dell'autore siriano Yassin al-Haj Saleh, pubblicato per la prima volta nel 2016 sulla rivista siriana online "al-Jumhuriyya" e portato in Italia nel 2021 dalla casa editrice Terra Somnia Editore con la traduzione di Monica Ruocco.
L'autore di questo saggio, definito "la coscienza della Siria", ha patito in prima persona le pene del carcere e dell'esilio. Fu arrestato nel 1980, a soli 19 anni, insieme ad altri sostenitori dell'ala democratica del Partito comunista, perché in opposizione al regime che opprimeva la Siria. Rilasciato sedici anni dopo, all'inizio della rivoluzione siriana, nel 2011, è fuggito dal proprio paese e da allora può scrivere liberamente.

Il saggio è una profonda riflessione su temi che stanno molto a cuore all'autore, e su cui ha potuto riflettere tanto nei lunghi anni di prigionia prima e di esilio poi.
La libertà di cui parla non è semplicemente fare quello che si vuole, ma è movimento, è la possibilità di spostarsi, o anche di evolversi e cambiare sé stessi. Si è davvero liberi quando si può andare in qualsiasi luogo si voglia, ma è condizione necessaria per esserlo che si possa poi tornare a casa a proprio piacimento, perché la ricerca di un luogo nuovo non esclude automaticamente il bisogno di tornare in uno familiare. La libertà non è però soltanto potersi muovere nello spazio, ma anche poter viaggiare dentro sé stessi; l'uomo libero può sviluppare la propria coscienza e cambiarla, può abbandonare la propria cultura e abbracciare nuovi principi, può cambiare fede e tutto il resto. La libertà intesa dall'autore è possibilità di mutarsi, di evolversi, di trasformarsi in qualcosa di diverso da ciò che si è in origine.
Se la libertà è movimento, facilmente possiamo intuire che tutto ciò che viene imposto come immobile è una limitazione alla stessa. I regimi che impongono le tradizioni religiose attentano alla libertà, così come quelli che combattono per la strenua difesa della propria cultura. In un mondo libero la cultura è in continua trasformazione, così come la fede, perché la libertà genera scambi di idee che portano inevitabilmente alla contaminazione. Il mondo che tanti promuovono, quello degli Stati chiusi in sé stessi, barricati come gelosi custodi delle proprie tradizioni e delle proprie credenze, è in assoluta contrapposizione alla libertà.

Libertà: casa, prigione, esilio, il mondo è stata una piacevole scoperta. Non conoscevo l'autore e non avevo mai letto niente di lui, ma in questo saggio ha il merito di esprimere in poche parole e con straordinaria semplicità concetti profondi e molto delicati che sono alla base delle nostre esistenze.
Le idee di Yassin al-Haj Saleh sono il miglior antidoto alla tendenza sempre più marcata tra la gente a stagnare nei propri preconcetti, a combattere ogni mutamento e a difendere strenuamente uno status quo che dà sicurezza ed è visto erroneamente come una casa.
Oggi facciamo un gran parlare di libertà, ma superficialmente intendiamo la semplice possibilità di fare o dire quel che ci pare. La voce di un uomo che ne è stato privato per anni ci urla che è qualcosa di diverso, più profondo: è la possibilità di modellare la nostra essenza. 
Capire bene questo concetto può servire anche a liberarci da un pericoloso equivoco che stiamo vivendo in questi anni: essere liberi non significa rifiutare qualsiasi regola sgradita in nome del nostro sentire, la libertà di affrancarsi dalle regole è infatti la possibilità di liberarsi dalle consuetudini culturali, di vivere in modo diverso, ma non implica in alcun modo il diritto a fregarsene del prossimo e causare una strage in nome di qualche superstizione o di notizie false.
Consiglio a tutti di leggere questo saggio e riprendere a meditare seriamente su una parola, libertà, di cui ormai abusiamo.

