giovedì 10 dicembre 2020

RECENSIONE DE "IL CIMITERO DI PRAGA" DI UMBERTO ECO

 

Il cimitero di Praga è un romanzo dello scrittore italiano Umberto Eco pubblicato nel 2010.
L'autore trascrive in forma romanzata un identikit dell'antisemitismo e delle leggende create per giustificarlo, mettendoci così in condizione di capire meglio come certi sentimenti disumani possano aver trovato terreno fertile durante gli anni dell'Olocausto.

Il romanzo è formato dai diari del protagonista, un certo Simone Simonini, che si risveglia privo di memoria e inizia a scrivere per riportare alla mente i fatti della sua vita. Ben presto però il suo diario si trasforma in un'opera scritta a quattro mani, visto che ai suoi appunti si uniscono quelli del misterioso abate Dalla Piccola, il quale vive in un piccolo appartamento collegato a quello di Simonini attraverso un cunicolo.
Simonini ripercorre i fatti salienti della propria vita. Abilissimo nel falsificare i documenti, da semplice falsario si ritrova ad essere un agente segreto incaricato di costruire complotti credibili al fine di screditare il nemico politico di turno. I suoi ricordi spesso vengono corretti, o arricchiti, dagli appunti dell'abate Dalla Piccola, la cui vita evidentemente è legata a quella dell'ignoto interlocutore.
Il mistero si infittisce quando Simonini ricorda di aver ucciso l'abate Dalla Piccola, nonostante questo continui a scrivere sul suo diario.
I ricordi del protagonista intanto continuano. Da agente impegnato nella costruzione di finti complotti massonici o rivoluzionari, finisce per dedicarsi all'invenzione di un documento che attiri tutta l'attenzione sugli ebrei, nella speranza di spingere i governi di tutto il mondo a impegnarsi nello sterminio di quella razza che lui tanto odia.
Visto l'argomento delicato dell'opera, e la bravura dell'autore nel rendere realistico l'odio di Simonini verso gli ebrei, all'uscita del romanzo alcuni sostennero che avrebbe contribuito a diffondere l'antisemitismo più che a condannarlo. Dal mio punto di vista la polemica fu però stupida e superficiale, infatti nel romanzo è mostrato chiaramente che l'odio verso gli ebrei non ha alcun fondamento reale, inoltre si vede come i capisaldi dell'antisemitismo siano figli di invenzioni fatte in malafede.

Il cimitero di Praga è un romanzo storico che ci mostra la genesi di uno dei documenti falsi più celebri della storia, I Protocolli dei savi Anziani di Sion, che la polizia zarista usò per diffondere l'antisemitismo e giustificare agli occhi dell'opinione pubblica la persecuzione degli ebrei. Anni dopo Adolf Hitler, benché fosse stata ormai provata la falsità dei Protocolli, li citò nel Mein Kampf e ne usò i contenuti per giustificare la sua politica anti-ebraica.
I fatti narrati nel romanzo, precisa il narratore alla fine, sono reali, solo alcuni nomi (tra cui quello di Simonini) sono stati inventati per attribuire a uno solo i pensieri e le azioni che furono di molti, così da rendere più agevole la trasposizione dei fatti storici in un romanzo.
Con quest'opera perciò Eco ci mostra la falsità e i pregiudizi su cui si fonda il sentimento dell'antisemitismo, inoltre ci fa vedere come dalla fantasia si plasmino le false notizie con cui viene manipolata l'opinione pubblica.

I personaggi che compaiono ne Il cimitero di Praga sono tantissimi, ma quello principale intorno a cui ruota tutto è Simone Simonini.
Leggendo le pagine del suo diario, scopriamo un uomo pervaso da un odio profondo nei confronti sia dei gesuiti che degli ebrei. Se nel caso dei primi il suo odio trova però una giustificazione, fu infatti educato duramente da loro e da un gesuita subì anche molestie sessuali, nel caso degli ebrei è un odio viscerale totalmente immotivato, nutrito da quello che già suo nonno provava.
Simonini è un opportunista senza scrupoli, impara a falsificare i documenti e su questo costruisce la propria fortuna economica. Diventa una spia e fa fruttare la sua abilità, ma in cuor suo ha sempre un unico scopo che lo muove: costruire una storia che convinca la gente che gli ebrei sono un pericolo, così da favorire lo sterminio di quella razza che tanto odia. Costruisce le sue menzogne basandosi sui romanzi; sa che sono bugie, ma tanto li odia da convincersi che esse manifestino una verità nascosta. In pratica nutre un odio ingiustificato, fabbrica motivi fasulli per giustificarlo e se ne convince lui per primo.
Simonini è anche molto abile nel manipolare le persone e nel comprendere le situazioni in cui si trova invischiato, riesce perciò a tirarsi fuori dai guai ogni volta che rischia la vita. 
Non è un uomo violento, ma pur di salvarsi la vita non esita a uccidere delle persone. 

