Cina è una poesia contenuta nella raccolta Inferno, nella sezione dedicata all'Inferno dei popoli.
La Cina è il paese simbolo dello sfruttamento, dello stato-padrone che si nutre delle esistenze e delle energie dei propri cittadini, della dittatura che schiaccia qualsiasi forma di opposizione. Giusto per citare i crimini più noti del governo cinese, posso menzionare lo sfruttamento dei lavoratori (minori compresi), la repressione anche violenta del dissenso, il genocidio degli uiguri. Ovviamente nel mondo capitalista la violazione dei diritti umani non conta, quindi i nostri governi continuano a foraggiare questa dittatura da anni e hanno reso la Cina il gigante che oggi conosciamo.
La poesia è il canto di un cinese a cui il drappo rosso, simbolo della dittatura socialista cinese, impedisce di fare qualsiasi cosa: conoscere modi di vivere diversi ("un drappo rosso mi ruba il panorama"), vivere nel rispetto della natura ("un drappo rosso mi copre gli alberi") e allargare la propria conoscenza attraverso il confronto con opinioni diverse ("Trovo l'albero del sapere / ma il drappo rosso lo avvolge tutto"). Anche la libertà religiosa ("la Pace Celeste") è negata.
La poesia si conclude con un'amara riflessione valida per tutte le dittature sedicenti socialiste, cioè che si spacciano per forze a difesa del popolo:
Guardo al volto che mi chiama "compagno"
e cerco di trovare una strada
ma il suo piede gigante mi schiaccia
e le catene mi legano alla sua fabbrica.
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Francesco Abate
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