domenica 15 luglio 2018

RECENSIONE DE "LE AFFINITA' ELETTIVE" DI JOHANN WOLFGANG GOETHE

Pubblicato nel 1809, Le affinità elettive è, insieme a I dolori del giovane Werther, il romanzo più celebre dello scrittore tedesco Johann Wolfgang Goethe.
In questo romanzo vediamo l'autore portare avanti la storia così come un esperimento scientifico. In un ambiente isolato vivono in armonia due "elementi", Edward e Charlotte, i quali dopo tante vicissitudini sono riusciti a coronare la propria storia d'amore. D'un tratto sono introdotti due elementi esterni, il capitano e Ottilie, che rompono l'equilibrio. Nel corso di una chiacchierata tra i protagonisti, il capitano ed Edward illustrano a Charlotte la teoria delle affinità elettive: se a due elementi A e B si affiancano C e D, A si separa da B per unirsi a C mentre B si separa da A per unirsi a D, quindi A e C sono affini così come B e D. Nell'esperimento letterario di Goethe, Edward è tentato di separarsi da Charlotte per unirsi a Ottilie, Charlotte invece è attratta dal capitano. A differenza degli elementi chimici, però, le persone sono soggette anche a leggi morali. Si crea quindi un fortissimo contrasto tra le leggi della natura, che spingono verso la formazione delle nuove unioni, e quelle umane, che impongono il mantenimento dell'integrità del matrimonio di Edward e Charlotte. Questo contrasto non è indolore: Edward cede alla passione, ma gli eventi gli impediscono di arrivare alla nuova unione; Charlotte rinuncia al nuovo amore e lotta per tenere in piedi il matrimonio, senza però trovare collaborazione nel marito. Quando l'essere umano trova la forza per ribellarsi alla passione insana, così come succede a Ottilie dopo la tragica morte del piccolo Otto, il destino interviene e lo schiaccia nuovamente. Il conflitto tra uomo e natura finisce perciò per causare solo dolore e morte, sembra non esserci modo per uscirne felicemente.

L'opera di Goethe fu senz'altro ispirata da quella del chimico svedese Torbern Olof Bergman, che nel 1775 pubblicò la Dissertazione sulle attrazioni elettive, la quale conteneva la più completa tabella sulle affinità chimiche. Goethe credeva che fosse possibile studiare l'essere umano anche attraverso lo studio delle proprietà fisico-chimiche degli elementi, per questo tale dissertazione dovette attirare la sua attenzione.
In Le affinità elettive gli uomini sono come gli elementi chimici, soggetti ad attrazioni e repulsioni che poco hanno a che fare con il loro libero arbitrio anzi, lo stravolgono e spesso lo annullano. L'uomo è soggetto alla potenza dell'eros così come la sostanza chimica alla forza dei legami. Il romanzo presenta il contrasto tra le leggi umane e quelle naturali e ci mostra come le prime possano essere impotenti nei confronti delle seconde. Tra i protagonisti ognuno ha una reazione differente alla nuova passione. Edward si lascia travolgere e cerca di farla trionfare, arrivando addirittura a giudicare un presagio favorevole la morte del piccolo Otto, ma muore insoddisfatto; Charlotte rinuncia e prova a tenere vivo il proprio matrimonio, ma finisce per vederlo comunque rovinato; Ottilie prima accetta questo nuovo amore, poi cerca di fuggirlo, finendo però per essere perseguitata dal destino fino a morirne; il capitano mantiene un atteggiamento passivo, restando insoddisfatto. 
Il destino nel romanzo non è un elemento secondario. Quando Edward pare finalmente aver convinto Charlotte ad accettare la sua unione con Ottilie, spingendola tra le braccia del suo amato capitano, arriva la morte del piccolo Otto a rovinare i piani. Ottilie, convinta che l'evento luttuoso sia un ammonimento celeste, decide di rinunciare all'amante, ma un incontro fortuito le fa maturare la convinzione che mai potrà fuggire a questo amore così potente. La giovane decide di morire piuttosto che cedere a un sentimento che ormai ritiene sbagliato, ma il caso interviene ancora facendo morire poco tempo dopo Edward.

Le affinità elettive è un romanzo che presenta contenuti sicuramente interessanti. Goethe però, a mio modo di vedere, ha il demerito di riempirlo troppo con riflessioni personali (soprattutto di Ottilie) che appaiono poco funzionali sia alla storia che alla caratterizzazione del personaggio. Nel complesso la storia è interessante e si fa leggere, vi sono però al suo interno delle fasi un po' stagnanti che non invogliano alla lettura. Va tenuto ovviamente conto dell'intento di Goethe, cioè quello di studiare l'essere umano, ma a mio parere alcune parti potevano essere omesse.

Francesco Abate

Nessun commento:

Posta un commento

La discussione è crescita. Se ti va, puoi lasciare un commento al post. Grazie.