domenica 26 marzo 2023

IL FIORE DI ANNA

 

...dal fiore del coraggio è nata
una foresta di speranza
La poesia Il fiore di Anna mostra come il sacrificio della giornalista russa Anna Politkovskaja non sia stato vano, come le sue parole ancora volano nell'aria per denunciare al mondo le mostruosità che avvengono nella Russia di Putin.
Anna Politkovskaja fu uccisa con quattro colpi di pistola in un ascensore, ("Quattro lampi ti chiusero in ascensore, / quattro tuoni ti coprirono la voce") perché aveva osato denunciare i crimini di Vladimir Putin. Mise in gioco la propria vita accendendo la luce sulle oscure manovre del dittatore russo quando l'Occidente ancora fingeva di non vedere per assicurarsi il gas russo a buon prezzo; se per una volta avessimo ascoltato la voce della verità invece dei nostri interessi, forse non avremmo dato a Putin la forza che sta usando per radere al suolo l'Ucraina.
Ogni anno nel mondo sono migliaia i giornalisti uccisi perché "scomodi", con Anna Politkovskaja voglio quindi celebrare quelle persone che tengono gli occhi aperti nella speranza di aprirli a un mondo che troppo spesso tende a chiuderli. 
...volasti in soccorso degli inermi,
davanti al mondo sfidasti
il peggiore dei diavoli.



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Grazie e buona lettura.

Francesco Abate

P.S. - Per ragioni a me oscure, Google non mi permette di rispondere ai commenti sotto ai miei post. Chiedo scusa per le mancate risposte a tutti quelli che stanno commentando, ma il disservizio non dipende dalla mia volontà e sto provando a risolverlo.
Grazie per la pazienza.

domenica 19 marzo 2023

LA MONTAGNA INCANTATA DI THOMAS MANN

 

La Montagna Incantata di Thomas Mann è considerato uno dei romanzi più importanti del Novecento, perché con una scrittura sospesa a metà strada tra la poesia e la prosa getta una luce sulla società europea alla vigilia della Grande Guerra.
Mann cominciò a lavorare all'opera nel 1912, con l'intenzione di scrivere un racconto che riprendesse i temi già presenti ne La Morte a Venezia; interrotto il lavoro a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, lo terminò e lo pubblicò come romanzo solo nel 1924.

La trama del romanzo si sviluppa intorno al ricovero di Hans Castorp, in giovane borghese tedesco, in un sanatorio. Il giovane approda al Berghof, un sanatorio situato sulle Alpi svizzere, solo per una visita di tre settimane al cugino Joachim, finisce però per trattenersi sette anni a causa della tubercolosi.
Mann per la trama prese spunto da un'esperienza diretta, cioè il ricovero della moglie in un sanatorio. Conosciuto l'ambiente durante una visita alla consorte, Mann ebbe modo di osservare l'umanità confinata in quell'ambiente fuori dal mondo e da lì prese spunto per il racconto, che poi sarebbe diventato un romanzo.

Hans Castorp, il protagonista del romanzo, durante il lungo ricovero percorre un cammino interiore che lo porta a un profondo cambiamento interiore. Entrato come un giovane borghese ben inquadrato nei ranghi imposti dalla società, lentamente il contatto con la malattia e la morte lo spinge a riflessioni profonde che ne mutano profondamente l'animo. All'inizio sperimenta una fase di esaltazione della morte e della malattia, in cui un po' romanticamente vede esperienze in grado di esaltare l'animo umano, poi lentamente matura una visione più equilibrata, in cui la distruzione del corpo non viene vista con valore positivo ma è considerata come esperienza necessaria per l'acquisizione di una visione superiore della sanità, così come ogni redenzione deve passare dall'esperienza e dalla comprensione del peccato.
Per via di questa maturazione del protagonista, La Montagna Incantata si può considerare come un romanzo di iniziazione.

