domenica 5 giugno 2016

LETTERATURA: RECENSIONE DE "IL VANGELO SECONDO GESU' CRISTO" DI JOSE' SARAMAGO

Il Vangelo secondo Gesù Cristo è la rivisitazione della vita di Gesù fatta dallo scrittore portoghese José Saramago, premio nobel per la letteratura 1998. 

In questo romanzo la storia assume caratteri ben diversi da quella comunemente raccontata nelle chiese di tutto il mondo. A differenza degli scritti religiosi, in questo romanzo l'essere umano è in balìa di Dio e ne subisce le decisioni, raramente c'è una spontanea e convinta accettazione. Giuseppe e Maria concepiscono Gesù senza sapere che sia Figlio di Dio, a Maria verrà detto molto tempo dopo da un angelo, una volta che avrà perso per sempre i contatti con lui. Lo stesso Gesù dapprima subisce la colpa ereditata dal padre naturale, Giuseppe, colpevole di non aver avvisato la gente di Betlemme dell'imminente strage degli innocenti, senza potersene liberare. Crescendo, egli finalmente incontra Dio e con Lui stringe un patto, non immaginando che finirà per pentirsene ma solo consapevole di essere, per un motivo che non gli è chiaro, un eletto. Gesù scopre poi di avere il potere di operare miracoli e lo sfrutta, consapevole che tale potere gli derivi da Dio e discenda dal patto stipulato con lui. Ancora non sa come Dio si servirà di lui, sa solo che lo farà, intanto però usa i suoi poteri. Infine Dio gli si rivelerà ancora una volta, gli rivelerà di essere suo Padre e chiarirà il terribile progetto per cui lo ha generato. Gesù, attraverso quest'ultimo dialogo con Dio, scoprirà che con la morte diventerà causa di tutte le stragi che nei secoli futuri si compiranno in nome o contro la religione cristiana, inoltre saprà che tutto ciò servirà solo ad appagare un desiderio "frivolo" del Padre. Dapprima accetterà un destino a cui sa di non poter sfuggire, poi con uno stratagemma tenterà di cambiarlo non per salvare sé stesso, ma per evitare che il sangue scorra a causa della sua opera. Ancora una volta però, trovatosi sulla croce, scoprirà che alla volontà della divinità ed ai suoi disegni è impossibile sfuggire, così involontariamente avrà comunque realizzato il progetto del Padre.

Il rapporto di totale subalternità dell'uomo nei confronti di Dio non è l'unica rivoluzione operata da Saramago in questo romanzo. Innanzitutto Dio in questo romanzo è completamente diverso da quello annunciato nel Vangelo. Egli non è un Padre misericordioso, è molto più simile alle divinità della mitologia greca e latina, colmo di sentimenti umani. Egli invia sulla Terra suo figlio non per salvare le anime, ma solo per placare la sua insoddisfazione estendendo la religione di cui è il centro ben oltre i confini di Israele. Nel disegno di Dio non c'è traccia di amore o di salvezza, è tutto un gioco di potere finalizzato a placare una volontà capricciosa.
Anche la predicazione di Gesù in questo romanzo ha un valore completamente diverso da quello che noi abbiamo conosciuto attraverso i Vangeli. Gesù ha il solo scopo di fare propaganda, tanto la predicazione quanto i miracoli sono un mezzo per conquistare la fede di quanta più gente possibile, e addirittura Dio gli concede delle libertà riguardo l'interpretazione delle Sacre Scritture. La predicazione di Gesù è perciò solo la diffusione di un messaggio enfatizzato e a volte un po' distorto per rafforzare la fede nel Dio-dittatore, colui che gioca con la vita della gente pur di aumentare il proprio potere.
Gesù in questo romanzo subisce una completa umanizzazione. Egli è pieno di dubbi, litiga con la famiglia e scappa di casa mancando anche di rispetto alla madre, vive di pastorizia prima e di pesca poi, conosce il corpo di Maria di Magdala (la Maddalena volgarmente detta) e con essa instaura una convivenza fuori dal matrimonio. Stringe il patto con Dio più per timore che per vera e propria fede, si pente poi amaramente di averlo fatto ma non può più tirarsi indietro.
Un'altra figura che viene completamente stravolta rispetto la tradizione è quella del Diavolo. Nel romanzo, nonostante sia in contrapposizione con Dio, lo aiuta a portare avanti il progetto che ha al centro Gesù perché aumentando l'influenza di Dio sulla Terra aumenterebbe automaticamente anche la sua. Dio addirittura per un periodo gli affida la cura del Figlio. Paradossalmente, se Dio va avanti per la propria strada e senza un briciolo di pietà porta avanti il proprio piano, il Diavolo prova un po' di compassione per Gesù e in un paio di occasioni tenta di sottrarlo al proprio destino, senza però riuscirci.

Il Vangelo secondo Gesù Cristo non è un semplice stravolgimento fine a sé stesso della letteratura evangelica. Attraverso la sua rivisitazione della vita di Gesù, ispirata dalla lettura dei vangeli apocrifi, Saramago ha voluto innanzitutto muovere una critica al Dio della Bibbia che egli (ateo) giudicava rancoroso e cattivo. Mettendo in mostra la figura del Dio capriccioso e permaloso, contrapponendola a quella del Diavolo, egli ha cercato di dimostrare quanto il confine tra bene e male non sia così netto e che nessuno dei due esisterebbe senza l'altro. Nel suo Vangelo infatti Saramago scrive chiaramente che il Diavolo non esisterebbe senza Dio e così l'inverso, i due opposti hanno necessità l'uno dell'altro. Lo scrittore poi, attraverso il racconto che Dio fa del futuro a Gesù, lancia anche un'esplicita accusa alla Chiesa enunciando i numerosi crimini compiuti in nome della religione o a causa di essa (dai martiri alle rinunce alla vita). Sentito quanto sangue scorrerà in suo nome, lo stesso Gesù vorrebbe rinunciare alla propria missione, ma non gli è consentito.

Questo romanzo non è solo estremamente rilevante per i contenuti che cela al proprio interno, ma merita di essere letto anche per il modo in cui è scritto. Leggere Saramago non è mai semplice, però non mancano momenti della narrazione in cui ogni parola è pregna di significati, inoltre sono tante le immagini poetiche che da sole rendono tutto il senso del romanzo e forse della riflessione religiosa. Magnifico il passaggio in cui, inchiodato alla croce e consapevole di non essere riuscito a sfuggire al volere di Dio, Gesù chiede agli uomini di perdonare il Padre dicendo: "Uomini, perdonatelo, perché non sa quello che ha fatto". L'uomo deve perdonare Dio, non viceversa.

Francesco Abate


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