domenica 14 febbraio 2021

"BREVE STORIA DELLA QUESTIONE ANTISEMITA" DI ROBERTO FINZI

 

Breve storia della questione antisemita è un saggio di Roberto Finzi pubblicato nel 2019.
Si tratta di una rielaborazione del libro L'antisemitismo. Dal pregiudizio contro gli ebrei ai campi di sterminio, pubblicato nel 1997 e tradotto in varie parti del mondo.
Con quest'opera l'autore fa un viaggio dentro al pregiudizio che da millenni accompagna gli ebrei, provando a spiegare come mai questo persista e sia cresciuto tanto da causare la Shoah.

Finzi pone innanzitutto l'attenzione sulla differenza tra antigiudaismo e antisemitismo; il primo è l'avversione di origine religiosa contro l'ebreo e cessa quando questi abbandona la fede ebraica, il secondo invece identifica nell'ebreo una razza e non può mai cessare perché mai un individuo può cambiare quello che è.
Questa differenza è importante per comprendere come, nonostante l'odio contro gli ebrei in occidente abbia radici antichissime (addirittura ve n'è traccia già tra gli antichi Romani), nel Novecento il fenomeno abbia conosciuto un drammatico salto di qualità: l'ebreo non è stato più odiato in quanto aderente alla religione degli uccisori di Cristo, ma è stato visto come bacillo che infetta l'umanità ("gli ebrei agiscono come i peggiori bacilli, avvelenano gli spiriti" scrisse Hitler nel Mein Kampf). Questo salto di qualità è diventato la principale giustificazione della soluzione finale dei nazisti. 

Andando indietro nel tempo, il saggio ci mostra come nei secoli l'antigiudaismo prima e l'antisemitismo poi siano stati alimentati da stereotipi ancora oggi tristemente noti, come quelli che indicano gli ebrei come padroni dell'alta finanza, usurai senza scrupoli e padri di oscure trame per il dominio del mondo.
Generalizzazioni banali come quelle elencate sopra dovrebbero produrre in automatico l'idea della propria infondatezza, purtroppo però in tanti vi hanno creduto e in tanti ancora ci credono.
A raccogliere certe immagini assurde e inciderle in modo ancora più marcato nella mente delle persone ci hanno pensato nel corso del tempo tante pubblicazioni scientificamente e filosoficamente discutibili, insieme ad altri frutti di fantasie perverse come i Protocolli dei Savi di Sion.
Nel testo Roberto Finzi propone dei dati raccolti in varie parti del mondo e in vari periodi storici che smontano l'idea dell'ebreo ricco e padrone dell'alta finanza, mostrandoci invece gente laboriosa costretta ad arrangiarsi a causa delle tante ingiuste restrizioni impostegli dai pregiudizi religiosi. Non sono mai mancati ovviamente gli ebrei che hanno fatto strada e si sono arricchiti, come anche le organizzazioni ebraiche create allo scopo di tutelare la propria gente, ma una parte non può mai identificare la totalità.

Leggendo il saggio di Finzi ci rendiamo conto come i pregiudizi verso gli ebrei fossero tanto diffusi da essere creduti anche da menti eccelse. Spesso cadiamo nella trappola di considerare i pregiudizi antiebraici come semplice frutto dell'ignoranza. La storia ci insegna però che Voltaire riteneva gli ebrei dei rapaci sfruttatori la cui unica realizzazione era l'usura (anche se il filosofo francese aveva opinioni discutibili anche sui neri d'Africa); che il grande Dostoevskij odiava gli ebrei di alto rango, padroni delle banche e dell'alta finanza; che Louis-Ferdinand Céline, uno dei padri della letteratura francese moderna, fu acceso sostenitore dell'antisemitismo.
Se l'odio contro gli ebrei non fu diffuso solo tra gli ignoranti, è sbagliato crederlo anche un male interno solo alle destre. Finzi approfondisce le politiche antiebraiche attuate nell'URSS e le opinioni antigiudaiche palesate senza alcun problema da esponenti socialisti di altissimo livello.
Il saggio infine ci fa vedere come il problema sia ben lontano dall'essere sparito. A partire dai rigurgiti antisemiti sempre più frequenti in occidente, arrivando all'antisemitismo dei paesi arabi, e finendo alla confusione tra avversione alle politiche d'Israele e odio verso gli ebrei, il mondo è ancora pieno degli stereotipi che favorirono il sorgere dei campi di concentramento. Per avere più chiaro la gravità della situazione, Finzi ci mostra dichiarazioni palesemente antisemite di importanti leader politici arabi e ci ricorda come i Protocolli dei Savi di Sion nel mondo arabo circolino ancora liberamente e siano ritenuti fondati.

Breve storia della questione antisemita spiega in termini semplici ma con accuratezza un problema che ha inciso e incide fortemente nella storia dell'umanità.
In questo libro Finzi sgombra il campo da tante idee errate che abbiamo sulla questione e ci mostra il fenomeno nella sua essenza più pura. Ha il merito di farlo con precisione, ma senza mai diventare troppo tecnico, rendendo quindi la lettura interessante e aperta anche al semplice curioso. Questo è perciò un libro che può leggere anche chi non si immerge abitualmente nei saggi storici.
Si tratta di una lettura indispensabile, che addirittura io renderei obbligatoria nelle scuole, perché smonta errate valutazioni che ancora oggi sono radicate in noi e ci mostra come il problema dell'antisemitismo sia più vivo che mai anche nella società attuale. La lettura di questo saggio inoltre fa capire come funziona la costruzione delle pseudo-verità a supporto di tesi infondate; fa in modo scientifico quello che Umberto Eco fa con fantasia nel romanzo Il cimitero di Praga.
Dopo aver letto questo saggio saprete come da banali malignità è possibile arrivare a scenari drammatici come i campi di concentramento. Forse letture come questa possono insegnare anche a pensare e parlare con meno leggerezza. 

Francesco Abate  

4 commenti:

  1. Questo libro l'ho letto anche io e come te penso che sia uno dei migliori saggi sulla storia dell'antisemitismo che affronta la questione e la storia del popolo ebraico in modo lucido, senza pregiudizi.
    Sono rimasta inorridita, fra l'altro, nel capitolo riguardante tutte le assurde teorie che gli antisemiti portano a favore delle persecuzioni: il male allo stato puro.
    Ti abbraccio.

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    1. Sono d'accordo con te, leggere certi deliri fa davvero accapponare la pelle. Ti confesso che a me ha fatto male leggere i pregiudizi di personalità eccelse come Dostoevskij, Tolstoj o Croce; una cultura malata è purtroppo in grado di inquinare anche grandi menti.

      Un abbraccio.

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  2. Uff... mi spiace, purtroppo non sapevo del libro e non so che dire.
    Lo leggerò però, grazie per avermelo fatto scoprire.
    Baci!

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    1. Ne vale la pena, è un gran bel libro e smonta parecchie convinzioni errate che oggi si hanno sull'antisemitismo.

      Baci.

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