Frankenstein, ovvero il moderno Prometeo è un romanzo pubblicato dalla scrittrice inglese Mary Shelley nel 1818. L'opera nacque inizialmente come racconto breve, poi su incoraggiamento di Percy Shelley, marito di Mary, fu trasformata in un romanzo.
Curiosa è la genesi del romanzo. I coniugi Shelley stavano trascorrendo l'estate del 1816 a Ginevra, in una casa vicina a quella del celebre lord Byron. Quell'estate fu particolarmente piovosa e Byron propose di passare il tempo scrivendo una storia dell'orrore ciascuno da leggere poi a tutti. Per gioco, giusto per passare il tempo, Mary Shelley creò un'opera destinata all'immortalità.
L'opera inizia con le lettere di Robert Walton, un esploratore in spedizione al polo nord per una ricerca scientifica, alla sorella Margareth; in queste racconta del suo viaggio e delle difficoltà che incontra. Un giorno Walton trova sui ghiacci un uomo in fin di vita e lo porta a bordo della propria nave. Il nuovo passeggero è il dottor Frankenstein che, riprese le forze, racconta la sua storia. La vicenda narrata dal dottore è così sconvolgente da spingere Walton a raccontarla per esteso alla sorella nelle sue lettere.
Il dottor Frankenstein racconta come lui fosse riuscito a creare un essere vivente, a donargli il soffio della vita; dopo averlo creato era però fuggito via, tanto l'essere era mostruoso. La fuga però non salva il dottore da un atroce destino, infatti il mostro, scacciato dalla gente e isolato da tutti a causa del suo aspetto, decide di seguire il proprio creatore e vendicarsi uccidendo le persone che ama. In un incontro faccia a faccia, il mostro chiede al dottor Frankenstein di creargli una compagna, così che possa essere felice e smettere di perseguitarlo, ma questi prima accetta e poi ci ripensa, troppo ripugnato dall'idea di liberare nel mondo un altro essere così abominevole e pericoloso. Vista non accontentata la sua richiesta, il mostro decide di vendicarsi nel più atroce dei modi.
I personaggi più importanti del romanzo sono Robert Walton, il dottor Frankenstein e il mostro da lui creato.
Walton è un esploratore tanto attaccato alla conoscenza da mettere in gioco la propria vita in una pericolosa spedizione al polo nord.
Il dottor Frankenstein è come Walton uno scienziato, solo che arriva a spingersi oltre e prova a creare un essere umano, a donare la vita. Egli varca quindi un confine etico e da semplice scienziato diventa creatore, ergendosi allo stesso livello di un dio, ma riesce soltanto a dare la vita a un mucchio di pezzi umani raccolti al cimitero, creando un mostro. Rifiuta subito il frutto della sua audacia perversa, ma questi lo perseguita e gli fa pagare un prezzo molto caro: il dottore vede morire in modo orribile le persone che più ama. Consapevole di non potere in nessun modo né liberarsi del suo errore né lenire il dolore per le perdite subite, consacra la parte restante della propria vita alla vendetta, quindi si pone l'obiettivo di eliminare per sempre ciò che ha creato.
Il mostro è di certo il personaggio più importante del romanzo. La sua storia la conosciamo da lui stesso, che la racconta al proprio creatore. Nonostante commetta atroci delitti, non è in origine un'anima malvagia. Impara i valori sani dell'umanità e si mostra caritatevole quando, nascosto in un casolare, osserva una famiglia di esuli francesi. Pur essendo di animo buono, il suo aspetto atroce gli rende impossibile qualsiasi contatto umano, infatti non appena si manifesta viene scacciato a bastonate dalla gente. La solitudine e l'emarginazione lo portano a serbare rancore nei confronti del suo creatore, che gli ha dato quell'aspetto mostruoso e l'ha abbandonato a sé stesso. Decide perciò di perseguitarlo, ma anche in questo caso non è un'azione malvagia fine a sé stessa: il suo scopo è ricattarlo per avere da lui una compagna, una persona da amare che non lo scacci per via del suo aspetto. Quando il dottore non esegue il compito, non esita a vendicarsi uccidendogli la moglie. Nonostante l'odio per l'uomo che l'ha destinato a tanta sofferenza, alla fine lo ritroviamo a piangere sul suo corpo senza vita e a mostrarsi pentito del male fatto.
Frankenstein, sebbene sia stato scritto inizialmente al solo scopo di spaventare, è un romanzo molto ricco di contenuti.
Prima di tutto la lettura impone un'attenta riflessione su quelli che sono i limiti da imporre eventualmente alla scienza. Nella stesura del romanzo Mary Shelley fu ispirata dagli esperimenti del dott. Erasmus Darwin (nonno del più celebre Charles) e dalle ricerche sul galvanismo, la scienza quindi si stava ponendo il problema del se e del come fosse possibile dare la vita a un organismo. Nella sua opera la scrittrice ipotizza la riuscita di una tale impresa, scrive quindi di un uomo che dona la vita a un altro essere, e ne immagina le conseguenze. Il suo romanzo è un monito: la scienza spingendosi troppo oltre può produrre abomini. Lo scienziato cieco e ambizioso immaginato dall'autrice vuole creare un essere vivente superiore all'uomo, finisce invece per mettere sulla Terra un essere bruciato dentro dal dolore che diventa portatore di morte.
