lunedì 26 ottobre 2015

LETTERATURA: COMMENTO DE "GLI INDIFFERENTI" DI ALBERTO MORAVIA

Gli Indifferenti di Alberto Moravia è un romanzo che mostra la decadenza economica e morale dell’alta borghesia, intrappolata in una vita scandita da convenzioni sociali e da turpi sentimenti. I protagonisti della vicenda, volenti o nolenti, consapevolmente o meno, sono intrappolati nella loro vita e nel loro status sociale.

Pubblicato nel 1929 da Moravia a proprie spese, il romanzo si rivelò subito un successo editoriale. La rivista “900” rifiutò il romanzo definendolo una “nebbia di parole”. Ad ingannare l’editore ci fu sicuramente il linguaggio usato dall’autore per descrivere la vicenda, in realtà però il romanzo si lascia leggere e presenta dei contenuti importanti. La scelta del linguaggio di Moravia serve a immergere ulteriormente il lettore nell’atmosfera respirata dagli stessi personaggi, un’atmosfera esageratamente artificiosa finalizzata a mascherare lo squallore delle vite reali.

Protagonisti della vicenda sono i fratelli Carla e Michele, giovani di una famiglia dell’alta borghesia ormai in rovina, la loro madre, il donnaiolo uomo d’affari Leo Merumeci e l’amica di famiglia Lisa. Leo Merumeci continua a frequentare l’amante, che ormai respinge di continuo e tratta male, perché intenzionato a riscuotere un’ipoteca sulla loro casa che di sicuro li manderà in rovina e darà a lui la bella villa ad un prezzo stracciato. Nonostante Michele intuisca le intenzioni losche di Leo e consigli alla madre di far valutare la villa, così da venderla ad un prezzo più alto di quello dovuto a Leo, estinguere l’ipoteca e compare una casa più modesta, la donna continua a trattare l’uomo d’affari come un amante, con tanto di scenate di gelosia. La donna infatti spera di usare l’amore per tenere la villa, in più vuole davvero tenere stretto Leo, pur consapevole che lui sia un donnaiolo e che la tradisca di continuo. La donna teme che Leo tenga in piedi ancora una vecchia relazione amorosa con Lisa, vecchia amica di famiglia, invece l’uomo corteggia spudoratamente e finisce per sedurre la giovane Carla. Intanto Lisa corteggia di nascosto Michele, andando così a nutrire involontariamente l’equivoco creatosi nella mente della donna. Servendosi degli eventi innescati da quest’incrocio di interessi amorosi e non, l’autore si produce in un’accurata analisi dell’esistenza umana.