Francesco Abate


martedì 16 novembre 2021

GIUDA DI AMOS OZ

 

Giuda è un romanzo dello scrittore israeliano Amos Oz pubblicato nel 2014.

Il romanzo racconta la storia del giovane studente universitario Shemuel Asch e si svolge a Gerusalemme tra la fine del 1959 e l'inizio del 1960.
Shemuel vive una crisi interiore dopo essere stato lasciato dalla fidanzata, così decide di abbandonare gli studi universitari e la casa dei genitori. Trova lavoro come assistente del signor Wald, un uomo anziano e invalido, in cambio di vitto e alloggio oltre che di un piccolo stipendio. Durante la permanenza a casa del signor Wald, Shemuel si innamora della nuora, la vedova Atalia, e sviluppa la sua tesi di laurea su "Gesù visto dagli ebrei", concentrandosi principalmente sulla figura di Giuda Iscariota
Shemuel si lega sempre di più ad Atalia, ma questa lascia pochissimo spazio alla nascita di un rapporto tra loro.

Giuda con una trama semplice riesce a sviluppare tematiche potenti. Oz attraverso Shemuel ci mostra lo smarrimento dei giovani israeliani dopo il crollo del sogno socialista. Shemuel è infatti membro di un gruppo di giovani socialisti e la sua crisi ha inizio quando questo si scinde a causa di divisioni interne. La consapevolezza del fallimento del suo sogno politico lascia Shemuel senza una direzione da seguire, lo svuota, lo spinge ad abbandonare tutto senza però indicargli il punto da cui ripartire. A casa di Wald e Atalia, Shemuel vive una sorta di letargo, una temporanea fuga dal mondo che però non lo porta da nessuna parte.
Il romanzo non è solo uno sguardo sul disorientamento dei giovani socialisti, ma attraverso le riflessioni del protagonista diventa una profonda analisi della storia e del tradimento. Shemuel continua a dedicarsi alla sua tesi di laurea e finisce per concentrarsi sulla figura di Giuda, che nella sua visione viene completamente ribaltata: da traditore di Cristo diventa il primo e più fervente cristiano. Secondo Shemuel infatti Giuda non tradì Gesù per trenta denari, essendo infatti l'unico possidente tra gli apostoli non ne aveva bisogno, ma lo consegnò perché sicuro che sarebbe passato indenne dalla crocifissione, lo spinse quindi verso quello che immaginava sarebbe stato il suo più grande miracolo. Questa visione di Shemuel cambia radicalmente non solo la storia del Cristianesimo e dell'Ebraismo, ma smonta il modello su cui i cristiani hanno costruito l'antisemitismo, la sagoma su cui nei secoli sono stati tessuti gli stereotipi sugli ebrei.
La riflessione sul tradimento porta Shemuel, e quindi Oz, anche a importanti riflessioni politiche sullo Stato di Israele. Il protagonista rievoca spesso il pensiero di Abrabanel, padre di Atalia ormai defunto, che un tempo era stato membro della principale associazione sionista israeliana. A differenza del pensiero aggressivo della maggior parte dei sionisti, su tutti Ben Gurion, che auspicarono e scatenarono la guerra contro gli arabi per il possesso della Terra Santa, Abrabanel in vita si è battuto per la convivenza pacifica, considerandola l'unica strada per garantire un futuro prospero al paese ed evitare uno stato di guerra permanente. Il pensiero di Abrabanel è avallato da Oz attraverso il dramma di Micah, figlio di Wald e marito di Atalia, morto giovanissimo e in maniera atroce durante la guerra tra israeliani e arabi; il lutto ha devastato le persone che vivono a casa di Wald, si respira in ogni angolo e in ogni stanza, quindi a distanza di anni si continua a pagare lo spirito bellicoso degli israeliani.
Lo studio di Giuda e i ricordi su Abrabanel portano Shemuel a comprendere che spesso sono quelli che vedono la realtà prima di altri a essere chiamati traditori. Giuda era davvero convinto che Gesù fosse il Messia, ma il suo gesto non è stato capito e i cristiani lo giudicano ancora oggi un traditore; Abrabanel aveva capito che la politica aggressiva dei sionisti contro gli arabi avrebbe portato a una guerra permanente, e anche lui ha pagato l'intuizione con l'etichetta di traditore.

