Requiem per una generazione è la mia ultima poesia pubblicata sul sito Spillwords.com e potete leggerla al link http://spillwords.com/requiem-per-una-generazione/.
La poesia è allo stesso tempo un pianto ed un'accusa. Nei versi ho voluto evidenziare la decadenza che stanno vivendo i giovani di oggi, non sottolineando però solo la tristezza della cosa, ma evidenziando anche quelle che sono a mio modo di vedere le loro responsabilità. La società di oggi infatti tarpa le ali in mille modi ai giovani, è però anche vero che essi stessi spesso non fanno nulla per sollevarsi dalla condizione che vivono (Ho visto i ragazzi col domani davanti / ... / rinunciare alla propria libertà / vendersi per una pizza e una birra).
Il lato più triste della condizione dei giovani d'oggi (e non solo dei giovani, anche la mia generazione è caduta nella stessa trappola) è che non sanno nemmeno cosa vogliono dalla vita, cosa davvero li renderebbe felici, semplicemente seguono le mode cercando quei surrogati di felicità che vengono venduti alla massa (nutriti da sogni di seconda mano / ... / scambiano la felicità per un sonno / scambiano un sogno per una foto).
Oggi è poi di moda la condivisione continua. Una volta si condividevano esperienze ed impressioni con poche persone, oggi invece con i social network c'è la condivisione di massa. Se la condivisione è potenzialmente un momento di crescita, infatti da essa può nascere il confronto, quella di massa è solo una moda vuota. Ragazzi passano le serate facendosi foto per far vedere (in realtà, a mio modo di vedere, per far credere) quanto si stiano divertendo o semplicemente per vantarsi di avere amici (il più triste segnale di solitudine del nostro tempo). Si tratta quindi di una condivisione fasulla (condividono senza dare niente / condividono senza prendere niente / scambiano il fare per il dire).
Buona lettura.
Francesco Abate
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