Le vicende de Il cimitero di Praga le scopriamo attraverso il diario di Simone Simonini, nonostante questo le voci narranti sono tre. Agli scritti del protagonista si aggiungono i racconti dell'abate Dalla Piccola, che integra e spesso corregge i ricordi confusi di Simonini, e gli interventi dell'autore, che in alcuni passaggi sintetizza il racconto e media tra le due versioni. 
Eco usa gli interventi dell'autore per evitare che il romanzo diventi troppo prolisso senza però tralasciare alcun passaggio della narrazione. Questo espediente si rivela necessario perché l'autore ci racconta una storia vera, quella della genesi dei tristemente celebri Protocolli dei savi Anziani di Sion, e per non privarla di accuratezza non può trascurare nessun evento, ma allo stesso tempo ha bisogno di snellire i passaggi che potrebbero rendere la lettura troppo noiosa, perché in fin dei conti l'opera resta comunque un romanzo.

Adoro Umberto Eco e posso dire senza dubbio alcuno che Il cimitero di Praga è dopo Il nome della rosa la sua opera migliore.
In un romanzo ricco di suspense e molto godibile, l'autore affronta un tema spinoso che troppo spesso viene trattato con leggerezza, quello dell'antisemitismo. Si parla molto dell'odio contro gli ebrei in occasione della shoah, così erroneamente molti finiscono per associare la persecuzione degli ebrei col nazismo, ignorando che invece la soluzione finale fu solo una conseguenza estrema. L'antisemitismo in Europa esiste da almeno un millennio; già nel romanzo Ivanhoe, che è ambientato nel Trecento, troviamo un ebreo da tutti discriminato e visto come un avido avvoltoio. Ricordiamo poi che questa piaga oggi non è estinta, visto il proliferare di gruppi neonazisti e le numerose profanazioni di cimiteri ebraici a cui abbiamo assistito di recente.
Leggendo questo libro vediamo a cosa è approdato l'antisemitismo antico, i Protocolli, e come questi siano stati usati per giustificare le sanguinose persecuzioni del ventesimo secolo. Ci viene mostrato come certi pseudo-documenti nascano per giustificare l'odio ma non ne siano i padri, bensì ne sono i figli, perché dall'odio essi sono generati; possiamo quindi capire che fenomeni come i Protocolli dei savi Anziani di Sion non siano la ragione dell'odio contro gli ebrei, ne sono una conseguenza. 
Oggi più che mai ritengo importante la lettura di questo romanzo. Prima di tutto ci permette di riflettere su una piaga che non è per niente rimarginata, quella dell'odio verso razze diverse e verso gli ebrei in particolare, inoltre mostra come certi pseudo-documenti siano fasulli, permettendoci di sfuggire alle loro periodiche riproposizioni (di recente il senatore Lannutti denunciò che le banche sono controllate dai savi di Sion). Non è perciò soltanto un bellissimo romanzo, ma anche ricco di contenuti importanti.

Francesco Abate

6 commenti:

  1. Francesco passo per farti i miei migliori auguri di buone feste.
    Il libro l'ho letto, mi è piaciuto anche se non è all'altezza de Il Nome della Rosa.
    Baci!

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    1. Credo che "Il nome della rosa" sia impareggiabile.
      Tanti auguri di buon Natale anche a te.
      Baci!

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  2. Non l'ho letto, lo ammetto.
    Non mi ha convinto la trama.
    Buone feste e un abbraccio.

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  3. L'ho letto ma mi ha lasciato molti punti di domanda, non lo rileggerò a breve termine.
    Buone feste a te e alla tua famiglia!

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    1. Come tutti i libri di Eco, richiede una lettura attenta e può lasciare qualche questione irrisolta nella mente del lettore.

      Auguro anche a te e alle persone a cui vuoi bene di passare buone feste.

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