I protagonisti della vicenda vedono e vivono la crisi morale e per certi versi anche economica della loro classe sociale da punti di vista differenti.
Carla e Michele soffrono la falsità di tutto quello che li circonda. Vivono la vita con indifferenza, senza reali sentimenti, tutto è finto e nulla suscita in loro reazioni sincere. Entrambi vogliono cambiare la propria condizione. Carla cerca di mutarla gettandosi in una relazione squallida e senza sentimento, concedendosi ad un uomo che non ama e che sin dopo il primo rapporto sessuale la tratta come una vecchia moglie di cui si è ormai stanchi. Nonostante lei finisca per rendersi conto dello squallore in cui si è gettata, accetta passivamente la situazione e finisce addirittura per sposare quell’uomo. Michele vive la sua situazione con ancora maggiore angoscia. A differenza della sorella, non riesce a fingere ed a buttarsi in una squallida storia d’amore con Lisa, non odia Leo e non prova tristezza per le condizioni della famiglia, gli è tutto indifferente perché in tutto percepisce falsità. È tentato dall’idea di arrendersi alla vita comune che spetta a tutti i suoi pari, ma non ci riesce ed alla fine riesce a produrre un reale sforzo per cambiare radicalmente la situazione e risollevare anche la sorella, viene però tradito dal fatto che non sa come cambiare davvero le cose, finisce così per fallire. Carla è quindi meno meditativa, sfrutta la prima occasione che ha per cambiare la sua vita senza però riuscire a cambiare niente, finisce poi per arrendersi subito a quello che sente come un destino ineluttabile. Michele invece è molto più riflessivo, sente di dover fare qualcosa senza però sapere davvero cosa, a tratti cerca di lottare ed a tratti di arrendersi, ma in fin dei conti non gli riesce nessuna delle due cose, quindi non riesce a cambiare la situazione sua e della sorella e nemmeno gli riesce di tuffarsi in una squallida e finta storia d’amore.
Se i due ragazzi, pur non sapendo come, vorrebbero cambiare il loro stato, c’è invece la madre che vorrebbe nulla mutasse. La donna è consapevole che la rovina incombe su di lei, cerca però di tenersi a galla ostentando una ricchezza che non ha più, dedicandosi a cose frivole come feste e balli, mettendo anima e corpo in una relazione che non esiste più. Michele l’avvisa che Leo li sta ingannando, ma lei per non perderlo ignora il pericolo. È una donna così impegnata a fingere che nemmeno riconosce più la realtà, non si rende conto del turbamento che riempie l’animo dei figli, non accorge che il suo amato Leo la sfrutta e nemmeno capisce ciò che invece si svolge proprio sotto i suoi occhi, cioè che il suo amante ha sedotto la sua giovane figlia. Lei continua a vedere in Leo il suo amante e la persona che può aiutare la famiglia in quel momento difficile, continua ad essere gelosa di Lisa. La madre è forse la figura più tragica della vicenda, il suo mondo va in pezzi davanti ai suoi occhi e lei nemmeno se ne accorge, a differenza dei suoi due figli che invece hanno almeno la percezione della rovina in cui sono caduti.
Leo Merumeci è il “cattivo” della vicenda. Non esita a prendersi gioco dell’amante, frequenta assiduamente casa sua illudendola che tra loro ci sia ancora amore, intanto pianifica di rovinarla prendendole la villa per quattro soldi e seduce la sua giovane figlia. È senza scrupoli, tratta le persone così come la merce, non prova sentimenti ma le usa. Coccola Carla quando la corteggia, poi già dopo il primo rapporto sessuale diventa meno accomodante, infine le chiede di sposarla quando vede a rischio il suo profitto sulla villa dell’amante. Trascura completamente Lisa, sua vecchia amante, salvo poi andare a casa sua e cercare di prenderla anche un po’ bruscamente quando gli va male la prima volta con Carla. Le donne servono solo a sfogare le sue libidini ed a portargli un guadagno, nient’altro.
Lisa è una donna in rovina che cerca solo di tenersi nel mezzo della vita mondana e di sedurre il giovane Michele. Anche lei in rovina, continua a cercare avventure amorose come in gioventù, come a scacciare la rovina e l’età avanzata in cui è ormai precipitata. Respinge Leo solo perché ormai proiettata su Michele, scopre inoltre la tresca tra il suo vecchio amante e Carla, ma rivelerà il segreto a Michele solo per ferirlo quando sarà respinta, in realtà non ha alcun interesse di aprire gli occhi all’amica con cui, in realtà, non ha un sincero rapporto di amicizia.

Il contesto storico in cui si svolge la vicenda sono gli anni immediatamente successivi al delitto Matteotti, il fascismo ha ormai gettato la maschera rivelandosi per quello che è. Della situazione politica nel romanzo però non c’è traccia ed anche quella sociale si deduce più che vederla, Moravia usa il romanzo infatti per analizzare l’esistenza, per analizzare il tumulto che quella vita causa nell’animo di chi la vive.

Francesco Abate


1 commento:

  1. "La prima ipotesi era chiara; si trattava di isolarsi con poche idee, con pochi sentimenti veramente sentiti, con poche persone veramente amate, se ce n'erano, e ricominciare su queste basi esigue ma solide una vita fedele ai suoi principi di sincerità. La seconda, eccola qui: nulla sarebbe mutato se non nel suo spirito sconfitto; avrebbe aggiustato alla meglio la situazione come una brutta casa in rovina, che si rifà qua e là, non essendo possibile per mancanza di denari fabbricarne una nuova" (Alberto Moravia, Gli Indifferenti).

    Nel 1928 Moravia inserì nella mente del giovane Michele il dubbio esistenziale che oggi nel mondo prova chiunque abbia un po' di cervello e sia in grado di farlo funzionare: essere sé stessi pur rischiando l'isolamento o conformarsi al mondo e diventare ciò che la società chiede. Meditate gente, meditate!

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