"Ciò che è vivo è caldo e può morire, ciò che è freddo invece è già morto, quindi non può più essere ferito e morire. Il gelo rende immuni dalla morte e dal dolore; ciò vale per tutto, quindi il cuore non può esserne escluso. Riuscendo a congelare il mio cuore, cioè a svuotarlo di ogni buon sentimento, rendendolo solo un accessorio senza vita, riuscirò a risparmiarmi la sofferenza e a vivere solo secondo le regole della logica, che mi porteranno sempre sulla giusta strada".
Questo è il ragionamento fatto a un certo punto della sua vita dal protagonista de Il prezzo della vita, Antonio Baldi. Leggendo le parole sopra, molti sicuramente avranno riconosciuto una propria riflessione fatta in un momento di sconforto. Benché infatti il protagonista enunci in tal modo la teoria che gli piace chiamare "del congelamento del cuore", non si può negare che tutti noi, se ci è capitato di sentirci traditi da una persona fidata o amata, abbiamo concluso che fosse meglio rinunciare a fiducia e amore pur di non soffrire. Questa riflessione tanto comune nel romanzo ha però un valore importante, è la prima spia che ci fa capire che Antonio è in realtà molto più complesso di quello che voglia far apparire. Il congelamento del cuore accende i riflettori sul muro che il protagonista ha costruito per proteggersi dal mondo, comincia a farci conoscere meglio il suo vero carattere ed introduce alla seconda parte del romanzo, quella in cui le cose prendono una piega decisamente imprevista.
Come ho già avuto modo di scrivere in passato, questo romanzo nacque in un periodo particolarmente complicato della mia vita. Quando scrissi Il prezzo della vita, il discorso sul congelamento del cuore lo formulai per me stesso, in uno di quei momenti in cui si tirano le somme della propria esistenza. Successivamente valutai che fosse perfetto per Antonio Baldi e lo resi suo. La mia visione riguardo la necessità o l'opportunità di azzerare le proprie emozioni per vivere meglio l'ho superata da tempo, anche il protagonista finirà per dubitarne quando si renderà conto di aver superato un limite che non avrebbe dovuto mai superare. Mi auguro che tutti coloro che sono giunti a conclusioni simili abbiano poi avuto modo di ricredersi. Non credo sia giusto negare e negarsi sentimenti ed emozioni, bisogna solo imparare a scegliere meglio le persone di cui circondarsi, a non accontentarsi del primo che passa e soprattutto ad incassare meglio le delusioni che, purtroppo, non mancheranno mai.
Questa è una delle riflessioni che col mio romanzo ho cercato di scatenare. Ragionare su questo tema impone al lettore prima di guardarsi dentro, poi di guardare la realtà e analizzarla nel modo più obiettivo possibile.
Vi ricordo che Il prezzo della vita può essere ordinato al link http://www.csaeditrice.it/index.php?option=com_virtuemart&view=productdetails&virtuemart_product_id=294&virtuemart_category_id=2&lang=it, in tutte le librerie ed anche in quelle online. Attualmente è in promozione sul sito de La Feltrinelli e su Mondadori Store.
Potete seguire la mia attività su questo blog, sulla pagina Facebook "Francesco Abate, lo scrittore battipagliese" (https://www.facebook.com/FrancescoAbatescrittore/?fref=ts) e su Twitter "@FrancescoAbate3".
Grazie mille e buona lettura.
Francesco Abate
Francesco Abate nasce a Salerno il 26 agosto 1984, ma da sempre vive nella città di Battipaglia. Sin da piccolo manifesta interesse prima per la lettura, poi per la scrittura. Comincia ad abbozzare i primi romanzi già ai tempi del liceo, ma la prima pubblicazione arriva solo nel 2009 con Matrimonio e piacere. Il prezzo della vita è la sua prima pubblicazione per CSA Editrice. Pubblica anche poesie sul sito Spillwords.com.
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