Bansky è uno dei principali esponenti della street art, la sua vera identità non è nota, di lui si sa solo che vive a Bristol.
Per le sue opere l'artista usa diverse tecniche, ma quella che predilige (e a cui è legato il suo nome) è la tecnica dello stencil. Tale sistema gli permette di realizzare disegni molto precisi, di poterli rifare in modo identico qualora volesse, e cosa più importante di poterli realizzare in poco tempo (egli stesso ha dichiarato di impiegare non più di quindici minuti). La rapidità di esecuzione è fondamentale per Bansky, in passato è stato arrestato più volte a causa delle sue opere.
I temi principali delle opere di Bansky sono la guerra, il capitalismo, il consumismo, la libertà e l'immigrazione. L'artista crea sui muri delle strade dei disegni molto ben realizzati e belli da vedere che portano inevitabilmente a riflettere sul tema che evidenziano. Spesso non manca l'ironia nelle sue opere.
Celebri sono i suoi topi, di cui l'artista fa uso in diverse opere. Li ha disegnati nelle situazioni più disparate, ce li ha fatti vedere conciati come delle star di Hollywood, oppure innamorati e romantici, o ancora militarizzati, o imprigionati.
Un'altra caratteristica distintiva dello stile di Bansky è la pittura di paesaggi in cui inserisce elementi assolutamente inappropriati o anche anacronistici. Così facendo, egli rende ancora più evidente il messaggio che intende lanciare, evidenziandolo così come si evidenzia quel particolare che stona all'occhio dell'osservatore. Possiamo quindi osservare tra le sue opere un gruppo di aborigeni che va a caccia di carrelli del supermercato oppure immacolati paesaggi campestri guastati dalla spazzatura o da telecamere di videosorveglianza.
Bansky è diventato famoso anche per aver realizzato nove dipinti sul muro che divide la Cisgiordania da Israele. Tale muro, dichiarato contrario al diritto internazionale nel 2004, è il simbolo della segregazione cui l'invasore israeliano costringe il popolo invaso. Su questo muro l'artista ha realizzato nove disegni in cui i protagonisti sono i bambini. In alcune opere si vedono bambini che cercano di scavalcare il muro stando appesi a dei palloncini, in altre invece i piccoli cercano di rompere il muro con secchiello e paletta, in altre ancora si limitano a spiare attraverso delle brecce dipinte dall'artista.
Nelle opere realizzate sul muro, è chiaro l'intento dell'artista di contrapporre alla prepotenza di una nazione la purezza dei bambini, che spesso sono le principali vittime di questi atti di forza.
Nonostante oggi sia un artista di fama internazionale, Bansky non è un amante dei musei. Non mancano le mostre a lui dedicate, proprio a maggio se n'è tenuta una a Roma, ma lui non ha mai partecipato direttamente e le opere sono state messe a disposizione dai collezionisti.
Bansky è da sempre contrario alla mercificazione dell'arte, infatti per lui il mercato dell'arte è formato da un gruppo ristretto di persone che decide cosa va bene e cosa no. Lo stesso artista ha dichiarato: << Quando vai in una galleria d'arte sei semplicemente un turista che guarda la bacheca dei trofei di un ristretto numero di milionari >>.
Per sottolineare la sua avversità al mercato dell'arte, spesso Bansky nei musei espone clandestinamente delle sue opere. La caratteristica principale delle opere che espone in questi suoi "attacchi" è che esse rappresentano qualcosa di idoneo allo stile del museo stesso in cui la mostra, in esse però vi è sempre inserito un elemento dissonante nello stile dell'artista. Al Brooklyn Museum l'artista espose l'immagine di un uomo del Settecento intento ad imbrattare lo sfondo con delle bombolette spray.
Chi volesse osservare le opere di Bansky senza andarle a cercare in strada, può visitare il sito http://banksy.co.uk/.
Francesco Abate
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