Il romanzo ruota interamente intorno al personaggio di Shemuel, ma anche Atalia, Wald, Giuda e Abrabanel hanno grande importanza.
Shemuel è un giovane studente universitario. Quando il suo gruppo politico si divide, e quando la sua fidanzata lo lascia per tornare con il suo ex, vede crollare tutte le sue certezze. Come un navigatore che ha perso la rotta, Shemuel si trova in balìa degli eventi, smarrisce ogni interesse e si tuffa in un lavoretto da poco solo per potersi allontanare dalla vecchia vita. Di fatto si prende una pausa da tutto, entra in una dimensione parallela fuori dal tempo e dallo spazio. Si trascura molto nell'aspetto e nelle abitudini, passa molte ore perso nelle sue riflessioni, che lo portano a capire cose importanti, come la verità che spesso si cela dietro l'etichetta del traditore, ma non riescono a dargli la svolta che gli servirebbe. Si innamora di Atalia, ma con lei non riesce mai a stabilire un vero legame sentimentale.
Atalia è la nuora di Wald, vedova del giovane Micah. Donna molto bella, su di lei il lutto ha avuto un effetto devastante, infatti vive senza riuscire a instaurare un vero legame amoroso. Si affeziona a Shemuel, mostrando di non essere arida e di provare ancora sentimenti, ma non appena il legame sembra prendere vigore lo allontana per sempre. Vive come se scacciasse volutamente ogni nuovo amore, o comunque ogni sentimento intenso, nell'intenzione inconscia di restare per sempre legata al povero marito.
Wald è il suocero di Atalia, l'uomo di cui Shemuel deve prendersi cura. Vive un'esistenza isolata, vuota e ripetitiva, costantemente immerso nel rimpianto per la perdita del figlio Micah. Passa le giornate leggendo, ascoltando la radio e talvolta parlando con qualche vecchio amico, ma di fatto non conclude mai niente, come se la sua vita avesse perso ogni significato dopo la morte del figlio.
Giuda e Abrabanel vivono nei pensieri di Shemuel, ma acquisiscono comunque le fattezze di personaggi attivi. Il primo, Giuda Iscariota, è giudicato dai cristiani il traditore supremo, colui che vendette il Figlio di Dio per trenta denari, ma nella visione di Shemuel troviamo invece un uomo profondamente devoto a Gesù, l'unico che davvero crede nella sua divinità e che fino all'ultimo spera di vederlo scendere dalla croce, rimanendo però deluso. Una volta morto Gesù, sparisce in Giuda l'illusione di aver conosciuto il Messia e si fa strada la consapevolezza di aver mandato a morire un povero innocente, per questo si uccide. 
Abrabanel ha invece il merito di vedere lo stato di guerra perenne in cui precipiteranno arabi e israeliani assecondando le passioni bellicose dei sionisti, propone quindi una coesistenza pacifica tra le due popolazioni ma per questo, oltre che per le sue amicizie con uomini arabi, viene bollato come traditore. Molto interessante è inoltre la sua visione sul concetto di Stato, ritiene infatti lo stato-nazione arroccato nei suoi confini come un concetto superato. 

