mercoledì 10 dicembre 2025

"IL NECRONOMICON" DI HOWARD PHILLIPS LOVECRAFT

 

Definire Il Necronomicon una semplice raccolta di racconti dello scrittore statunitenste H.P. Lovecraft sarebbe riduttivo. Il lettore che ha l'ardire di avventurarsi tra le pagine di questi racconti si trova catapultato in mondi fantastici e terribili allo stesso tempo, luoghi che esistono fuori dal mondo reale ma che spesso lo incrociano, abitati da esseri indefinibili tanto nell'aspetto quanto nel modo di essere. Percorrendo questo cammino si incrocia spesso il Necronomicon, il fantastico libro delle Leggi dei Morti (o dei Nomi dei Morti, a seconda delle interpretazioni) scritto dall'arabo pazzo Abdul Alhazred e creduto dai più perduto per sempre. Sia chiaro, il Necronomicon nella realtà non esiste (anche se non tutti ne sono convinti), ma la sua presenza costante nei racconti di Lovecraft permette al lettore di vederselo davanti, come un'immagine vista tanto spesso da essere impressa nella mente per sempre. 
I racconti dell'orrore di Lovecraft hanno il potere di gettare il lettore in un'atmosfera cupa e misteriosa, lo avvolgono in una nebbia al cui diradarsi si manifestano mondi sotterranei o sovracelesti, abitati da creature tanto disumane da essere indescrivibili. Nei mondi lovecraftiani cambia anche il concetto di divinità, infatti che siano gli dèi terrestri o i Dèi Esterni, essi sono indifferenti all'uomo, non lo amano e non lo odiano, ma senza alcuna pietà diventano terribili nei confronti di coloro che osano avventurarsi al loro cospetto. Lovecraft nelle sue storie crea un'intera mitologia fatta di mostri e divinità terribili; a distanza di più d'un secolo, la mitologia lovecraftiana è d'ispirazione per registi, scrittori e creatori di videogiochi.
Nell'opera di Lovecraft non c'è però solo l'intrattenimento, l'autore infatti riesce a scrivere anche pagine capaci di far riflettere sulla natura umana. Nel racconto K'n-yan, per esempio, un uomo si avventura nel mondo sotterraneo abitato da questi K'n-yan, una popolazione estremamente evoluta che vive in un mondo che noi definiremmo utopistico (si lavora il minimo indispensabile, si passa il tempo giocando, ecc.), eppure la noia di cui cadono vittima li porta a comportamenti incredibilmente disumani, essi infatti torturano i propri schiavi per divertimento. 

Francesco Abate

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