Nato ad Amesterdam nel 1632, originario però del Portogallo, Baruch d'Espinoza fu uno dei filosofi più importanti del Seicento.
Intorno alla sua figura ancora oggi esiste però un equivoco, molti infatti (in special modo nel mondo dei semplici appassionati di filosofia) ritengono erroneamente che Spinoza fosse ateo. In realtà egli credeva nell'esistenza di Dio, si allontanò però dalle religioni ufficiali finendo anche scomunicato dalla Sinagoga.
L'origine del conflitto tra le religioni e Spinoza, prima ancora che nel suo pensiero, si trova a mio parere nella sua biografia. Il filosofo nacque da una famiglia di marrani, cioè di Ebrei obbligati a convertirsi al Cristianesimo. La conversione della sua famiglia fu però solo di facciata, essi emigrarono in Olanda, dove poterono liberamente professare la religione ebraica. Col passare degli anni, poi, si delineò in Spinoza il suo pensiero e per causa di questo il filosofo fu scomunicato dalla Sinagoga. Essere scomunicato dalla Sinagoga lo portò all'isolamento e gli creò grossi problemi sul piano sociale, egli entrò così in contatto stretto con i Cristiani, ma mai aderì al loro credo.
La mancata adesione del filosofo alle religioni oggi porta molti a considerarlo erroneamente ateo, in realtà egli nel suo pensiero filosofico parla ampiamente di Dio, mentre rivaluta le religioni dando loro una funzione più utilitaristica che sacra.
In merito a Dio, Spinoza affermava: <<Per Dio intendo un ente assolutamente infinito, ossia una sostanza consistente in un'infinità di attributi, ciascuno dei quali esprime un'essenza eterna e infinita>>. Spinoza nella sua filosofia riprende il concetto aristotelico secondo cui tutto ciò che è o è sostanza o affezione di essa. La filosofia antica però prevedeva molteplici sostanze, per Spinoza invece ne esiste solo una, originaria e autofondata (causa sui) che è Dio.
Parlando della religione, invece, bisogna innanzitutto premettere che Spinoza descrisse tre gradi della conoscenza:
1) conoscenza empirica, ovvero relativa ad opinione ed immaginazione;
2) conoscenza razionale;
3) conoscenza intuitiva.
Per il filosofo, la religione appartiene solo al primo grado della conoscenza, mentre la filosofia invece al secondo e al terzo. A dimostrazione di ciò egli evidenziò come i Profeti e gli autori biblici spiccassero per immaginazione e fantasia, non per vigore dell'intelletto.
La religione mira solo all'obbedienza, infatti viene usata dai tiranni per perseguire i propri scopi, solo la filosofia mira alla verità assoluta.
Per Spinoza la religione non ha "dogmi veri", ma "dogmi pii", che inducono all'obbedienza. I dogmi religiosi non vincolano ad alcuna setta, c'è assoluta libertà di fede, ciò che conta è solo l'obbedienza a Dio intesa come amore verso il prossimo. La bontà e la cattiveria di un dogma si misurano quindi solo in funzione dell'obbedienza a Dio che esso impone.
Per Spinoza, detto in parole povere, non contava essere Ebreo o Cristiano, non importava il culto e le cerimonie religiose, contava solo l'obbedienza a Dio intesa come amore verso il prossimo.
Francesco Abate
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