L'idea sul concetto di Stato espressa da Abrabanel mi ha molto colpito, mi ha mostrato infatti come Oz avesse ben chiara la realtà socio-politica contemporanea e confesso che mi trova assolutamente d'accordo.
La storia del mondo è storia di migrazioni. Con le nuove tecnologie il mondo è diventato molto più piccolo, accentuando tutti i fenomeni migratori, dal cambio di nazione dell'uomo d'affari in cerca di condizioni fiscali agevoli alla traversata del disperato. In un contesto del genere, ragionare arroccandosi dentro le idee di Stato e di confine è un'azione miope che può portare solo a gravi disparità e sviluppare tensioni sociali. Dobbiamo capire che i confini esistono solo sulle cartine e nelle nostre teste, il mondo è un blocco unico che non si può scomporre, quindi è tempo di riportare l'uomo al centro della politica, dove per troppo tempo sono stati concetti artificiali come Nazione e Stato. Micah è un uomo che muore per la Nazione: fa una morte atroce, lascia la sua famiglia psicologicamente distrutta, e tutto solo per assecondare una smania di dominio che darà inizio a una guerra eterna. Abrabanel nel romanzo ha in mente un'altra via, una strada che avrebbe evitato la morte di migliaia di Micah e la devastazione morale di milioni di famiglie.

Giuda è un romanzo stupendo che colloca Amos Oz nell'Olimpo dei più grandi scrittori dell'era moderna. Avevo già apprezzato l'autore per Una Pace Perfetta, ora dopo aver letto questo romanzo lo considero come uno dei miei preferiti.
Con una storia semplice, scritta in modo lineare e senza troppi fronzoli, l'autore ci mostra lo smarrimento dell'uomo di fronte al crollo delle sue certezze, poi ci aiuta a rivedere il concetto di tradimento e ci accompagna in un'analisi politica ancora oggi molto attuale.
In questo libro Oz ci mostra un campionario di persone travolte dalla vita, sconfitte e senza più voglia di combattere, gente che vede il mondo andare in una direzione senza capire quale sia. 
Lo sfondo delle vicende è molto significativo, una Gerusalemme che di giorno sembra una città come le altre, poi di notte si trasforma in una zona di guerra, presidiata dai soldati e scossa di continuo da spari ed esplosioni. Il mondo che Oz ci mostra è tranquillo in apparenza, ma basta spingere lo sguardo un po' più lontano per scorgere una realtà spaventosa e disperata.
Tutta questa densità di contenuti è racchiusa in un libro che non diventa mai pesante, nemmeno durante le lunghe riflessioni politiche o religiose di Shemuel. Per questo motivo ne consiglio caldamente la lettura.

Francesco Abate

domenica 7 novembre 2021

NUOVA RECENSIONE PER I PROTETTORI DI LIBRI

 

Sono felice di annunciarvi che il mio ultimo romanzo, I Protettori di Libri, è stato recensito da Segio Sito su "Il grande gruppo degli scrittori e dei lettori".

Vi invito a leggere questa recensione e, se non l'avete ancora fatto, a leggere il romanzo.

Grazie e buona lettura.

Francesco Abate

giovedì 4 novembre 2021

SARAI LA RIVOLUZIONE PUBBLICATA SUL BLOG "FRA I MIEI LIBRI"

Ho il piacere di annunciarvi che la mia ultima poesia, Sarai la rivoluzione, è stata pubblicata sul blog Fra i miei libri della scrittrice Francesca A. Vanni, la quale ha avuto la bella idea di associarla a una magnifica canzone simbolo degli anni Novanta.

Vi invito a fare un salto nel blog Fra i miei libri, sia per leggere la mia poesia che per dare un'occhiata agli altri post. Vi assicuro che troverete tanti buoni consigli di lettura e altre poesie interessanti.

Buona lettura.

Francesco Abate

lunedì 1 novembre 2021

IL SALE DELLA TERRA DI JEANINE CUMMINS

 

Il sale della terra è un romanzo pubblicato nel 2020 dalla scrittrice americana Jeanine Cummins.
Il romanzo nella sua versione italiana ha un titolo identico a un film del 2014, con cui però non ha niente a che vedere. Discutibile la scelta della casa editrice, che evidentemente ha avuto paura di tradurre letteralmente il titolo originale, American Dirt, che significa "spazzatura americana".