La montagna su cui è situato il Berghof è incantata perché sospesa fuori dal tempo e dallo spazio. Le vicende si svolgono in un tempo scollegato dalle regole della pianura, un tempo che rallenta in alcune fasi e vola in altre, che spesso si ripresenta uguale a sé stesso e non concede punti di riferimento. 
Il mistero del tempo è centrale in questo romanzo. I ricoverati del Berghof hanno la possibilità di vivere un tempo libero dai condizionamenti della società; essendo malati hanno un alibi che li libera dalle scadenze del mondo lavorativo, possono perdersi in pigri ragionamenti, in passeggiate ed anche in passioni amorose più romanzesche che reali. Questa libertà dal tempo scandito dal lavoro non è accolta da tutti nello stesso modo; c'è chi come Hans Castorp la vive appieno e la sfrutta per un'importante crescita interiore, c'è chi invece (come suo cugino Joachim) la rifugge anche a costo di rimetterci la vita. La libertà del Berghof permette infatti di liberarsi dalle catene degli impegni lavorativi e dai rapporti sociali imposti, come sono quelli con parenti o amici "utili", ma lascia lo spirito in completa balìa di sé stesso e non tutti sono pronti a gestire il proprio tempo senza alcuna imposizione.

La libertà di cui si gode nel sanatorio permette uno sviluppo pieno dei fermenti intellettuali. Così La Montagna Incantata diventa una vetrina in cui sono esposte le idee e le inquietudini della società di inizio Novecento.
Hans Castorp vive un profondo cambiamento e sviluppa la sua concezione di vita, ma nel corso dell'intera visita rimane sospeso tra le idee dell'umanista Settembrini e tra il gesuita marxista Naphta, e fino alla fine non riesce a fare una scelta tra le due visioni antitetiche. Qualcuno in questa incapacità di scegliere ha visto una parodia della Repubblica di Weimar.
A rappresentare appieno i fermenti filosofici del tempo ci sono Lodovico Settembrini e Leo Naphta. Il primo è un umanista, illuminista e massone, proiettato all'affermazione dei diritti dell'uomo e delle libertà civili nella società moderna, il secondo è un gesuita di fede hegeliana/marxista. I due vivono in perenne disaccordo, disputano in continuazione senza mai arrivare a un compromesso, col secondo che propone una visione distruttiva della società e contesta tutti i valori umani e sociali di Settembrini, senza però mai fornire un'alternativa concreta (secondo alcuni critici, Naphta è una parodia del filosofo ungherese Gyorgy Lukaks).
Un altro personaggio importante è madame Chauchat, donna di cui Hans Castorp si innamora. Lei rappresenta l'erotismo e la passione che bloccano l'azione dell'uomo, ha quindi un valore negativo nel romanzo, e di fatto si rivela una donna opportunista visto che, seppure sposata, non esita a mostrarsi pubblicamente con un amante benestante.
Il magnate Pieter Peeperkorn è poi un personaggio molto interessante che compare nell'ultima parte del romanzo come amante di madame Chauchat. Si tratta di un uomo d'azione, un tipo dotato di magnetismo e carisma, sebbene sia povero di contenuti, infatti quando parla riesce a farsi rispettare pur non dicendo mai niente di concreto. Amante del cibo, del bere e dei banchetti, è la perfetta incarnazione dello spirito dionisiaco, e quando per via della malattia non può vivere appieno come vorrebbe, sceglie di uccidersi col veleno.

Il romanzo si conclude con la discesa del protagonista, ormai guarito, in pianura e la sua partecipazione alla Grande Guerra.
Sebbene al conflitto, che Mann definisce "questa mondiale sagra della morte", siano dedicate poche pagine, il suo impatto è fortissimo. Vediamo un ragazzo che, dopo aver percorso un tortuoso viaggio nell'anima ed essere giunto a una complessa maturazione intellettuale, viene gettato nel tritacarne della guerra, da cui forse non uscirà vivo. L'autore ci mostra così la brutalità della guerra, che distrugge tutto senza alcun riguardo, che in nome di oscuri giochi di potere stronca vite umane che sono state e possono diventare tantissime cose.