Oltre alle riflessioni sulla scienza e i suoi limiti, il romanzo fa riflettere anche sui pregiudizi e sulle radici del male. Il mostro è come un bambino, impara osservando ciò che ha intorno, così guardando di nascosto una famiglia amorevole si riempie di buoni sentimenti. Diventato una creatura buona, si scontra però col pregiudizio, infatti a causa del suo terribile aspetto viene respinto in malo modo da chiunque. A questo punto il suo animo si deteriora, conosce la rabbia e il desiderio di vendetta, arriva a sporcarsi le mani di sangue nonostante soffra per questo. La lettura di quest'opera ci ricorda che il male non è figlio di una predestinazione, spesso le azioni malvage nascono da torti subiti o da una condizione di emarginazione. Mary Shelley inoltre ci dice una cosa che forse oggi sappiamo meglio di allora: l'immagine esteriore pesa molto più dell'anima nei giudizi.
Importante è anche l'ambientazione che viene data al romanzo. La natura descritta è maestosa, spaventosa, qualcosa di gigantesco e in grado di schiacciare l'uomo in qualsiasi momento. Questa scelta rende l'opera un perfetto esempio di romanzo gotico.
Frankenstein è una piacevole lettura che regala anche importanti spunti di riflessione. Si tratta di un romanzo che si legge facilmente, che riesce a mantenere sempre vivo l'interesse del lettore e a immergerlo in un mondo cupo fatto di paura e sensi di colpa.
Oltre a essere un capolavoro della letteratura dell'orrore, il libro ha anche il pregio di presentare un cattivo con cui si entra in empatia; non c'è una vera entità malvagia, ma solo un povero emarginato che viene imbestialito da una società crudele e superficiale. La creatura del dottor Frankenstein è il mostro della letteratura classica più vicino ai canoni del cattivo moderno, per questo la sua storia non smette di affascinarci.
Impressionante è anche la visione della natura che troviamo in queste pagine: non la madre benevola e dispensatrice di meraviglie, ma una gigantessa potente e capace di annientarci come tante piccole formiche. Le lunghe descrizioni dei paesaggi di montagna in cui si muove il dottor Frankenstein servono a ricordarci quanto siamo piccoli. Oggi più che mai dovremmo ricordare questa lezione, così forse capiremmo davvero l'impatto che i cambiamenti climatici avranno sulle nostre vite.
Credo sia importante leggere questo romanzo perché ci permette di capire che anche una storia dell'orrore, magari pensata puramente per gioco, può avere il suo valore e fuggire dalle paludi della banalità. Forse gli scrittori e gli sceneggiatori di prodotti horror attuali dovrebbero leggere Mary Shelley con più attenzione.
Francesco Abate
Complimenti per l'analisi approfondita di questo bellissimo romanzo.Tante le tematiche affrontate, l'uomo dovrebbe capire che non è superiore, dovrebbe prendere consapevolezza dei suoi limiti perchè è un essere finito e non infinito come Dio ( a prescindere che Dio esista o meno), rischia di commetere atrocità, in fondo è già successo, basta pensare a Hiroshima e Nagasaki. La scienza deve avere come fine il miglioramento della condizione umana.
RispondiEliminaHo sempre provato una grande tenerezza per il mostro, Mary Shelley ci invita ad andare oltre le apparenze, a cogliere l'essenza delle persone e delle cose che ci circondano, e lo possiamo fare solo liberando la nostra mente dal pregiudizio. ma come si fa se dopo duecento anni dall'uscita del romanzo non è cambiato nulla da questo punto di vista....
Il problema è che basiamo i nostri giudizi sulle etichette che appioppiamo alle cose e alle persone, senza mai scendere davvero in profondità, un po' come se giudicassimo la bontà di un alimento solo leggendo l'etichetta al supermercato e senza assaggiarlo. Ci fa poi comodo giudicare con superficialità perché rende più facile sminuire gli altri, così possiamo non vedere i nostri difetti.
EliminaGrazie della lettura.
Pensa che alla sua creazione, Mary Shelley non venne nemmeno presa in considerazione per la nascita del genere horror ma per un po' fu solo Edgar Allan Poe ad avere il trono: occorsero anni prima che le fu riconosciuto il merito.
RispondiEliminaIl tema della Creatura è molto profondo, spinge a porsi domande sulla scienza e sul suo uso e su cosa sia realmente buono.
Hai visto la versione cinematografica con De Niro? Meravigliosa.
Ti abbraccio.
Non ho mai visto la versione cinematografica, ma di sicuro la vedrò sia per il tuo consiglio che per la presenza nel cast di De Niro, che ritengo uno dei migliori attori mai esistiti.
EliminaMary Shelley è un'autrice che ancora stiamo scoprendo. Di recente stanno rivalutando anche la sua produzione post-Frankenstein; ha scritto vari romanzi di cui non sapevo nemmeno l'esistenza ma, viste le trame, credo siano opere che valga la pena leggere.
Un abbraccio.
Un romanzo secondo me molto attuale visto che anche adesso l'uomo gioca a fare Dio e usa la scienza per il male, come è accaduto un'infinità di volte in passato.
RispondiEliminaSul serio non hai mai visto un film su Frankenstein? Nemmeno il mitico film di Mel Brooks?
Baci e buone feste!
Purtroppo di film ne guardo pochissimi, sono tanti i capolavori che non ho ancora visto. La lista di film che prima o poi devo assolutamente vedere è lunga.
EliminaSono d'accordissimo su quanto hai detto sulla scienza.
Baci e buone feste anche a te!