martedì 3 settembre 2024

LA LEGGENDA DEL SANTO BEVITORE DI JOSEPH ROTH

 

La leggenda del santo bevitore è un racconto dello scrittore austriaco Joseph Roth pubblicato nel 1939, pochi mesi dopo la morte dell'autore. 
Il racconto può considerarsi un'autobiografia, o addirittura un testamento morale di Roth, il quale attraverso il protagonista, Andreas Kartak, ci mostra un uomo proveniente dall'impero asburgico ormai smembrato dopo la prima guerra mondiale, una persona rimasta ai margini della società ma che conserva una propria dignità e i propri valori. 
Ad Andreas, un senzatetto che vive vicino alla Senna, un misterioso sconosciuto dona duecento franchi; Andreas non vorrebbe accettarli perché consapevole di non poterli restituire, alla fine cede promettendo di dare la stessa somma in dono a una statua di santa Teresa. Dal momento del dono la vita di Andreas cambia, diventando una costante oscillazione tra la fedeltà al proprio voto (la restituzione dei soldi alla santa) e le occasioni per disattenderlo. La costante lotta di Andreas pare perduta, con incontri e distrazioni che ogni volta lo spingono a non rispettare il suo voto, ma in punto di morte trova la redenzione riuscendo (almeno nella sua immaginazione) a mantenere la promessa.
Joseph Roth, attraverso Andreas Kartak, ci mostra i suoi ultimi anni di vita. Roth è un uomo che abusa dell'alcol, eppure mantiene una propria dignità e i propri principi senza mai cadere nella totale dissoluzione. Ciò che l'autore pensa di sé stesso può riassumersi in una frase: <<Ecco quel che sono veramente: cattivo, sbronzo, ma in gamba.>>

Francesco Abate

4 commenti:

  1. "Cattivo, sbronzo, ma in gamba" non è male. Un po' ci dice quello che siamo tutti: un misto di cose belle e cose meno belle. In gamba, cerchiamo, e cerchiamo di evitare la cattiveria, magari.

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    1. La cattiveria sì, è meglio starne alla larga, anche se è difficile in questo mondo che diventa sempre più malvagio.

      Buona serata.

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  2. Cercare sempre di trovare un lato positivo nella nostra personalità e, allo stesso tempo, non prenderci troppo sul serio può aiutarci a vivere meglio. Un salutone a te.

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    1. Sono d'accordo, è importante apprezzare i lati buoni della propria personalità e da quelli costruire la persona migliore che si può e si vuole diventare.

      Un saluto a te e grazie per la lettura.

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