Per molti anni il
filosofo tedesco Friedrich Nietzsche è stato considerato precursore del
nazismo. L’associazione nasce spontaneamente in chi ha una conoscenza solo
superficiale dei due fenomeni, ma allo stesso tempo fu favorita proprio da
alcuni ideologi del nazionalsocialismo le cui teorie ebbero poi larga
diffusione.
L’equivoco nasce nella
definizione che Nietzsche diede di superuomo,
un uomo che ha abbandonato ogni fede ed ogni desiderio di certezza per reggersi
su tutte le possibilità, crea nuovi valori e non subisce quelli tradizionali, è
un uomo che ama la ricchezza e la transitorietà del mondo. Ovviamente in questa
definizione di superuomo non c’è nulla che abbia a che fare con la
sopraffazione violenta di altri uomini, cosa che era invece alla base della
dottrina nazista, quindi l’analogia che molti hanno visto non c’è e il concetto
di superuomo espresso da Nietzsche era diverso da quello pensato dai nazisti.
Un altro punto su cui c’era
evidente distanza tra il filosofo e i nazisti era l’antisemitismo. Tutti
sappiamo che per il nazionalsocialismo la distruzione della razza ebraica,
portatrice di una malattia morale, era un punto fermo. Anche ai tempi di
Nietzsche, che precedette il nazionalsocialismo di alcuni decenni, era di moda
in Europa l’antisemitismo e il filosofo non ne aveva affatto una buona
opinione. Egli non amava le religioni, meno di tutte il Cristianesimo, che
giudicava anche peggiore dell’Ebraismo, però non è mai arrivato a teorizzare o
propagandare la persecuzione e la cancellazione violenta di tali religioni.
Francesco Abate
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