Per i contenuti trattati La Montagna Incantata è di certo un grande romanzo, mostra i fermenti della società in un'epoca complessa e come tutto venga cancellato dalla guerra. 
Non si tratta però di un romanzo di facile lettura. Soprattutto nei lunghi dibattiti tra Settembrini e Naphta, ma anche nelle lunghe riflessioni del protagonista, l'autore si dilunga tantissimo per rendere al meglio il tempo dilatato e pigro di quel luogo oltre che l'inattività dei personaggi, e questo appesantisce il romanzo, spingendo il lettore ad abbandonare la lettura.
Il mio consiglio è di provare a leggerlo. Sebbene non sia facile, si tratta comunque di un romanzo che lascia qualcosa al lettore, quindi né il tempo né lo sforzo sarebbero fini a sé stessi.

Francesco Abate

domenica 12 marzo 2023

AFGHANISTAN

 

Afghanistan è la sesta poesia della raccolta Inferno, la quinta della sezione L'Inferno dei popoli.
Le vicende dell'Afghanistan sono note a tutti, dal 2001 questo paese è costantemente sotto i riflettori della comunità internazionale. Le tribolazioni di questo sfortunato paese cominciano molto prima, almeno possiamo tornare indietro fino all'invasione sovietica. I sovietici furono cacciati dai talebani, che all'epoca per gli USA erano belli e bravi (infatti ricevettero aiuti nella resistenza), dopodiché gli statunitensi scoprirono di colpo che i loro alleati erano cattivi e privavano la popolazione dei diritti civili (o forse si interessarono al business dell'oppio, chissà...) e invasero il paese, salvo poi andarsene e lasciare la sua popolazione di nuovo alla mercé dei talebani. Dall'invasione sovietica in avanti, gli afgani hanno vissuto sotto la schiavitù di qualcuno.
Nella poesia sottolineo questo triste scorrere degli eventi:
Fu la bandiera rosso sangue
a rompere i nostri begli aquiloni,
e vennero i nostri padri-padroni
a cacciarli via e coprirci coi burqa,
e vennero quelli venuti dall'ovest
a donarci la morte in cambio del fiore.

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Francesco Abate

venerdì 3 marzo 2023

DEGAS A NAPOLI

 

Fino al 10 aprile a Napoli è possibile vedere una mostra attraverso la quale conoscere meglio il pittore francese Edgar Degas e in particolare il suo rapporto con la città partenopea. 
Vi consiglio di parteciparvi perché non è solo l'occasione di ammirare alcuni celebri quadri del maestro, ma permette di comprenderne meglio le ragioni, cioè di capire cosa precisamente egli intendesse rappresentare.
Di Degas tutti sappiamo che amava ritrarre soprattutto le ballerine, il movimento del loro corpo, ma attraverso i disegni presi dal Carnet di Ludovic Halevi si scopre un attento osservatore della realtà ipocrita del suo tempo. Negli schizzi fatti dal pittore vediamo l'attenzione dedicata all'alta borghesia nei suoi momenti peggiori, l'immagine di persone distinte addormentate dall'eccesso di alcol o imbruttite dallo stato di ebbrezza. Degas infatti mirava a descrivere la società attraverso le persone che la abitavano.
L'attenzione di Degas alle brutture della società contemporanea si può osservare anche nelle illustrazioni fatte per la novella di Guy de Maupassant La Maison Tellier. La novella racconta della vita in una casa di appuntamenti, mostrando così le vicende di prostitute e clienti altolocati. Le illustrazioni di Degas si concentrano soprattutto sulla figura delle prostitute, mostrate in tutto il loro degrado e nella solitudine della propria anima; molto interessante il parallelo che la mostra propone tra queste figure e l'Olympia di Manet, quadro in cui la prostituta viene rappresentata in una posa da regina, adagiata mollemente su un letto, con una serva vicino e con in mostra un corpo di straordinaria bellezza: si vede con chiarezza la differenza tra chi ha voluto rappresentare lo stato di degrado della donna e chi invece ne ha voluto esaltare la bellezza tentatrice.

Per la bellezza delle opere rappresentate e l'importanza dei temi che propongono, consiglio fortemente una visita alla mostra, che è tutt'ora in corso a Napoli e lo sarà fino al 10 aprile.

Francesco Abate