Il romanzo narra la storia di Lydia e di suo figlio Luca, a cui i narcotrafficanti sterminano l'intera famiglia durante una festa di compleanno. Miracolosamente scampati al massacro, i due scappano verso il nord, verso gli Stati Uniti, perché in Messico Lydia sa che non troveranno mai pace. La donna conosce infatti il mandate dell'efferato crimine, il capo dei narcotrafficanti chiamati Jardineros, Javier, da tempo innamorato di lei.
Attraverso gli occhi di Lydia e Luca, l'autrice ci fa conoscere il cammino pericoloso che i migranti compiono per raggiungere gli Stati Uniti dal sud America. Sono costretti a saltare su un treno in corsa, a fuggire di continuo da poliziotti corrotti e narcotrafficanti, ad attraversare il deserto a piedi, a vedere i loro compagni di viaggio morire.

Personaggi principali del romanzo sono Lydia e suo figlio Luca. Anche il narcotrafficante Javier, la guida nel deserto El Chacal, Soledad e Rebeca sono personaggi degni di nota.
Lydia è una donna attiva e colta, gestisce una libreria ed è sposata a un giornalista. Suo marito Sebastian si interessa proprio di narcotrafficanti e lei si fa un'idea della criminalità messicana attraverso i suoi articoli, poi il massacro la porta a toccarla con mano e a dare immagini reali a parole che prima erano solo idee. Conosce il volto "banale" dei delinquenti quando scopre che il suo amico Javier, cliente assiduo della libreria e suo corteggiatore, è il capo del cartello di narcotrafficanti più sanguinoso di Acapulco. Per molto tempo crede che la sua amicizia innocente sia la causa dello sterminio della famiglia, successivamente scopre che a innescare la miccia era stato suo marito con l'ultimo articolo scritto. Lydia è una donna molto decisa e piena di forza; dopo l'uccisione della famiglia si attacca con tutta l'anima a suo figlio e prova a proteggerlo dal mondo tremendo in cui si trovano proiettati. 
Luca è un bambino di otto anni. Scaraventato di colpo in un mondo fatto di una fuga disperata da uomini che cercano di ucciderlo, elabora molto lentamente il lutto, come se non avesse il tempo di rendersi pienamente conto di aver perso il padre e la famiglia. Si mostra un ragazzo molto intelligente e anche coraggioso per la sua età, nonostante questo non smette di essere un bambino e in alcuni momenti si abbandona ai comportamenti infantili propri della sua età. La vita lo costringe a crescere in fretta, ma per sua fortuna non muore del tutto il bambino buono e generoso che era prima della tragedia.
Javier è il capo dei Jardineros, la banda di narcotrafficanti che spadroneggia ad Acapulco e in buona parte del Messico. Scrive brutte poesie e ha le sembianze di un uomo comune, anche un po' insulso, di certo il suo aspetto e il suo comportamento non incarnano lo stereotipo del mafioso sudamericano. Ama molto sua figlia, si mostra un padre molto amorevole e premuroso. Anche il modo in cui corteggia Lydia non è quello di un criminale prepotente, si comporta più come un uomo gentile e delicato.
El Chacal è la guida che accompagna, dietro pagamento, gruppi di migranti attraverso il deserto che separa il Messico dagli Stati Uniti. Appare cinico e spietato, pronto ad abbandonare nel deserto chi potrebbe costituire un pericolo per gli altri, eppure nel finale mostra alcuni squarci d'umanità, come se a lungo andare quei viaggi lo abbiano avvicinato al destino triste dei migranti.
Soledad e Rebeca sono due ragazzine che Lydia e Luca incontrano durante il viaggio. La loro storia mostra il dramma che le donne vivono nei paesi devastati dalla criminalità e durante questi viaggi della speranza. Soledad era stata obbligata a essere la fidanzata di un narcotrafficante del suo paese ed era fuggita con la sorellina per evitarle lo stesso destino, ma a Rebeca tocca comunque subire uno stupro durante il viaggio. La loro storia ci mostra come le donne, soprattutto quelle molto giovani, in certe zone del mondo siano destinate a essere giocattoli nelle mani di uomini schifosi e violenti. La vita di Soledad e Rebeca viene segnata da violenze e abusi sessuali, così come accade purtroppo a milioni di donne in tutto il mondo.

Con Il sale della terra Jeanine Cummins vuole accendere i riflettori sul dramma dell'immigrazione dal sud al nord America. Il romanzo è stato scritto durante la presidenza Trump, quindi in un momento in cui gli USA criminalizzavano gli immigrati messicani e arrivavano a separare madri e figli piccoli alla frontiera. 
La scrittrice col suo libro ci mostra come i migranti non siano numeri, o un blocco unitario da considerare nel suo insieme, ma persone con le proprie storie drammatiche. Ci mostra che per fuggire dal proprio paese si deve essere spinti da qualcosa di tragico e insostenibile, si fugge dalla fame o dalla criminalità, e che il viaggio non è una gita turistica ma una corsa tra pericoli mortali.
All'indomani della pubblicazione del romanzo, la Cummins fu accusata dai suoi colleghi messicani di aver stereotipato la cultura messicana. Io non ho gli elementi per pronunciarmi in merito, non conoscendo affatto la cultura del Messico, ma lo stesso ritengo la polemica un po' forzata, infatti lei non scrive allo scopo di mostrare una determinata cultura e giudicarla, semplicemente vuole farci vedere cosa c'è dietro a quello che banalmente viene chiamato "viaggio della speranza". Il romanzo ci vuole dire che milioni di persone scappano da violenza e fame, percorrono un viaggio in cui è più facile morire che sopravvivere, in cui almeno una volta si finisce per essere ricattati o peggio. Visto quello che è lo scopo dell'autrice, ritengo sterile la polemica circa la rappresentazione della cultura messicana. La stessa polemica sottolinea poi come Lydia sembri più americana che messicana, e questo forse è vero, ma credo sia stato meglio che l'autrice abbia americanizzato la protagonista e l'abbia umanizzata nel modo giusto piuttosto che disegnare un impreciso stereotipo e finire per creare una macchietta.

Il sale della terra è un romanzo che ho apprezzato molto e che vi invito a leggere. Ci fa riflettere sulla questione migranti, che non è per niente lontana da noi, infatti i migranti che arrivano in Italia pure devono attraversare un viaggio infernale attraverso il deserto. Sebbene i tragitti siano diversi, così come le culture dei protagonisti e i pericoli, le riflessioni che dovremmo fare sono le stesse: ricordare che sono esseri umani, che non si spostano per capriccio ma per necessità, che hanno vissuto e vivono un inferno i cui colori noi non possiamo nemmeno immaginare.
Al di là del contenuto, ritengo poi il romanzo molto godibile. La Cummins riesce a tenere sempre alta la tensione senza però mai scivolare in esagerazioni da thriller americano, inoltre è brava a non diventare patetica sebbene racconti una storia molto triste.
Forse non è un romanzo che possiamo usare per approfondire la cultura messicana, volendo prestar fede ai critici, ma non è stato scritto a tale scopo e non dobbiamo leggerlo per questa ragione, dobbiamo bensì concentrarci sulla storia e sui sentimenti dei personaggi.
A me è piaciuta molto la scelta di costruire Javier con tratti fisici e comportamenti lontani da quelli che attribuiremmo a un narcotrafficante, è importante ricordare che i mostri non hanno l'aspetto mostruoso, anzi sanno essere colti e seducenti. Non dimentichiamo che Adolf Hitler fu un grande appassionato di arte, nonché aspirante artista.
Per concludere, considero questo romanzo la giusta miscela tra intrattenimento e contenuti di qualità.

Francesco Abate